
La Vuelta a España, terzo e ultimo grande giro della stagione, si colloca in un periodo particolarmente fitto nel calendario della Bahrain Victorious, impegnata questa settimana in altre competizioni su più giorni tra Germania e Benelux. Di sicuro quello della grande partenza dal Piemonte, prima volta in 80 edizioni che la Vuelta parte dall'Italia, sarà un weekend davvero intenso per noi e per i nostri tifosi. Dopo precedenti partenze da Francia, Paesi Bassi e Belgio, questa sarà il sesto via dall'estero per il grande giro spagnolo.
Da Torino a Madrid, le tre settimane dal 23 agosto al 14 settembre vedranno il gruppo coprire una distanza complessiva di 3151 chilometri toccando 4 Paesi (oltre a Italia e Spagna, si passerà da Francia e Andorra) con quasi 55mila metri di dislivello e 10 arrivi in salita. Il percorso è particolarmente adatto agli scalatori, con appena 4 frazioni pianeggianti di cui una con un epilogo che comunque tira all'insù. Ci saranno salite leggendarie come il Morredero, Cerler, Valdezcaray e l'attesissimo Angliru, una delle scalate più dure del ciclismo mondiale, a metà corsa. Lo spettacolo culminerà nella penultima giornata di gara sulla Bola del Mundo, che torna a far parte di questo percorso a 13 anni dall'ultima volta.
La prima tappa di vera montagna sarà la sesta, nel Principato andorrano dopo il trasferimento da Italia a Spagna e la cronosquadre di Figueres, ma i corridori ci arriveranno con le gambe già messe alla prova: se l'avvio torinese sarà dedicato agli sprinter, la seconda tappa su a Limone Piemonte potrà costituire una ghiotta occasione per provare a indossare la maglia rossa. «Quella sarà un'opportunità che dovremo cogliere subito» afferma il direttore sportivo Franco Pellizotti.
Il capitano della Bahrain Victorious sarà Antonio Tiberi, alla sua quarta partecipazione. Il 24enne scalatore ciociaro vuole ardentemente raccogliere il massimo risultato possibile, dopo che lo scorso anno fu costretto al ritiro per un colpo di calore durante la nona tappa mentre deteneva la maglia di miglior giovane ed era in lizza per il podio generale, e dopo aver dovuto lasciare tre mesi fa il Giro d'Italia per la caduta di Gorizia. Queste le parole di Tiberi: «Il mio obiettivo è lo stesso del Giro d'Italia, inseguire il podio finale grazie alla fiducia reciproca coi miei compagni di squadra, siamo forti e ci siamo preparati molto bene. Rispetto ad alcune edizioni passate che avevano tante salite esplosive, stavolta troverò diverse salite lunghe che meglio mi si addicono. Non ne ho messa nel mirino una precisa, starò super-concentrato per cogliere ogni occasione che mi si dovesse presentare: se sarò nelle giuste condizioni, attaccherò.»
Se la terza tappa, l'ultima tutta piemontese, presterà il fianco a fuggitivi o velocisti resistenti, la quarta porterà la carovana al di là delle Alpi attraverso Monginevro e Lautaret a 70 km dal traguardo. Si viaggerà poi in terra iberica, come detto, senza alcun riposo: la classifica inizierà a prender forma sui Pirenei attraverso anche il transito ad Andorra, con la tappa numero 7 fino a Huesca La Magia che sarà quella con più dislivello in assoluto: 4 GPM e oltre 4400 metri di dislivello.
Se l'ottava tappa a Saragozza sorriderà alle ruote veloci («ma attenti ai ventagli» avverte Pellizotti) la nona presso la stazione sciistica di Valdezcaray costituirà una sfida impegnativa prima del riposo di Pamplona: oltre 3200 metri di dislivello e arrivo in salita, per quanto ci sia una sola salita categorizzata. La seconda settimana riprenderà con la Parque de la Naturaleza Sendaviva – El Ferial Larra Belagua, 168 km in Navarra dove un inizio semplice condurrà fino alla decisiva ascesa di categoria 1 sul confine franco-spagnolo.
