L'ORA DEL PASTO. LO SCATTO DI MANO

STORIA | 28/06/2017 | 09:16
Quello che nella Coppa distillerie fratelli Luoni, quando da dilettante correva con il fratello Pino e con lui divideva i successi, Pino gli indicò con un gesto che aveva forato e lui non capì, anzi capì il contrario, andò in testa a tirare e così persero la corsa. Quello che nel Giro del Veneto 1957 entrò allo stadio di Padova con 30 metri di vantaggio, e già si godeva la vittoria quando, forse per l’eccesso di voglia, la ruota svirgolò sulla sabbietta e lo proiettò sul prato, e così arrivò terzo, a piedi. Quello che corse prima con Gino Bartali, direttore sportivo alla San Pellegrino, che gli diceva "Baralino, tu sei una sicurezza" anche quando si ritirava, e poi con Fausto Coppi, corridore alla Bianchi, che in un Giro dove stava davanti al Campionissimo, fu esonerato dai compiti di portatore d’acqua e ci rimase male, perché portare una borraccia d’acqua a Coppi era come offrire un calice di champagne a Monica Bellucci. Quello che al Giro d’Italia 1962 barattò il premio di un traguardo volante vinto da lui (una settimana di soggiorno per due persone in una località turistica: e che se ne faceva?) con un altro vinto da Toni Bailetti il giorno prima (una pecora: e con quella sapeva benissimo che cosa farci).

Germano Barale, semplicemente “Mano”, per fare più in fretta, forse anche per dimostrare che non si pedala solo con le gambe. E infatti lui, con le mani, era velocissimo: svaligiava i bar, rubava nelle cantine, si tuffava nelle fontane, estraeva dai pozzi. Quando si cercava acqua, come dispersi e assetati nel deserto, bastava seguire lui – aveva un fiuto speciale - per fare il pieno. Poi si concedeva un altro scatto, stavolta meglio a gambe perdipiù levate, perché lasciava sempre da pagare agli altri gregari, ai direttori sportivi, di solito a Vincenzo Torriani, direttore del Giro d’Italia. E’ morto ieri, “Mano”: aveva 81 anni, e da qualche tempo la strada gli era tutta in salita.

I Barale, da Murata di Villadossola, aria del Passo Sempione e del Lago Maggiore,
di pietre romaniche e lotte partigiane, di fabbriche siderurgiche e chimiche. Loro, i Barale, pastori: non di anime, ma di vacche, pecore, capre. Cultura contadina, un bel motore per il ciclismo. Tant’è che quando a casa Barale apparve la prima bicicletta, fu amore, passione, follia. E quando Pino fu ingaggiato dalla San Pellegrino, Germano – a vent’anni - fu aggiunto quasi automaticamente, chissà, forse due al prezzo di uno. Era il 1956. Pino: due anni alla San Pellegrino e uno alla Bianchi. Germano: due anni alla San Pellegrino, tre alla Bianchi, quattro alla Carpano. Otto Giri d’Italia e due Tour de France. Vittorie in carriera: due, il Tour des quatre cantons, in Svizzera, e il circuito di Domodossola, in casa. Avventure in vita: infinite. E le ricordava, e le raccontava, e le tramandava, tutte, con il sorriso. A cominciare da quella notte di nebbia spessa come bambagia, in cui le pecore finirono, alla cieca, sui binari della ferrovia, e il mattino dopo si fece festa dal macellaio del Villaggio Sisma, quello della fabbrica siderurgica.

Pino era più veloce, “Mano” più resistente. Pino, campione d’Italia fra i dilettanti nel 1956, era veloce anche a parole, e qualche volta almeno lì avrebbe dovuto frenare, come quando disse alla Dama Bianca, che gli intimava di rallentare per favorire il rientro del Campionissimo, che se Coppi non era in grado di andare, allora poteva rimanere a casa. Fine dell’attività. “Mano” abitava i bassifondi degli ordini di arrivo e delle classifiche generali, ma la sua figurina, la sua biglia, la sua faccia rotonda, la sua pedalata rurale appartenevano al romanzo popolare del ciclismo. Un giorno, finalmente, si mise in testa non al gruppo, ma alla sua squadra: fu quando, a Parigi, garantì di conoscere la strada per raggiungere l’Hotel Suisse, o qualcosa del genere, dove era già stato. “Peccato che ce ne fossero due, e il nostro stava dall’altra parte della città”. Da quel giorno, anche fuori corsa, preferì rimanere nelle retrovie.

