L'ORA DEL PASTO. LE MANI DI KNAPP

STORIA | 07/03/2017 | 07:47
C’è un corridore che, quando vinceva, non alzava mai le mani al cielo. Non per dimenticanza, non per vezzo, neppure per timore, la paura di essere superato da un avversario o l’accortezza di non farsi beffare in volata. Non alzava le mani al cielo per modestia. Come se le mani al cielo fossero un’esultanza riservata ad altre categorie, i campioni o i predicatori, come se le mani al cielo fossero un gesto da adottare per motivi più seri, umanitari o religiosi.

Giovanni Knapp è ancora l’unico bellunese ad avere vinto una tappa al Giro d’Italia. Era il 1966, era la quarta tappa, era la Genova-Viareggio, erano 241 chilometri. “Di solito me ne stavo in coda al gruppo. Quel giorno prima va via Bailetti, poi Poggiali. Due Bianchi. Li rincorro e li riprendo. Troviamo subito l’accordo. Ma più ci avviciniamo al traguardo, più scattano, a turno, prima l’uno, poi l’altro, per cercare di farmi fuori. Finché Poggiali scatta forte, Bailetti si stacca, inseguo Poggiali, lo acciuffo e lo mollo, entro per primo sulla pista di atletica, in terra rossa e battuta, e vinco”. Senza alzare le mani al cielo.

Bisnonni austriaci di Lienz, poi Mantova e Bologna, poi Belluno. “Io, figlio unico. Promosso alla terza avviamento, poi lavoro. La prima bici fu un regalo, avevo 14 anni. Era una Legnano verde oliva, da corsa. Me ne innamorai. Ci saltavo su e andavo in giro, da solo, sulle salite. La prima corsa nel 1961, a 18 anni, a Pedavena, tutti insieme, dagli allievi ai dilettanti, senza sapere come si facesse. Decimo, e primo della mia provincia. La terza corsa era già il campionato italiano allievi dell’Udace, a Firenze, volata, terzo. E un anno dopo il campionato italiano allievi dell’Uvi, l’Unione velocipedistica italiana, antenata della Fci, la Federazione ciclistica italiana, volata, secondo, primo Gianni Motta”.

Andava bene in salita, se la cavava in volata, soffriva la pianura, Knapp. “Professionista alla fine del 1965, nella Vittadello. Il debutto al Giro del Veneto: la pioggia, la strada bagnata, una caduta proprio davanti a me, caduto anch’io, e ritirato”. Il 1966 è l’anno della vittoria al Giro d’Italia, ma anche del sesto posto al Giro dell’Appennino, dell’ottavo al Giro d’Abruzzo, del decimo alla Corsa di Coppi, del dodicesimo al Giro del Lazio, del tredicesimo al Giro di Romagna. “Non avevo la mentalità del gregario. Perché aiutare il capitano se il capitano andava più piano di me? Se stavo bene, cercavo la fuga. Se non stavo bene, cercavo di andare all’arrivo”.

Quei Giri del Piave: “Si arrivava a Belluno, nello stadio, anche qui la pista in terra battuta, e le curve con la paura di scivolare. Ma a forza di pedalarci, ci presi una certa pratica. Tre volte, e tre volte terzo”. Quelle salite: “Cansiglio, Nevegal, Falzarego, Tre Croci, Duran. Cercavo le stradette, anche sterrate. Da solo. I miei colleghi dicevano che ad allenarsi con me, sulle mie salite, facevano più fatica che in corsa, e così non venivano”. Quegli allenamenti: “Partivo la mattina tornavo la sera. Anche 200 chilometri. Sulla bici una borraccia, nelle tasche i palmer. Per bere mi fermavo alle fontane, acqua fresca, per mangiare entravo in un bar, un panino a metà strada”. Quella vita: “Da corridore, ma d’inverno andavo a ballare e bevevo qualche bicchiere di vino”. Quella cotta: “Giro d’Italia del 1966, terzultima tappa, la Moena-Belluno, ci tenevo. Invece rimasi a piedi per un guasto, aspettai l’ammiraglia, e dopo che il meccanico aggiustò la bici, inseguii il gruppo dei migliori e lo raggiunsi, ma quando scattò Gimondi, caddi dalla sella. Non ne avevo più”. Quell’altra caduta: “Alla Vuelta del 1967. Si correva in aprile. Battei il ginocchio, continuai fino all’arrivo, e all’arrivo il ginocchio era gonfio, mi dissero di continuare, il giorno dopo arrivai con un’ora di ritardo, soffrendo le pene dell’inferno, e allora dissi che mi sarei tornato a casa per guarire e poi correre il Giro, invece per punizione non mi fecero fare il Giro e allora appesi la bici al chiodo”.