Grosse insidie per gli uomini classifica potranno giungere nell'undicesima tappa, a Bilbao: tipico profilo basco, con 7 salite brevi ma ripide, discese tecniche e rilanci continui. Ci sarà da evitare brutti scherzi per presentarsi al meglio ai successivi appuntamenti più duri. La dodicesima tappa (Laredo – Los Corrales de Buelna, 143 km) prevede due salite a lunga distanza dal traguardo, che potrebbero ingolosire gli attaccanti, invece venerdì 5 settembre sarà il gran momento dell'Angliru, un maestoso ritorno dopo un anno di assenza: 12,5 chilometri con pendenza in doppia cifra e rampe fino al 23,5% negli ultimi 3 km. Sarà peraltro l'unica tappa che toccherà i duecento chilometri: a precedere l'Angliru saranno l'Alto de Mozqueta e l'Alto de Cordal.
Parola a Santiago Buitrago, che nel 2023 finì 8° sull'Angliru e sarà della partita anche quest'anno: «Di sicuro la scalata più dura che abbia mai affrontato, non superi i 10 chilometri orari e l'ultimo chilometro sembra non finire mai! All'epoca fui fortunato a rimanere insieme ai migliori e stavolta vorrei migliorarmi ulteriormente. Dipenderà tanto da come ci arriveremo e come si saranno sviluppate le strategie di squadra, personalmente ho recuperato bene dal Tour de France e dai miei infortuni quindi sono pronto. Ci sono delle tappe che ho cerchiato in rosso, come quella di Andorra vicino a dove abito, e non posso negare che vincere sull'Angliru o sulla Bola del Mundo sarebbe indimenticabile...»
La tappa 14 sarà breve ma piena di saliscendi e con arrivo in salita sulla Farrapona, la numero 15 (Vegadeo – Monforte de Lemos, 167 km) sarà adatta a una buona fuga, prima dell'ultimo lunedì di riposo a Pontevedra. Dichiara Pellizotti: «Sarà una Vuelta dalle molteplici opportunità di successo per noi, pur tenendo sempre sott'occhio la classifica di Tiberi; Buitrago avrà tante chance sulle montagne, il nostro "capitano in corsa" Damiano Caruso è in forma smagliante, Jack Haig (che nel 2021 salì sul podio finale dietro Roglic e Mas) conosce benissimo questi terreni, Torstein Træen viene da un'ottima Burgos, Nicolò Buratti sarà la nostra punta per le volate, Mathijs Paasschens e Roman Ermakov saranno preziosi gregari e all'occorrenza fuggitivi. Ci presentiamo con una formazione ben bilanciata, pronta a lottare ovunque.»
La fatidica terza settimana comincia con 4 salite e un arrivo in salita, e prosegue coi 137 km dal Barco de Valdeorras all'Alto del Morredero: altra bella ascesa conclusiva in vista! La diciottesima tappa sarà la crono individuale di Valladolid, perfetta per gli specialisti e utile per quegli uomini classifica che se la cavano contro il tempo. Come Tiberi: «Sarà molto simile a quella del 2023, veloce e lunga poco più di 25 chilometri. Un momento ideale per provare a guadagnare terreno sui miei diretti avversari, considerando inoltre che la stanchezza generalizzata sarà un fattore.»
A chiudere la Vuelta 2025, in mezzo alle tappe per velocisti di Guijuelo e, naturalmente, di Madrid, ci sarà la numero 20: Robledo de Chavela – Bola del Mundo, 156 km con strappi in sequenza prima d'intraprendere la Bola del Mundo, 2200 metri d'altitudine con gli ultimi 3,2 km al 12,2% a incoronare definitivamente il vincitore. Chiunque egli sia, sarà sicuramente un corridore di valore: con un lotto di partecipanti che prevede nomi del calibro di Vingegaard, Almeida e Pedersen, ci saranno vincitori sia di tappa che di generale che renderanno questa edizione della Vuelta una delle più combattute e competitive degli ultimi anni!
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