NIPPO FANTINI DE ROSA. Pelosi e gli stage di lavoro

PROFESSIONISTI | 19/11/2016 | 09:00
La responsabilità nasce anche dalla consapevolezza. Quella di sapere che il lavoro di chi sta nel dietro le quinte è importante tanto quella di chi si prende le luci della ribalta. ‘Work experience’, il progetto messo a punto dal team manager della Nippo Vini Fantini De Rosa, Francesco Pelosi, fa leva proprio su questo. Lo sanno Damiano Cunego e Ivan Santaromita, per una settimana impegnati alla Farnese Vini, una nelle aziende che sponsorizza la Nippo Vini Fantini De Rosa. Niente casacca #OrangeBlue, per sette giorni, ma camicia e maniche arrotolate per lavorare fianco a fianco con l’ad Valentino Sciotti, tra gestione delle dinamiche da ufficio e confronti con i fornitori. Esperienza apripista per iniziative analoghe in Isola dei Tesori, Valagro e De Rosa, come nel caso di Alan Marangoni. E come il resto della squadra.

"Tranne gli infortunati e senza chi ha proseguito sino a pochi giorni fa la stagione agonistica", spiega lo stesso Pelosi. Artefice di un progetto nuovo, per il mondo del ciclismo. "E che non nascondo essere stato accolto con il mal di pancia da qualche corridore...", ammette Pelosi. Che è cresciuto con i pedali ai piedi, prima di dedicarsi al mondo della comunicazione. "La componente nipponica del team ha accolto in modo diverso questa proposta. Del resto fa parte della cultura giapponese, fatta di un senso del dovere unico nei confronti del mondo del lavoro".

La mission di Pelosi è tanto semplice da essere difficile da comunicare.
Almeno per chi, per usare le sue parole, "ha una vita speciale". Proprio come i corridori professionisti. E allora "è importante far capire che gli stessi valori che impongono loro dei sacrifici sono quelli che regolano il mondo del lavoro, al di fuori del mondo loro. Che è privilegiato. Servono sacrifici, nelle aziende come nello sport, per ottenere dei risultati. Far passare questo messaggio, far comprendere cosa c'è al di fuori della quotidianità da loro vissuta, credo sia importante. E credo possa aiutarli ad apprezzare ancora di più quel che fanno, contribuendo a farli sentire speciali".
E, forse, a dare ancora di più nella loro attività. Con consapevolezza.

Stefano Arosio
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COMMENTI
19 novembre 2016 19:44 FrancoPersico
Si certo belle e tante parole

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