ANDREA PICCOLO: "BELLA STAGIONE, ORA PENSO AL MONDIALE"

INTERVISTA | 28/08/2018 | 09:00
di Valerio Zeccato

Non è ancora sazio! Andrea Piccolo, milanese di Magenta, frazione Pontevecchio, domenica ha superbamente vinto anche la bellissima e durissima corsa internazionale 48° Trofeo Emilio Paganessi, firmando il 12° successo del suo maestoso 2018 (tra le tante vittorie spicca il titolo italiano a cronometro, e la classifica finale della 3GiorniOrobica). A Vertova, nella corsa internazionale, con ben 165 atleti al via in rappresentanza di 34 formazioni di cui 15 straniere, l'atleta del Team LVF del presidente Patrizio Lussana, ha una volta di più mostrato le stimmate del campioncino di classe. In Valle Seriana c'era il commissario tecnico degli azzurri, Rino De Candido, che sicuramente punterà sul milanese per l'appuntamento iridato in Austria, a Innsbruck, a fine settembre. Questo il suo commento a caldo, subito dopo il traguardo.


“E' stata una corsa impegnativa con i cinque GPM di Casnigo e l'ultimo strappo col pavé, breve ma duro, per arrivare al traguardo. Nei cinque giri del circuito ero nel gruppetto davanti e sono rimasto tranquillo perché sapevo che dal gruppo si era mosso il mio compagno Rubino (il campione italiano, ndr), che poi è rientrato su di noi. Al terzo GPM è scattato Vacek con Fancellu e il gruppettino davanti si è ridotto ancora ad una decina di corridori; sapevo che se tenevo le ruote all'ultimo scollinamento sul Casnigo avrei potuto giocare le mie carte in volata, e così è stato. Ha attaccato ancora Vacek, gli sono andato subito a ruota, poi sono ripartito per tenere il ritmo alto e staccare altri avversari. Sul GPM sono passato per primo e c'era la selezione tra noi davanti, solo che nella discesa sono pian piano rientrati tutto e siamo arrivati in 14 a giocarci la vittoria. Ai 2 km non c'era più collaborazione tra noi davanti, è partito prima Petrucci, poi un paio di volte il belga Pattyn e siamo rimasti in quattro. Sapevo che la differenza non si faceva tanto sul tratto duro in salita, ma appena la strada spianava: sono riuscito a mettere giù un dente ed alzarmi in piedi e scattare facendo la differenza”.


Chi vince nella 2 Giorgi Ciclistica Internazionale di Vertova, grandissima corsa internazionale abilmente orchestrata dall'Uc San Marco Vertova, da tradizione arriva tra i professionisti. Facciamo, solo per citare qualcuno di ieri e qualcuno di oggi, il nome di Gianni Bugno, Jacopo Guarnieri, Matteo Trentin, Alessandro Tonelli, Davide Martinelli, ecc. ecc.

“So il valore di questa corsa, ma non mi voglio sbilanciare per il futuro. Certo mi piacerebbe seguire la strada di chi mi ha preceduto nell'albo d'oro. Ci tenevo a vincere il Paganessi che è molto importante e po ci tenevo anche perché il mio direttore sportivo Paolo Valoti praticamente correva in casa, quindi sono molto contento".

Una stagione bellissima la tua al primo anno tra gli Juniores, e non è ancora finita... C'è il Mondiale che fa venire l'acquolina in bocca... Che voti in pagella ti daresti fino ad oggi?

“Sinceramente non saprei dare un giudizio. E' stata una stagione ottima, indimenticabile, io e la squadra abbiamo vinto molte corse importanti. Sono un primo anno e non pretendevo tutto questo e invece ho avuto tanto. Pensavo di vincere, di cogliere qualche obiettivo importante, ma non avrei mai potuto immaginare di ottenere tutto quello che ho ottenuto”.

Ma che tipo di corridore è Andrea Piccolo che al primo anno tra gli Juniores si è preso il lusso di andare fortissimo, così come è andato fortissimo il campione d'Italia Samuele Rubino e altri atleti del team di patron Lussana. Lo chiediamo al direttore sportivo Paolo Valoti, ottimo corridore tra i professionisti e da anni altrettanto ottimo in ammiraglia: un diesse che sa dispensare consigli e sa come saper sfruttare al meglio la grande esperienza che ha accumulato in carriera.

“Grazie al presidente Patrizio Lussana e lo sponsor LVF siamo riusciti a creare una squadra omogenea che sa dire la sua in tutti i percorsi. Oltre a Rubino e Piccolo ci sono tanti altri: Trainini è veloce, Volpi è un bel corridore, Berzi e Salvetti hanno vinto anche loro; abbiamo buoni primi anni come Dresti e Meris. Una bella squadra con due punte di diamante come loro due che fanno la differenza”.

La qualità migliore di Piccolo?

“Sa ascoltare. E questo non è da tutti. Va forte sul passo, in salita è dura da staccare, e gli arrivi come quello del Paganessi a Vertova secondo me sono quelli a lui più congeniali: chi vince qui ha ancora forza nelle gambe, altrimenti non puoi farcela”.

Chi vince il Paganessi di norma fa un'ottima carriera. La tradizione con Piccolo sembra possa continuare...

“Sì. L'albo d'oro parla chiaro. I risultati che ha dimostrato di saper fare quest'anno Andrea, ma anche negli anni scorsi nelle categorie giovanili, fanno capire che è un gran corridore. Da qui poi a dire che avrà chissà quale futuro non si sa mai. La strada che ha imboccato è quella giusta, poi ci vuole sempre un pizzico di fortuna...”.

 

 
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