IVANO FANINI: «I CONTROLLI SUI GIOVANISSIMI? BEN VENGANO»

DOPING | 11/08/2016 | 11:54
I controlli a sorpresa di domenica scorsa a Tradate in provincia di Varese fanno ancora discutere. È giusto controllare ragazzini di appena 12 anni? È giusto che il Ministero della Salute - come avvenuto domenica - decida di inviare i propri emissari a controllare ciclisti in erna? Ivano Fanini, come è sua abitudine, non si tira indietro e dice la sua, ammettendo colpe antiche e sogni futuri.

«I controlli antidoping sui giovanissimi non sono uno scandalo, anzi, ben vengano e per questo ringrazio il Ministero della Salute». Così Ivano Fanini, patron della squadra ciclistica Amore e Vita, da sempre in prima linea nella lotta contro il doping nello sport, interviene in merito alla polemica sui controlli antidoping voluti dal Ministero della Salute effettuati in una gara di ciclismo della categoria Giovanissimi (dai 7 ai 12 anni) che si è disputata nei giorni scorsi a Tradate (Varese). Fanini, che è anche patron del vivaio ‘Mamma e Papà Fanini Livorno’, squadra di giovani dai 7 ai 12 anni, aggiunge che questi controlli verranno estesi anche agli altri sport, e auspica «che anche il presidente della Federazione Renato Di Rocco, ora in Brasile, sia d’accordo con l’iniziativa del Ministero». «Spero – continua il patron di Amore e Vita – che questi controlli siano fatti bene e siano numerosi. Tutti sanno negli ultimi 20-25 anni quanti risultati andrebbero cancellati, e quanti campioni sono stati beccati, e quanti morti ci sono stati dei quali abbiamo perso il numero». «Il mondo dello sport dei giovanissimi e le scelte del loro futuro – sottolinea Fanini – nasce dalle passioni dei genitori e dai parenti che li circondano, che spesso hanno essi stessi praticato sport. Da qui purtroppo parte il marcio. 40 anni fa era del tutto normale ‘caricare’ i corridori, dare le borraccine, dare le pasticche e tutto il resto. L’ho fatto anch’io, io non ho paura a dirlo. È bene quindi – conclude – iniziare a mentalizzare gli atleti fin da piccoli che non c’è più posto per gli imbroglioni». Sulla vicenda interviene anche Stefano Mansani, presidente della squadra giovanile «Mamma e Papà Fanini Livorno», in cui ha militato anche l’attuale campione italiano Juniores Mattia Bevilacqua. «Il controllo nei Giovanissimi – commenta – dovrebbe avere uno scopo ‘preparatorio’ per il futuro salto di categoria, già dall’anno successivo infatti i giovani atleti saranno sottoposti ai controlli di rito nelle categorie agonistiche e in tale ottica dovrebbe essere più ‘delicato’. Il problema quindi non è tanto il controllo in sé ma l’approccio costruttivo che si deve dare a questa attività ed il messaggio che si vuole diffondere nei giovani ciclisti per la loro tutela (e quella del futuro) rispetto a comportamenti scorretti di altri atleti».


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COMMENTI
D\'accordo con Fanini
11 agosto 2016 13:30 Pedalatore
Sono d\'accordo con le parole di Ivano Fanini. È giusto sensibilizzare ed educare sia corridori che famiglie sin dalle categorie minori. Andrebbe fatto anche negli altri sport. Un ciclista deve capire che il controllo antidoping farà sempre parte del suo cammino da ciclista. Mi auguro solo che tutti i controlli di Tradate siano negativi, altrimenti sarebbe la fine del ciclismo...

Cosa giusta
11 agosto 2016 15:26 antani
Molti criticano Fanini per la sua schiettezza. Questo è un caso molto delicato ma sinceramente credo abbia detto la sacrosanta verità. Bisogna iniziare a mentalizzare gli atleti fin da bambini così che avvenga un imprinting importante che poi si porteranno dietro tutta la vita.

DAI NON SCHERZIAMO!
11 agosto 2016 18:12 paciacca
Dai non scherziamo. Giovanissimi!
Spendiamo queste energie per rafforzare controlli su allievi e juniores ( categorie che sono a ' rischio alto ') ma i giovanissimi dai............. qui il ciclismo per molti è ancora ludico.....

dubbi
11 agosto 2016 20:35 siluro1946
Il signor Fanini confessa di essere un "dopatore", andrebbe squalificato, io nelle stesse situazioni, tanti anni fa, non ho mai dopato mio figlio, quindi non è giustificato il solito "così facevan tutti". Educare e non proibire.

Grande Fanini
11 agosto 2016 20:38 daniele01
O che piaccia o no i fatti danno sempre ragione a Fanini e poi l'aria che tira nei giovanissimi nei loro genitori e in molti organizzatori basta guardare la foto dell'articolo appena dato il via in che maniera si sono scatenati (neanche La partenza di Valentino Rossi) e qui mi sembra che non abbiano nemmeno 7 anni addirittura attaccano due numeri sulla maglietta forse vanno troppo veloci e hanno paura di sbagliare quando tagliano il traguardo? Dovrebbe essere un gioco questi sono più scatenati dei professionisti!!!

Fanini incisivo come sempre
11 agosto 2016 22:22 effeffe
Ivano sempre incisivo e senza paura di scrivere quello che pensa. Concordo il suo pensiero. Una domanda nasce spontanea.... Perché hanno fatto questi controlli???

@ Ivano Fanini
12 agosto 2016 12:20 angelofrancini
Partiamo dall'amicizia che ci lega da quando Cristian e Tommaso, i nostri figli, giocavano insieme sulle spiagge siciliane o calabre oltre 25 anni orsono, rapporti che mai si sono interrotti.
Ivano tutto è perfettibile, ma però io mi sono rotto di sentire dire che noi (del ciclismo) siamo la schifezza del mondo sportivo.
Il dopato esiste nello sport, come il drogato (perché nella vita civile così si definisce) esiste anche nei politici ed anche nella Chiesa.
Questo non giustifica queste azioni, il cui fine buono, viene annullato dagli innumerevoli danni che crea.
La lotta al doping deve per prima cosa riportare la credibilità nel mondo dell'ANTIDOPING: fa più danni allo sport agonistico quest'ultimo, sia in Italia che all'estero, che gli atleti agonisti che vengono scoperti far uso di doiping.
Credimi amico mio, ciao. Angelo

Cosa giusta
12 agosto 2016 14:45 roger
Fanini non dice che dopava i giovanissimi, ma che 40 fa dare una \"borraccina\" ai corridori era quasi cosa normale. Non parla di EPO, GH, testosterone, emotrasfusioni o altro. Magari si riferisce a qualche caffeina, o stimolanti di questo genere. Adesso non facciamo i santi, perché si sa che queste cose succedevano. E con il passare degli anni sono successe cose molto più gravi...quindi, a parer mio, è inutile fare i buonisti e Fanini ha ragione. Bisogna educare fin da piccoli ma se poi ci sono genitori che se ne fregano perché vogliono che i figli diventino campioni, allora che ben vengano i controlli. Se si vuol essere credibili, ed oggi il ciclismo sta pian piano tornando ad esserlo, ci vogliono anche misure drastiche. Quindi Fanini secondo me ha ragione!

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