| 26/06/2008 | 18:17 Vi ricordate Maximiliano Richeze? Vi ricordate la positività resa nota 24 ore prima del via da Palermo del Giro d'Italia? Vi ricordate che la Csf Group Navigare decise di rispedire immediatamente a casa il corridore in attesa delle controanalisi e di ulteriori accertamenti? Bene, adesso se ne sa qualcosa di più, grazie ad un comunicato stampa ufficiale ricevuto dalla stessa società diretta da Bruno e Roberto Reverberi e che volentieri pubblichiamo integralmente. Eccolo:
«I risultati sugli amminoacidi argentini che un laboratorio chimico di Padova ha analizzato dopo la positività di Maximiliano Ariel Richeze - riscontrata al Circuit Cycliste Sarthe dello scorso aprile e confermata dalle successive controanalisi - hanno certificato la presenza dello stanozol, uno steroide non indicato tra gli ingredienti della confezione comprata dal ragazzo in Argentina. La sostanza era dunque contenuta proprio in quel prodotto acquistato ad inizio stagione, che Maximiliano Richeze aveva individuato come possibile causa dei suoi problemi sin dalle prime notifiche ufficiali dall'antidoping. Il team tiene a sottolineare che il prodotto in questione nulla ha a che vedere con gli integratori PowerBar, utilizzati in questa stagione dalla squadra.
Il passo successivo della difesa del ragazzo, assistito dall'avvocato Martelli, sarà dimostrare che anche altre confezioni dello stesso prodotto (stessa partita e successive), ancora sigillate, contengono la stessa - proibita dall'antidoping - sostanza: “Stiamo cercando un laboratorio in grado di produrre dei risultati in breve tempo - dichiara Maxi Richeze - per presentare tutti i documenti alla prossima udienza”.
Nel caso in cui l'avvocato Martelli riuscisse a dimostrare la buona fede del suo assistito, la Federazione ciclistica argentina potrebbe considerare tale risultati come un'attenuante in vista della possibile sanzione disciplinare da infilggere al ragazzo.
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