L'ORA DEL PASTO... ALLA VUELTA. GIANNI MARCARINI, DA GREGARIO A VENDITORE DI SOGNI PER PASSIONE

STORIA | 28/08/2025 | 08:23
di Marco Pastonesi

Quando vinse la Vuelta nel 1964, Raymond Poulidor poteva contare anche su un gregario italiano. Si chiamava (si chiama, è vivo) Gianni Marcarini. Però il suo dorsale numero 25 si vide poco: il quinto giorno Marcarini finì fuori tempo massimo. Comunque una piccola, piccolissima parte di quel primo posto di un eterno secondo spetta anche a lui.


Del 1940, bergamasco di Treviolo, parente alla lontana di Italo Zilioli, Marcarini emigrò in Francia e là cominciò la sua avventura a pedali. Professionista dal 1961 al 1970. Gregario. Subito per Jacques Anquetil, poi per Federico Martin detto Bahamontes e Poulidor. Pochissime vittorie: una tappa al Tour du Morbihan, in Francia, nel 1964, un’altra in quello del 1967, e la Bretagne Classic Ouest-France, nel 1970, quando non si chiamava ancora GP di Plouay. Non doveva brillare per la resistenza, Marcarini, se quella Vuelta del 1964 rimase l’unico grande giro della sua carriera. Ma figura negli ordini d’arrivo di Parigi-Nizza e Quattro giorni di Dunkerque, Delfinato e Milano-Sanremo, Het Volk e Parigi-Roubaix, addirittura potrebbe vantarsi dell’ottavo posto al Lombardia del 1964 vinto da Gianni Motta.


Daniel Mangeas, per una quarantina d’anni lo speaker ufficiale del Tour de France e delle altre corse organizzate dall’Aso, racconta dell’ultima tappa del Circuit des 3 Provinces del 1960, l’arrivo a Louvigné du Désert. “Dalla macchina che apriva la corsa fu annunciato che a 7 km da Louvigné in testa c’erano due corridori, Jean-Pierre Genet e Roland Mangeas. Vantaggio: due minuti”. Roland era il cugino di Daniel. Poi l’attesa, snervante. Finché “ultimo km, ultima curva e stupore: Genet era solo. Poi giunse Gianni. Infine Roland”. Vittima di una foratura a 5 km dal traguardo, il cugino Mangeas aveva dovuto fermarsi, sostituire il palmer, gonfiarlo e ciao. Una decina di anni dopo Marcarini e Daniel Mangeas si rividero al popolarissimo circuito di Vernon nell’Eure: Marcarini da corridore, Mangeas da speaker. “Gianni era lì con la sua famosa maglia nera. L’anno precedente Gianni aveva fatto incetta di premi, tanto era stato irresistibile in volata. Non volendo ripetere la stessa storia, stavolta gli organizzatori gli diedero l’ultimo pettorale e lo fecero partire dall’ultima fila. A peggiorare le cose, assegnarono un premio di mille franchi, una cifra notevole all’epoca, destinata a chi transitasse primo alla fine del primo giro. Il circuito era lungo 900 metri. Gianni partì ultimo, salì sul marciapiede, gli spettatori indietreggiarono e, mentre guardavano stupiti, Gianni aveva già vinto il traguardo e quasi ritirato il premio”.

