CECCHIN. «DICO ADDIO, MA NON LO MERITO»

PROFESSIONISTI | 15/12/2017 | 09:47
Alberto Cecchin scende di sella. Dopo qualche settimana di attesa, il passista veloce di Lamen ha (quasi) gettato la spugna e scritto la parola fine alla sua carriera di ciclista professionista. In questi giorni la sua squadra 2017, la Wilier Selle Italia, è in raduno in Liguria per iniziare la preparazione in vista del 2018. Alberto, invece, è a casa. Non rientra nei piani della formazione toscano-veneta, alla quale proprio all’inizio del 2017 si era legato con un contratto annuale. Contratto che non verrà rinnovato. Nonostante un’annata più che discreta da parte di Cecchin, capace di lavorare per la squadra ma anche di ottenere qualche piazzamento brillante.

«Mi dispiace sia finita così, mi dispiace perché il ciclismo è stato la mia passione, il mio lavoro, la mia vita» esordisce Cecchin. «Lo scorso anno firmai in extremis, a inizio gennaio, ma questa volta non sarà così. Un filo di speranza? Diciamo che quel filo ormai si è rotto».

«Avrei continuato volentieri, ho 28 anni e ancor qualche stagione l’avrei potuta fare. Invece mi tocca smettere, anche se non credo di meritarlo. È una scelta obbligata, non voluta. Mi spiace. Non solo per me ma anche per mio papà e mio nonno, che mi hanno trasmesso la loro grande passione».

«Ci sarebbero state un’opzione inglese e una malese, con due squadre Continental» dice ancora Cecchin. «Ma in squadre Continental ho corso tre anni e so che cosa vuol dire: poche corse, e corse di seconda o terza fascia. Inoltre, anche l’aspetto economico è relativo. In più, in questo caso, si sarebbero aggiunti anche lunghissimi periodi all’estero. Potrebbe aver avuto un senso se avessi vent’anni e mi stessi affacciando al mondo del professionismo. A 28 anni no. Meglio voltare pagina e attrezzarsi per il futuro». Chiusura amara per una carriera che comunque ha riservato al ragazzo di Lamen belle soddisfazioni anche se mai è decollata come le potenzialità del passista veloce feltrino potevano lasciar ipotizzare.

da Corriere delle Alpi a firma di Ilario Tancon
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COMMENTI
Possibile che non si voglia pensare al futuro?
15 dicembre 2017 12:06 Bastiano
Se ci hai provato fino a 28 ed hai capito che non puoi essere un campione e neanche un mini campione, che senso ha voler insistere? Prima o poi, dovrai pur pensare a costruirti un futuro.

Cecchin.........buon lavoro
15 dicembre 2017 12:54 SERMONETAN
Già ha detto tutto Bastiano,

Cecchin
15 dicembre 2017 13:43 Pop78
Con tutto il rispetto non è che tutti possano fare i professionisti....

Con tutto il rispetto...
15 dicembre 2017 22:25 lele
..per chi mi precede non è che a questo mondo son tutti ingenieri!
Ci sono anche geometri, carpentieri e manovali.

Il ciclismo puœ essere crudele
16 dicembre 2017 14:25 Rider
Sarebbe necessario che un giovane prendesse nota dei propri limiti atletici
per tempo, anzichè perdere anni inutilmente.
Mi spiace per Cecchin, che è una brava persona.
Pochi corridori raggiungono con il ciclismo la solidità economica.
Ed anno dopo anno, è sempre peggio.

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