TIRALONGO, NATALE IN BICICLETTA

PROFESSIONISTI | 25/12/2016 | 07:11
Le festività natalizie sono per tutti speciali. Per i ciclisti lo sono ancora di più perché è uno dei rari momenti nei quali non stanno pedalando o non stanno trasferendosi da una parte all'altra del mondo per partecipare alle varie corse. Come sarà e qual è il significato del Natale in casa del siciliano-bergamasco Paolo Tiralongo, grande gregario e luogotenente di atleti come Nibali, Contador, Aru, che in carriera vanta 3 vittorie di tappa in diverse edizioni del Giro d'Italia. Lo abbiamo chiesto al corridore, classe 1977 professionista dal 2000, che è siciliano di Avola nella provincia di Siracusa ma che risiede, con la moglie Angela e il figlio di 9 anni Salvatore, da una vita ad Almenno San Bartolomeo, nella provincia di Bergamo.

Com'è il tuo Natale da corridore?
«A letto presto, cena leggera e poi la mattina si lavora in bicicletta. Parto verso le 9.30 e mi sparo un po' di chilometri e arrivo giusto per il classico pranzo natalizio».

Dove lo trascorri?
«Sempre ad Avola, al mio paese dove vive la mia famiglia, i parenti e gli amici. In questo periodo ci vado ancora più volentieri perché approfitto del bel tempo della Sicilia, ci sono giornate in cui arriviamo a toccare anche i 20 gradi...».

Fai qualcosa di speciale in questo giorno?
«Riti particolari non ne ho. Però faccio sempre lo stesso giro in bici con la salita di Avola Antica che è un bel test: sono circa 8 km con una media di 5/6% di pendenza».

Sei siciliano e bergamasco allo stesso tempo: per i regali Santa Lucia o Babbo Natale?
«Babbo Natale per me e mia moglie. Per mio figlio Salvatore, che sta crescendo in Bergamasca, dove c'è un'altra tradizione, abbiamo inserito anche Santa Lucia».

Cenone della vigilia o pranzo di Natale?
«Assolutamente tutti e due. In Sicilia vige la vecchia tradizione e sono entrambi molto sentiti, sono momenti unici di incontro per le famiglie».

Che significato ha la festività del Natale nella tua carriera?
«Per me è un momento importante in quanto, come ho detto prima, è l'occasione per stare con la famiglia, parenti e amici. Cosa che per chi fa il mio mestiere è molto complicato. Poi questo Natale e Capodanno 2016 per me potrebbe assumere un significato particolare, perché potrebbe essere anche l'ultimo da corridore. La mia intenzione è di smettere a fine 2017, ma lascio la porta aperta: dipende dalle reazioni del mio fisico agli sforzi, se sono positive potrei continuare ancora un altro anno, altrimenti bici al chiodo senza problemi».

Valerio Zeccato

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