FCI, Claudio Santi si è dimesso da ogni incarico

| 24/01/2005 | 00:00
Claudio Santi ha rassegnato oggi le sue dimissioni da direttore del Consiglio del Ciclismo Professionistico, e dagli incarichi di responsabile del settore radio informazioni, e da qualsiasi incarico contenuto nel contratto di collaborazione. «Nel rispetto della Federazione Ciclistica Italiana - si legge nel comunicato diffuso da Santi -, che mi ha attribuito l’onore di essere il candidato dell’Italia al Consiglio Direttivo dell’Unione Ciclistica Europea e dell’Unione Ciclistica Internazionale, intendo presentarmi all’assemblea generale dell’Unione Ciclistica Europea sabato 29 gennaio a St. Wendel, nel pieno rispetto dello Statuto dell’Unione Ciclistica Internazionale. Ritengo quindi di non dover più intrattenere, da oggi, nessun rapporto di lavoro con la Federazione Ciclistica Italiana ma di esserne solo il candidato per gli organismi internazionali. Voglio ringraziarVi e con Voi ringraziare tutto il Consiglio Federale e le associazioni ciclistiche Italiane per la fiducia e la stima che mi è stata concessa in questi anni di lavoro, di passione e di impegno con il settore professionistico, le squadre nazionali e, nel quadriennio precedente, il rapporto con il sud e con la pista. Ringrazio il segretario generale e tutti i colleghi con cui ho avuto modo di impegnarmi in questi anni a favore del movimento ciclistico». lettera allegata: Ill.mo Presidente, Giancarlo Ceruti, Ill.mo Segretario Generale, Alessandro Pica, sono a fornirvi questa relazione dopo otto anni passati nella Federazione Ciclistica Italiana, come dirigente e funzionario. Premetto che in passato sono stato corridore per dieci anni, da esordiente a professionista, categoria alla quale sono arrivato dopo aver vinto varie gare nelle categorie giovanili e quindici da dilettante, fra cui varie classiche internazionali come il Giro delle Valli Aretine e il Cuoio e Pelli. Ma quando dalla Giacobazzi, squadra seria e corretta, sono arrivato al professionismo, per i primi sei mesi non mi sono arrivati stipendi, ma solo urla quando li chiedevamo, ed avendo perso il padre da poco più di un anno, ho deciso di smettere e di andare a lavorare. Per passione organizzavo gare per giovani e dilettanti, fino ad organizzare i campionati Italiani di ciclismo su pista nel 1996, e ricevere poi nel febbraio successivo, dopo l’assemblea di Saint Vincent, l’incarico di collaboratore di Sergio Bianchetto, che per me è stato un buon maestro, nel settore organizzazioni della pista. Pista: Nel 1997 e precedenti la Federazione elargiva contributi all’ ANVI per organizzare gare di alto livello che permettessero un attività agli atleti delle squadre nazionali nei vari velodromi Italiani. A Fiorenzuola è stata organizzata una prova di Coppa del Mondo, e una si è svolta a Quartu Sant’Elena. Nel 1999 e nel 2000 altre due prove di Coppa del Mondo, a Fiorenzuola e Torino, in entrambe ho svolto il ruolo direttore dell’organizzazione, così come in quella di Pordenone nel 2001. Con i tecnici della nazionale, prima Sandro Callari, con cui ho avuto un buon rapporto, e poi Marco Maccario si è sempre parlato del vero problema pista, e cioè delle grandi difficoltà a far fare pista ai ragazzi, visto il poco interesse o addirittura il divieto da parte delle società fin da juniores. Se posso fare una battuta, la pista interessava poco ai “media” quando aveva campioni olimpici e interessa molto quando non fanno risultati gli Italiani, anche se a onor del vero il vivaio e le donne hanno vinto diversi titoli Europei, ma i giornali specializzati non seguono il ciclismo da loro definito “minore”. Sud: E’ l’incarico che più mi ha gratificato e dove ho lasciato i migliori rapporti