| 15/12/2008 | 17:37 Rodolfo Muller come Amedeo Modigliani? Un paragone che non deve sembrare irriguardoso: entrambi nacquero a Livorno, Muller nel 1876 e Modigliani nel 1884 e vissero a Parigi fino alla loro morte, avvenuta nel 1920 (Modigliani) e nel 1947 (Muller). Rodolfo Muller fu definito un poeta-artista-sportivo che andava in bicicletta per diletto, mentre “Modì” è ormai unanimemente considerato un genio dell’arte pittorica e di quella scultorea. Entrambi avevano un debole per le rappresentanti del gentil sesso, meglio se parigine e l’unica differenza notevole fra di loro fu quella relativa alle condizioni economiche in cui trascorsero la loro movimentata esistenza parigina: per Muller si trattò di una vita agiata da vero viveur, a contatto con la migliore borghesia francese, mentre per Modigliani fu sempre presente lo spettro angosciante della povertà, da vero artista bohemien. E’ quindi presumibile che i due illustri livornesi si siano, prima o dopo, incontrati in qualche café chantant della Ville Lumière, anche se al proposito non esiste nessuna notizia certa. Certo è invece il fatto che Rodolfo Muller percorse per primo il tracciato completo del primo Tour de France della storia, su incarico del patron (era il direttore del giornale l’Auto) ed organizzatore Henri Desgrange. Era la primavera del 1903 e Muller coprì i 2.500 chilometri del nascituro Tour in moto e in bicicletta, segnando con estrema cura e pignoleria i vari punti problematici e registrando i presumibili tempi di percorrenza dei corridori in bicicletta. Sul suo taccuino annotò i passaggi pericolosi come quelli posti nelle vicinanze di fiumi, di strade danneggiate o sconnesse, di ponti pericolanti e così via. Indicò dove sarebbe stato possibile incontrare dei cani randagi e mordaci, addirittura bocciò quei centri abitati dove era opportuno non transitare a causa dell’animosità dei tifosi (gli hooligans del ciclismo esistevano più allora che oggi…) di qualche concorrente locale senza scrupoli, che sarebbe sicuramente stato aiutato da questi individui - probabilmente prezzolati - a mettere KO (anche materialmente..) i rivali più pericolosi. Un lavoro certosino, che per la sua accuratezza fece svanire d’incanto le improvvise paturnie di patron Desgrange, nate proprio in prossimità della data di realizzazione del primo Tour de France della storia. Quel Tour Muller lo corse anche da ciclista, piazzandosi addirittura quarto assoluto nella classifica finale, ad un passo dall’agognato podio. Fu comunque il primo tra gli stranieri ed intascò il considerevole premio (per quei giorni) di 1.250 franchi francesi. Nessuno poté tuttavia togliergli la storica soddisfazione di avere percorso per primo il tracciato del Tour de France, contribuendo non poco alla nascita di questa leggenda dello sport mondiale.
Stefano Fiori
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