
Ieri il Giro d'Italia è passato da San Zenone Po e ha portato una carezza ideale a Gianni Brera, che tante edizioni della corsa rosa ha raccontato con la sua penna. Andrea Maietti, grande amico del giornalista pavese, ci regala questo ricordo.
19 Dicembre 1992 – 22 Maggio 2019 di Andrea Maietti
Era l’otto settembre, un giorno di pioggia senza fine e lui, el Gioânn, compiva settant’anni, nella sua casa sul lago di Pusiano. Mi mostrò piante di ogni età disseminate in giardino. «Ognuna - mi disse - reca il nome di un amico. Così almeno loro non potranno tradirmi mai». «Domani devo tornare a scuola – gli dissi - cosa posso raccontare ai miei studenti?». «Dì loro che lavorino sodo, non possono altro per riscattarsi dalla jattura di essere nati in questo nostro troppo lungo scombiccherato Paese».
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Mercoledì 22 Maggio 2019. Torno al cimitero di Pianariva. Oggi ci passa il Giro d’Italia, che tu, Gioânn, avevi seguito per l’ultima volta nel 1976, chiudendo così: “Alle cinque di mattina guardavo l’incantevole Bergamo. Il Giro sarebbe partito per Milano. La festa non era ancora finita ma tutti eravamo tristi, come quando di una festa anche bella ci si prefigura la fine”. Quando Claudio Gregori, reliquia di gentleman dell’Ottocento, mi chiede di dire brevemente la mia, mi affiora d’acchito un tua ‘perla arcimatta’: “Preferisco disfarmi qui (in Padania) a poco a poco – ora al caldo ora al freddo – come una pannocchia in una pozzanghera. La pannocchia si strugge miseramente, ma intorno a lei vivono infiniti esseri che del suo disfacimento si giovano. Sentirsi consumare pian piano e non essere inutile del tutto”.
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