L’ho incontrato proprio alla Bici al chiodo, a Campagnola Emilia, gennaio 2017. Knapp che in tedesco significa “a fatica”, “a malapena”, “quasi”, che i compagni chiamavano Johnny e che Gimondi prendeva in giro perché aveva i capelli alla Beatles, Knapp che non curava l’abbigliamento, che non si faceva i peli, che portava i cinturini lunghi, Knapp che poi ha fatto il fotografo, con tanto di laboratorio e camera oscura, e che poi aveva un negozio dischi, anche d’importazione, dai Pink Floyd ai Dire Straits. Knapp, che non alzava le mani al cielo quando vinceva: “Mani sul manubrio, pedalavo fin sulla linea dell’arrivo, però aprivo la bocca, per la contentezza”.

Marco Pastonesi
Copyright © TBW
COMMENTI
bravo Pastonesi
7 marzo 2017 11:48 geo
Altro diamante di articolo

Giro 1966
7 marzo 2017 17:16 Massimoge
Il Giro del 1966 per la Vittadello inizio in modo esplosivo, la vittoria di Taccone con tanto di maglia rosa, poi, se ricordo bene, Andreoli a Genova e infine Knapp a Viareggio. Poi si fermarono lì, ma si tratta sempre di un ottimo risultato. Finito il Giro fu la volta di Portalupi in Svizzera dove vinse una tappa, un'altra Taccone, e finì per conquistare la classifica generale.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
‘Poter assistere a una diretta della tappa dietro alle quinte è bellissimo perché i telecronisti sono a loro volta uno spettacolo’, dice Davide Cassani. E un vero spettacolo si confermano l’ex ct-opinionista e i suoi due compagni di viaggio televisivi,...


A Reggio Calabria la prima vittoria stagionale a livello professionistico con Colnaghi, al Tour of the Alps però "solo" la lotta per la top-20 di classifica generale: una prestazione, quest'ultima, che ha indotto il direttore sportivo della VF Bardiani Csf...


Tour de France. Giornata di sole e festa, la festa del ciclismo e della vita. Lui è seduto a tavola. Una bella (insomma) tovaglia a fiori, rose addirittura. A bere e mangiare. Primo, secondo. Pronti, via. Proprio in quell’istante sopraggiunge...


Il Belgio ha chiuso la primavera senza aver ottenuto vittorie nelle Classiche Monumento. Van Aert, Evenepoel, Benoot e De Lie non sono riusciti a salire sul gradino più alto del podio di una delle 4 Classiche monumento e il dominio...


Una bella cornice di pubblico ha fatto da contorno ad una vera e propria ‘opera d’arte’, ovvero quello che è stato il Campionato Regionale Lombardo donne junior che si è tenuto a Cantù e che ha visto al via le...


Ci sono un italiano, un americano e un giapponese… sembra l’incipit di una barzelletta, ma è invece l’inizio di una storia. Una storia italiana, una delle tante che abbiamo raccontato in questi due anni di “Capitani Coraggiosi”. Un italiano, un...


La nuova e-Vertic FX nasce per accompagnare i biker nelle uscite in montagna, garantendo grande maneggevolezza e puro divertimento, più a lungo. Presentata in anteprima al Bike Festival Garda Trentino (1-4 Maggio 2025) di Riva del Garda,  la nuova trail e-bike di casa Bianchi è stata riprogettata...


Un tuffo indietro nel tempo per Francesco Moser, il prossimo 20 settembre: sarà presente alla premiazione della Milano - Rapallo. Quest'anno, la classicissima del Tigullio, per festeggiare nel migliore dei modi la sessantesima edizione, diventa internazionale è annuncia un elenco...


Hopplà fortissimamente Hopplà sulle strade del Valdarno nella 56 ^ Coppa Penna valevole come Campionato Regionale élite e under 23. Un altro schiacciante trionfo con sei atleti nelle Top ten al termine di una gara con 124 partenti e 46...


È giapponese il vincitore del Gran Premio Città di Cortona-Trofeo Val di Perle. Koshi Narita del Japan Cucling Federation ha conquistato la vittoria precedendo il toscano Ballerini e l’emiliano Fabbri, tandem del Team Vangi Il Pirata una delle formazioni più...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024