personali, sia con i corridori, di cui ricordo le trasferte al trofeo Buffoni, al trofeo Paganessi e al Giro della Lunigiana, in cui fra gli altri il siciliano Criminisi e il campano Buccero si distinsero con successi e piazzamenti. Ricordo i campionati del sud in pista a Barletta, organizzati dagli amici locali con la nostra collaborazione, che videro la partecipazione di oltre 100 atleti, e ricordo Raffaele Reccia, uomo con cui ho avuto un rapporto di rispetto e di grande affetto, che dove non arrivava la tabella federale mi faceva aggiungere qualche migliaia di lire di rimborsi dandole di tasca propria. Il rapporto di fiducia, di stima e di collaborazione con i presidenti e rappresentanti regionali, con gli atleti e le persone mi permettono di conservare momenti bellissimi trascorsi tra il 1998 e il 2000. Juniores: Ho diretto per 2 anni (1999 e 2000), la scuola nazionale juniores, che aveva la funzione di abbinare la teoria alla pratica del ciclismo nella fascia di età tra i 17 e i 18 anni. Ha collaborato anche con noi Gianni Bugno, a cui mi lega un rapporto di amicizia e di stima. Il centro studi, nei 20 ritiri regionali, aveva avuto modo di monitorare le ambizioni e la preparazione degli atleti, a cui si insegnava l’abbinamento tra ciclismo regolamentare e pratico. Si consigliava inoltre loro l’importanza di proseguire gli studi e di tutelare la propria salute, non cadendo nella mani di “stregoni”. Tra i più 150 di ragazzi e ragazze partecipanti a tali ritiri, vi sono stati anche Filippo Pozzato e Damiano Cunego. Professionisti: Quando, nel 2001, sono stato nominato direttore del settore professionistico, è stato per me, che fin da ragazzino ho praticato, seguito e organizzato il ciclismo, un momento emozionante. I giornali e gli altri media narravano di un mondo (quello dei professionisti) contro la Federazione. Tuttavia, arrivato negli uffici dell’ex Lega, divenuto per uniformarsi all’U.C.I., Consiglio del Ciclismo Professionistico, la sorpresa è stata che di professionismo non vi era nulla. Parecchi atleti gareggiavano senza avere una licenza, i giudici di gara erano convinti che era sufficiente l’iscrizione del Gruppo Sportivo con l’elenco degli atleti per poter gareggiare (una circolare di Alain Rumpf poi ci ha poi dato ragione ricordando che le licenze sono solo quelle rilasciate dalle Federazioni Nazionali). I corridori lottavano per uscire da quello che loro definivano “sistema” doping, poco più di un mese dopo la bufera a “Sanremo”. Quasi tutti i Gruppi Sportivi avevano da tempo preso strade fiscali straniere e minacciavano uscite sportive in massa, ma poi si sono tutti riaffiliati in Italia. Un gruppo sportivo (Il Gabbiano di Gianluigi Stanga) aveva una pendenza con un corridore francese (Leblanc) che metteva in crisi la Lega e che poi ha provocato guai con la Federazione. Il calendario era gestito da continui litigi fra grandi e piccoli organizzatori. L’ex segretario della Lega, Angelo Lavarda, nonostante avesse terminato il suo incarico e contribuito a portare a tale situazione, ha potuto utilizzare gli uffici della Federazione, ricompensato quale liquidatore, per più di un anno. Il servizio di Radio Informazione era abusivo, cioè andava alle corse “sprovvisto delle autorizzazioni di legge necessarie”, un accordo successivo con il Ministero ci ha permesso di portarlo alla legalità. Nel Giro d’Italia del 2002, che ha attraversato diverse nazioni, delegato dalla RCS Sport, ho partecipato ad una riunione a Colonia, ottenendo le autorizzazioni per l’utilizzo delle frequenze nei vari paesi e stipulando un protocollo ancora oggi base per vari paesi. Da allora tutti i corridori, tecnici e personale sono tesserati, i servizi legalizzati ed i gruppi sportivi