Ma anche senza Pino e “Mano”, quella dei Barale è una dinastia che rimane. C’è sempre Florido, il figlio di “Mano”, prima nella compagnia atleti (e il suo direttore sportivo era Renzo Zanazzi), poi due anni da professionista. E adesso anche Francesca, figlia di Florido e nipote di “Mano”, campionessa italiana esordienti primo anno nel 2016. La bicicletta è un’epopea.
 
Marco Pastonesi

L'ultimo saluto a Germano Barale è fissato per domani, giovedì 29 giugno, alle ore 11 a Villadossola (Vb).
Copyright © TBW
COMMENTI
Ciao Mano
28 giugno 2017 21:05 blardone
Da bambino venivo con mio padre alla Lucciola per sentire le tue storie da professionista .... Ogni anno sentivo le tue storie ed erano sempre belle !!!! A presto grande Amico

Pastonesi!
29 giugno 2017 08:53 geo
Pastonesi non è un giornalista, è di più!

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
La Lega del Ciclismo Professionistico ha un nuovo presidente: si sono appena concluse le operazioni di voto che hanno portato all'elezione del deputato piemontese Roberto Pella, sindaco di Valdengo, alla carica di presidente. Come vi avevamo anticipato, il nuovo vicepresidente...


Dopo 4 anni e mezzo il ventiduenne brianzolo Andrea Piras della Named Sport M.I. Impianti diretto da Paolo Riva, ha colto in Toscana sul traguardo del Castello di Albola nei pressi di Radda in Chianti, la prima vittoria da dilettante...


In un finale di tappa convulso e con diverse cadute a causa della strada resa viscida della pioggia, la canadese Alison Jackson ha vinto la seconda tappa della Vuelta Femenina 2024. La 36enne atleta della  EF Education-Cannondale si è imposta...


Il belga Matys Grisel, portacoloriu della Lotto-Dstny Development Team, ha vinto allo sprint la quinta tappa del Tour de Bretagne, la La Gacilly - Saint-Méen-le-Grand di 203, 4 km. Grisel ha preceduto Antoine Hue (CIC U Nantes Atlantique) e il...


Dopo le vittorie conquistate in Sudamerica nei mesi di gennaio e febbraio, la Petrolike Forte Sidermec è tornata protagonista in Europa, con i buoni piazzamenti ottenuti in Italia e Spagna. Dopo aver sfiorato il podio con il messicano José Ramon...


Mentre in una piovosa Buñol le atlete stanno sfilando sul palco del foglio e a breve inizieranno a pedalare nella seconda tappa della Vuelta Femenina, arrivano buone che riguardano Ellen van Dijk: l’esperta atleta della Lidl Trek, caduta ieri poco prima...


Arriva un altro appuntamento con il grande ciclismo giovanile per tutti gli appassionati sulle pagine di tuttobiciweb: domenica 5 maggio, infatti, trasmetterenmo in diretta streaming le fasi finali del 57° Circuito del Porto Trofeo Arvedi, organizzato come sempre da Club...


Archiviata con la Liegi-Bastogne-Liegi la stagione delle Classiche di primavera, è arrivato il momento delle grandi corse a tappe e il Giro d’Italia darà il via a questa nuova parte della stagione ciclistica. Sarà questa l’edizione numero 107 della corsa...


La Settimana Internazionale Cop­pi&Bar­tali è da anni terreno di caccia ideale per tutti quei corridori che, per un mo­tivo o per l’altro, durante l’anno hanno meno spazio per met­tersi in mostra. Parliamo quindi di corridori esperti che solitamente vediamo in...


C’è Giovanni Cuniolo: in bici, e la bici ha i freni a bacchetta, il primo campione italiano di ciclismo colto mentre accompagna il nipote su una biciclettina con le rotelle. C’è Sandrino Carrea: anche lui in bici, e la bici...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi