VIVIANI: «BISOGNA CAPIRE FINO A DOVE E' GIUSTO RISCHIARE»

PROFESSIONISTI | 15/05/2019 | 18:00

Altra giornata no per Elia Viviani, che ha provato a spintare ma nel momento decisivo si è trovato con le gambe pesanti per colpa di pioggia e freddo che quest'oggi non hanno concesso tregua ai girini. «Quando mancava un chilometro, il mio compagno Senechal ha preso la testa della corsa, ci abbiamo provato, la strada era allagata, la scelta migliore era stare davanti. Poi il treno della Groupama FDJ ci ha affiancati e quando Gaviria e Ackermann sono partiti non c'è stato nulla da fare perchè avevano un’altra marcia. Per il piazzamento era davvero una guerra, non valeva la pena rischiare. Ritengo sia stata un'ottima scelta neutralizzare l'ultimo giro, bisogna capire fino a dove è giusto rischiare» racconta tremando al Processo alla Tappa. La domanda ora è, arriverà fino a Verona? «L'unica motivazione per arrivare fino alla fine, nella mia città, era la maglia ciclamino visto la durezza dell'ultima settimana. Con la penalità dell'altro giorno e il risultato di oggi ormai è impossibile che io possa vestirla. Proverò a vincere a Modena e Novi Liguri, ultime due occasioni per i velocisti, poi con la squadra tireremo le somme».


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COMMENTI
Caro Processo ,
15 maggio 2019 19:27 canepari
ti scrivo per chiederti se era proprio il caso di far venire a casa tua Elia Viviani a tremare dal freddo per ascoltare quattro domande insulse e banali poste da personaggi ancora più banali. Gli ospiti fissi ben fasciati in abiti pesanti, il povero Viviani, gonfio di pioggia, con tremori convulsi e una voglia matta di andarsene al caldo. Caro Processo, nonostante la gradita presenza di Gigi Sgarbozza a nobilitare il parterre, oggi non mi sei proprio piaciuto.....

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