e gli enti organizzatori affiliati. Squadre Nazionali: Su incarico del Consiglio Federale ho avuto l’onore e l’impegno di fare il capo delegazione delle squadre nazionali ai Campionati del Mondo di Lisbona 2001, Zolder 2002 (vittoria di Cipollini), Hamilton 2003, Verona 2004, oltre ad esserne dirigente al Giro del Qinghai, in Cina, nel 2003, vinto da Cunego, e alle Olimpiadi di Atene, vinte da Bettini. A Zolder, Hamilton, Atene e Verona, ho anche guidato l’ammiraglia. Non ho ricercato le copertine e gli operatori della TV, ma l’essere al servizio della squadra, del personale e dei tecnici, con cui ho un eccellente rapporto. Come Team Manager ho partecipato alle riunioni dei direttori tecnici, coordinato il personale e organizzato le trasferte con la segreteria generale. Vi faccio presente che, giustamente, il personale occasionale e il personale CONI, percepiscono per tali trasferte un gettone di presenza, il sottoscritto non ha mai percepito un solo €uro per organizzare tutte queste trasferte, la passione per il ciclismo mi ha permesso di servire la nazionale senza aggiunte economiche. Caro Presidente, caro Segretario Generale e cari amici del Consiglio Federale, dopo otto anni, che mi hanno riservato anche forti emozioni quali l’organizzazione della serata del centenario dell’U.C.I., con il Presidente Hein Verbruggen, nel 2000, la vestizione della maglia bianca a Ivan Basso, ai Campi Elisi, nel Tour de France del 2002, lascio l’incarico di direttore del settore professionistico per rispettare la Federazione Ciclistica Italiana quale candidato al Consiglio dell’Unione Ciclistica Europea e dell’Unione Ciclistica Internazionale. Spero di essere eletto e nel caso succeda, di rappresentarvi al meglio. vostro, Claudio Santi Claudio Santi 25 gennaio 2005 santicl@tin.it curriculum: Claudio Santi, 41 anni, è nato a Fidenza (Parma) il 27.09.1963 ha corso in bicicletta dal 1976 (esordiente) al 1986 (professionista) dal 1997 è dirigente della Federazione Ciclistica Italiana, dal 2001 direttore del settore professionistico organizzatore di ciclismo su pista ha diretto 6 prove di Coppa del Mondo (Fiorenzuola 1997 - 1999, Torino 2000 - Mexico City 2000 - 2001, Pordenone 2001), 1 Campionato del Mondo Juniores (Fiorenzuola 2000), 1 Campionato Europeo Juniores (Fiorenzuola 2001), 1 Campionato Europeo Madison (Fiorenzuola 2004) direttore e capo delegazione della Nazionale Italiana di ciclismo in 4 campionati del mondo strada (Lisbona 2001 - Zolder 2002 - Hamilton 2003 - Verona 2004) dirigente della Nazionale Italiana ai Giochi Olimpici di Atene candidato dalla Federazione Ciclistica Italiana al consiglio direttivo U.E.C. (Unione Ciclistica Europea) e U.C.I. (Unione Ciclistica Italiana) per il quadriennio olimpico 2005 \ 2008 comunicato U.E.C.: Elections UEC congrès St. Wendel / Elections UEC congress St. Wendel Candidats enregistrés / registered candidates Président / President Holecek Vladimir (CZE) Comité Directeur de l’UEC / UEC executive committee (6 membres / 6 members): Baal Daniel (FRA) Broadbent Barry (GBR) Coca Cuéllar Roberto (ESP) Gusyatnikov Alexander (RUS) Hofer Fränk (SUI) Lopes Artur (POR) Maréchal Thierry (BEL) Ramseier Fritz (GER) Santi Claudio (ITA) Tchmil Andrei (BEL) Tzimas Athanassios (GRE) Walkiewicz Wojciech (POL) Désignation de 8 candidats pour le Comité Directeur UCI Appointment of 8 European candidates for the UCI executive committee: Atsma Joop (NED) Cattaneo Rocco (SUI) De Backer Laurent (BEL) Gusyatnikov Alexander (RUS) Lappartient David (FRA) Lopes Artur (POR) Mendiburu Ramon (ESP) Pedersen Peder (DEN) Ramseier Fritz (GER) Santi Claudio (ITA) Tzimas Athanassios (GRE) Walkiewicz Wojciech (POL
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