Parla Riccò: «L'affetto degli sportivi è la cosa più importante»

| 04/09/2008 | 09:28
E’ sceso dalla bici ed è salito su una cyclette. Ma non sarebbe giusto fare dell’ironia sull’attuale condizione di Riccardo Riccò, che in questi giorni di attesa per la sua sorte si sta passando il tempo facendo l’istruttore di spinning in una palestra modenese. «No, perché a me lo spinning è sempre piaciuto, è un bel modo per divertirsi in compagnia, e anche negli anni passati l’ho usato per tenermi in allenamento quando pioveva e non avevo voglia di prendere freddo», racconta lui. E infatti nella palestra in questione non si sono stupiti, di vederlo al suo posto anche in questi giorni. Nonostante l’arrivo della squalifica per doping sia ormai imminente: «Credo che verso metà settembre si dovrebbe sapere qualcosa di preciso, mi aspetto che ci sia già una sentenza». Dalla quale dipenderà il suo futuro, anche se difficilmente seguirà l’invito di papà Rubino, che dopo la confessione del figlio aveva detto di volerlo prendere con sé a fare il restauratore: «Ma non ho la manualità giusta, non posso fare quel mestiere. Credo che il mio futuro — spiega Riccò, risultato positivo alla Cera durante il Tour — sia ancora nel mondo del ciclismo. Spero che aver collaborato serva a qualcosa. Se la squalifica non fosse superiore ai due anni, tornerò a gareggiare, sono ancora giovane. Se invece fosse di tre o quattro anni, probabilmente smetterei e forse potrei andare a lavorare in un negozio di biciclette. Ma prima aspettiamo di capire quanto sarà lunga la squalifica». Quello che invece non è cambiato, nonostante tutto, è l’affetto dei tifosi: «E’ vero. Non posso dire che me lo aspettassi, sicuramente mi ha stupito in positivo il fatto che, al di là di quelli che si sono fatti indietro, ci siano stati anche tanti tifosi che mi sono stati vicini. Ho ricevuto tantissime lettere di incoraggiamento, che mi hanno dato il morale per andare avanti». E intanto il 21 settembre si disputerà la Gran Fondo in suo onore, alla quale parteciperà come ospite. da «il Resto del Carlino» del 4 settembre 2008 a firma Doriano Rabotti
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COMMENTI
Bo!
4 settembre 2008 13:54 teobici
Perchè si deve vergognare. Ha confessato, paghera la sua squalifica e poi basta.
Chi sbaglia e non ammette le sue colpe si deve vergognare!
Se rientrerà nel mondo della bici speriamo che lo faccia in modo onesto.

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