
Lo scorso autunno vi abbiamo parlato della squadra Juniores di Claudio Terenzi, la Veleka, in occasione dell'ingaggio del direttore sportivo Olivano Locatelli in aggiunta a Fabio Bordacchini. La particolarità di questo team, nato due anni fa, sta nella sua vocazione internazionale pur tenendo come "epicentro" il territorio capitolino. Sede legale a Praga, tanto che ufficialmente batte bandiera ceca, sede operativa a Ladispoli, e corridori di diverse nazionalità dai poli opposti del mondo. L'anno scorso il motto era 4 nazionalità, 3 continenti, una Veleka: quest'anno c'è un continente in meno, ma le nazionalità andranno probabilmente ad aumentare e soprattutto è rimasto intatto il principio fondamentale. Anzi, questo principio è andato persino a "potenziarsi" assumendo una valenza simbolica che ci ricorda quanto lo sport e il ciclismo abbattano i confini e, in continuità con l'antico olimpismo, possano portare messaggi di pace quando là fuori il mondo sembra ogni giorno cadere nel precipizio bellico. Al fianco del consueto gruppo di giovani atleti provenienti dall'Oceania, infatti, in questi mesi si sono affiancati due ucraini e un bielorusso... e potrebbe presto aggregarsi un russo!
I due ucraini si chiamano Andrei Holovchenko (classe 2007) e Ivan Berezhnyi (2008, quindi 1° anno nella categoria) mentre il bielorusso risponde al nome di Ilya Slesarenko e ha cominciato la stagione con una vittoria in rimonta solitaria a Terracina, per poi proseguire con due piazzamenti in top-10. Ma al di là dell'aspetto sportivo, ciò che colpisce è l'amichevole convivenza sotto lo stesso tetto e alla stessa tavola, prima ancora che nella stessa squadra, di ragazzi le cui nazioni di appartenenza hanno rapporti così tesi: «Mostrano un affiatamento fantastico, sia tra di loro che coi loro compagni di Australia e Nuova Zelanda, e non hanno mostrato alcuna perplessità quando hanno saputo che avrebbero corso insieme» spiega emozionato Terenzi, che dato il periodo aggiunge «un augurio per una serena Pasqua di pace». Nel frattempo ha completato le pratiche di tesseramento per la Veleka, ma è ancora a Mosca in attesa di ricevere il visto per trasferirsi in Italia, il non ancora 17enne Vadim Lolo: stradista e pistard, originario della Crimea, uno dei territori-simbolo del conflitto che sta imperversando nell'Oriente d'Europa. Potrebbero volerci giorni, settimane o mesi, dipenderà da equilibri diplomatici più grandi di noi. In attesa di Lolo, le pedalate italiane di Holovchenko, Berezhnyi e Slesarenko continuano senza conoscer guerre.
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