Marcarini abita a Hennebont, nel dipartimento del Morbihan (teatro di due delle sue tre vittorie), in Bretagna, dove, smesso di correre, aprì una bottega da ciclista. Ma non ha mai resistito al richiamo delle corse, tant’è che è sempre alle corse. Non più a due ruote (ha 85 anni), ma a quattro, quelle di un camioncino che guida e parcheggia, e dove mangia, beve, dorme, nonché custodisce, trasporta e vende maglie, calzoncini, berrettini (“casquettes”), caschi, calzini, palmer, sacchettini dei rifornimenti (“musettes”), corridori in miniatura, perfino libri, collezioni attuali e d’epoca, con qualche pezzo d’autore, una maglia di Felice Gimondi, un’altra di Roger De Vlaeminck, un’altra ancora di Bernard Thevenet, chissà se nel frattempo non le abbia vendute. Lui dice che non lo fa per mestiere, ma “per passatempo”, dunque non per i soldi, ma “per passione, quasi una droga”, spiega che “mia moglie vorrebbe che la finissi e tornassi a casa”, ma ribatte che “non ho nessuna voglia di starmene in poltrona a guardare la tv”, così alle vendite online (ha un sito internet: www.cycles-marcarini.com) preferisce di gran lunga quella diretta stradale, rivela che tiene gli incassi sotto il materasso, e dichiara che quello appena fatto, dalla prima all’ultima tappa, è stato il suo quarantesimo Tour. Ma a giudicare dalla vitalità, c’è da scommettere che non sarà stato l’ultimo.

“Una volta lo incontrai al Tour du Limousin – conferma ancora Mangeas -. Gli dissi che avrei dormito all’Hotel Ibis, poi gli chiesi dove avrebbe dormito lui, mi rispose all’Hotel Mercedes, gli spiegai che non sapevo dove fosse, allora lui prese carta e penna e disegnò un furgone, il suo furgone, un Mercedes”.


Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il Giro d’Italia si deciderà in Friuli. Lo farà nel cinquantesimo anniversario della sua più grande tragedia, il terremoto del 1976, onorando i mille morti e celebrando la rinascita di una terra che, nel frattempo, nella seconda metà di questo...


Sarà un po' l'ultimo regalo di Enzo Cainero. Il grande manager, uno che ha portato la nostra regione nel grande ciclismo, e non solo per lo Zoncolan, ha seminato bene prima di andarsene tre anni fa. Paolo Urbani, l'ex sindaco...


Salvatore Puccio, una vita da gregario. In occasione del suo 36° compleanno ha an­nunciato l'addio alle corse ed è stato subissato da messaggi di affetto.  Salvatore Puc­cio è molto amato in gruppo, ha fatto del suo meglio per farsi ben...


Alice correva in bicicletta e proprio la bicicletta le ha fatto conoscere Kevin. Alice ha smesso di correre per dedicarsi agli studi, Kevin in bicicletta continuava ad inseguire il suo sogno. Il 21 settembre il sogno si è spezzato, il...


«Se la Uno X mi stupisce? Non troppo, nel senso che si tratta di un progetto di squadra molto chiaro ed ambizioso. Dietro allo storico passaggio nel Gotha assoluto del ciclismo mondiale c’è un lavoro iniziato da anni, grazie alla...


Una prima volta da applausi, quella di Giulio Ciccone: l'abruzzese della Lidl Trek  ha conquistato l'Oscar tuttoBICI Gran Premio Fondazione Molteni riservato ai Professionisti al termine di una stagione che gli ha regalato grandi soddisfazioni. Ciccone succede nell'albo d'oro al...


Il 23 novembre, Port Hercule ospiterà nuovamente BEKING, giunto alla sua quinta edizione. Campioni e campionesse internazionali, tra cui il Campione del Mondo Tadej Pogačar e la plurititolata Pauline Ferrand-Prévot, sfileranno per le vie del Principato. Un’occasione unica, per media...


Pare che l’idea di partenza sia proprio questa, ovvero quella di interpretare un nuovo concetto di occhiale sportivo in cui tra lente e montatura non ci sono confini, ma solo totale continuità. Vediamola così, anzi, parliamo di integrazione visto che...


L’annuale ritrovo di ex corridori e varia umanità del ciclismo di diverse epoche proposto da molti anni dall’ex tricolore dilettanti Alberto Morellini, ha numeri sempre in crescita. Poco meno di duecento commensali, molti con ragguardevole età ma spirito assai giovanile,...


E’ un po’ vecchia fattoria e un po’ arca di Noè. Ha qualcosa di Amsterdam e qualcosa di Ouagadougou. Sembra una sorta di pronto soccorso e una sorta di mutuo soccorso. Si respira aria di pompa ma anche olio di...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024