L'ORA DEL PASTO. ROBERTO, IL CT CHE PEDALA

EVENTI | 21/01/2019 | 07:43
di Marco Pastonesi

Gino Bartali sarebbe stato spietato: “Troppo bello per fare il corridore”. L’uomo di ferro li avrebbe voluti, se possibile, brutti e vecchi. Invece Roberto Mancini, c.t. della Nazionale italiana di calcio, è bello ed eternamente (ha 54 anni) giovane, l’ideale per giocare a burraco, tirare al piattello o sfidare il sudoku, non per saltare sui pedali o spingere padelloni.


Sabato sera Mancini era ospite della Fondazione Michele Scarponi nel cinema-teatro Torquis di Filottrano in un testa a testa con Davide Cassani, voluto da Marco Scarponi, amministrato da Marino Bartoletti e accompagnato da un concerto e due video. Un’ora e mezzo di salotto sul palcoscenico, infine celebrato dallo scambio delle maglie: Cassani a Mancini quella degli Azzurri del ciclismo, Mancini a Cassani quella degli Azzurri del calcio, con tanto di numero 10.


Mancini ha confessato la passione ciclistica (“E’ innata: o c’è o non c’è. E in me c’era”), l’eredità paterna (“Mio padre aveva la passione per il ciclismo e il calcio, mia madre no e si arrabbiava”), il giorno del pronti-via (“Gita a Bologna, la mamma dal dentista, mio padre a Casteldebole per accompagnarmi a un provino con il Bologna”), il rispetto per il ciclismo (“Con il pallone ci vogliono i piedi, con la bicicletta le gambe”), il primo idolo (“Gimondi, poi Moser, poi Pantani, ma il mio eroe locale era Giancarlo Polidori, maglia rosa, maglia gialla, maglia azzurra e maglia tricolore, anche se quella dei dilettanti”), la simpatia per Cassani (“Lo seguivo già quando correva, l’ho conosciuto da quando è c.t.”). I due si sono trovati d’accordo sul lavoro (Mancini: “Tutti e due siamo costretti a vincere. Fra noi non ci sono grandi differenze, se non nella pressione. Io devo fronteggiare quella di 60 milioni di commissari tecnici, lui un po’ meno”, non sullo stipendio (Cassani: “Lì invece ci sono grandi differenze”). In comune l’amore per l’azzurro (Mancini: “E’ orgoglio. Fa battere più forte il cuore. E lo capisci soprattutto quando sei all’estero”).

I due c.t. si sono promessi di invitarsi, Mancini sull’ammiraglia di Cassani, Cassani non sulla panchina, ma almeno nel centro tecnico di Coverciano. Magari, prima o poi, anche in bici. Mancini: “Come sostiene Cassani, sono un corridore completo: vado piano dappertutto. Però, piano piano, miglioro. Di solito vado in giro con un paio di amici molto robusti, mi metto dietro di loro e sfrutto la scia”. Gli inizi non sono stati facili: “La prima volta sono partito in salita, a metà ne sono sceso e ho buttato via la bici. La seconda volta sono partito in pianura e ho resistito. Adesso arrivo a fare anche una settantina di chilometri tutti in una volta sola”. Casa a Jesi, gli è capitato di incontrare l’Aquila di Filottrano: “Giusto il tempo di salutarsi e chiacchierare di Inter, calcio, queste cose qua, poi lui mi mollava perché alla mia andatura gli sembrava di stare fermo, e invece doveva allenarsi. Una volta ci siamo incontrati anche per una partita di calcio a Jesi, un’altra volta mi ha regalato un paio di scarpe da ciclismo”.

Forse perché giocava in trasferta, davanti a un popolo di ciclisti, Mancini è stato generoso: “Il ciclismo è lo sport della fatica, della sofferenza, della tenacia. Bellissimo e durissimo. Ammiro tutti i corridori, dal primo all’ultimo. Come fanno, mi chiedo sempre, a stare sulla sella tutte quelle ore e tutti quei giorni? La risposta è allenamento. Ed è sempre utile scambiarsi informazioni e dati: uno come Nibali potrebbe insegnare molto ai miei giocatori”. Qualche similitudine esiste: “I capitani, per esempio. Si nasce capitani, e per esserlo non è indispensabile indossare la fascia al braccio. Il capitano è quello che tira il gruppo, che unisce la squadra. Nella Sampdoria che vinse lo scudetto, uno dei capitani era Toninho Cerezo: aveva il dono della serietà e, allo stesso tempo, della leggerezza. Proprio come Scarponi”.
Il problema del ciclismo, anche di quello di Mancini, è la sicurezza: “E’ assurdo, nel 2019, uscire in bici e rischiare di non tornare a casa. Bisognerebbe fare qualcosa di clamoroso. In Inghilterra, ai tempi del Manchester City, abitavo a 35 chilometri dal campo, e ci andavo in bici: le macchine mi superavano solo quando la strada era libera, spostandosi completamente nell’altra corsia. Non solo. La polizia stradale inglese obbliga i ciclisti a pedalare affiancati per rendere gli automobilisti più consapevoli della loro presenza e obbligarli a usare maggiore prudenza. E’ indispensabile intervenire con urgenza e decisione: più piste ciclabili, più educazione, più istruzione, e buoni esempi”.

E dal 2019, Mancini che cosa si aspetta? Dal calcio: “Abbiamo 10 partite per le qualificazioni degli Europei. Bisogna consolidare la squadra, accedere alla fase finale e vincere”. E dal ciclismo: “Non parlatemene. Il 18 maggio il Giro d’Italia 2019 passerà per Jesi. Ma proprio quel giorno cominceremo la preparazione per il match contro la Finlandia. Non so darmi pace”.

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Lidl-Trek ha stretto una partnership pluriennale con Gatorade e il Gatorade Sports Science Institute (GSSI), portando innovazioni di idratazione di livello mondiale a uno dei team più ambiziosi del gruppo. Grazie a questa collaborazione, gli atleti Lidl-Trek riceveranno strategie di...


Appena ventunenne, Paul Magnier è già uno dei volti più attesi del ciclismo francese: velocista e specialista delle classiche, corridore in erba con la Soudal Quick-Step, ha parlato dei suoi progetti futuri e la voglia di fare bene non gli...


La INEOS Grenadiers annuncia che Jack Haig si unirà alla squadra nel 2026 dopo aver firmato un contratto biennale. Il 32enne australiano porta con sé con una notevole esperienza nei Grandi Giri e oltre un decennio di gare ai massimi...


Il Tour of Norway scompare momentaneamente dal calendario UCI. La gara a tappe scandinava, in programma originariamente tra il 28 e il 31 maggio per gli uomini e tra il 30 maggio e il 1º giugno per le donne, non verrà disputata...


Il Team Jayco AlUla ha completato la sua formazione per la stagione 2026 con l'ingaggio del belga Dries De Pooter e dell'australiano Rudy Porter. De Pooter ha firmato un contratto con la squadra: il 23enne vanta più di tre anni di...


L'uruguaiano Thomas Silva gareggerà nel World Tour con il team XDS Astana a partire dalla prossima stagione: ha firmato unl contratto biennale. Il 23enne sudamericano si è messo in luce come un forte corridore di un giorno, che si comporta...


Festeggiamenti al top, nei giorni scorsi presso il ristorante Il Guercio sulla via per Camaiore, riservati a Edoardo Cipollini da parte dei suoi tifosi ed estimatori, in occasione del passaggio nella categoria Professional con il team MBH Bank Ballan CSB...


Solo tre anni fa era un biker come tanti giovani della sua età. Ora tanti parlano di Giacomo Dalla Pria che nel 2025 è stato tra i migliori allievi in campo nazionale. Fino a esordiente di secondo anno gareggiava esclusivamanete...


Grande spettacolo e conclusione a sorpresa per la 42a edizione della Sei Giorni di Rotterdam: la vittoria è andata alla coppia olandese composta da Vincent Hoppezak e Yanne Dorenbos, entrambi al loro primo successo al Rotterdam Ahoy.  La battaglia per il...


L’understatement sabaudo, per questa volta, può attendere, quando cioè si elencano numeri del genere poco ci manca e siamo nel rullo di tamburi: 14 medaglie internazionali, 20 maglie tricolori e 56 medaglie nazionali. Applausi ed orgoglio tangibile in occasione della...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024