DIECI FACCE DA TOUR

TOUR DE FRANCE | 28/06/2024 | 08:30
di Angelo Costa

Tour storico, a prescindere: il primo che parte dall’Italia, il primo che non si concluderà a Parigi. Tour leggendario, con ogni probabilità: vincendolo, Tadej Pogacar centrerebbe quella doppietta Giro-Tour che manca dai tempi di Pantani, fine secolo scorso. Tour duro, fin da subito: la Firenze-Rimini con i suoi 3600 metri di dislivello è la più tosta frazione d’avvio di sempre, la Cesenatico-Bologna si chiude con un paio di colli e la doppia scalata del San Luca. Tour duro, anche in Francia: il quarto giorno c’è il Galibier, a seguire quattro arrivi in quota fra Pirenei e Alpi, le strade bianche (32 chilometri distribuiti in 14 settori a Troyes), e due cronometro, 25 chilometri nei vigneti della Champagne e 34 a Nizza l’ultimo giorno, come non accadeva dall’89, anno in cui Lemond soffiò la corsa a Fignon per appena otto secondi. Poca Italia (otto corridori in tutto), poche speranze: al tricolore Bettiol e a Ciccone sono affidate quelle di interrompere un digiuno lungo 85 tappe (ultima gioia Nibali, nel 2019). Ecco le dieci facce candidate all’albo d’oro.


Tadej Pogacar. Vince perché fin qui ha centrato tutti gli obiettivi stagionali che si è dato, perché ha dominato il Giro senza sprecare energie, perché ha accanto gregari come Adam Yates e Almeida che potrebbero benissimo puntare alla classifica. Non vince perché fra le insidie del Tour c’è anche quel clima torrido che gli limita il motore.


Jonas Vingegaard. Vince perché in tre partecipazioni ha ottenuto due successi e un secondo posto, perché in salita ha una marcia più degli altri, perché non va fortissimo solo in montagna ma pure a cronometro. Non vince perché al Tour bisogna esser perfetti e dopo l’incidente di inizio aprile (costole rotte, pneumotorace) non può esserlo.

Primoz Roglic. Vince perché ha puntato tutto su questa corsa, perché ha un conto aperto col Tour da quando Pogacar glielo ha soffiato l’ultimo giorno, perché può contare sull’appoggio di due pezzi forti come Hindley e Vlasov. Non vince perché si avvia ai 35 anni e comincia a soffrire questo ciclismo arrembante.

Remco Evenepoel. Vince perché anche lui è un fenomeno, perché alla Vuelta e in parte al Giro ha già dimostrato di saper stare in alto, perché quando si mette in testa un bersaglio spesso lo centra. Non vince perché è al debutto e perché per arrivare in giallo a Nizza non bastano le crono, ma bisogna andare altrettanto forte in montagna.

Carlos Rodriguez. Vince perché ha già dimostrato di esser uomo da grandi giri, perché quest’anno è cresciuto un po’ alla volta, perché nel gioco tattico della Ineos può contare su compagni di alto livello come Thomas, e Pidcock, oltre a Bernal. Non vince perché a 23 anni ha ancora la giornata storta che non gli fa perder tutto, ma glielo compromette.

Richard Carapaz. Vince perché nei grandi giri è abituato a frequentare l’alta classifica, perché deve riscattare lo sfortunato ritiro di un anno fa dopo la prima tappa, perché c’è abbastanza montagna per esaltare le sue doti. Non vince perché non corre un grande giro da due anni e in questa stagione non si è mai mostrato al meglio.

Egan Bernal. Vince perché è tra i pochissimi al via ad averlo già fatto, perché il suo cammino di avvicinamento è stato in costante crescita, perché due anni dopo lo schianto in allenamento contro un bus sembra di nuovo al suo miglior livello. Non vince perché contro la nuova generazione bisogna esser fortissimi e lui ancora non lo è. 

Enric Mas. Vince perché sia al Tour che alla Vuelta è sempre stato nel vagone di prima classe, perché è uno che in montagna non ha paura di nessuno, perché non ha digerito il ritiro di un anno fa alla prima tappa. Non vince perché dà sempre l’impressione di fare il salto di qualità ma non ci riesce mai.

Simon Yates. Vince perché un anno fa si è fermato ai piedi del podio, perché il lavoro del fratello Adam per Pogacar può giovare anche a lui, perché per prepararsi ha seguito lo stesso percorso di un anno fa senza spremersi troppo. Non vince perché, pur finendo un paio di volte nei dieci in Francia, non ha mai dato l’impressione di poter dominare.

Felix Gall. Vince perché ha già dimostrato di saper correre al passo dei migliori, perché è in continua crescita, perché in questa edizione ci sono abbastanza montagne per esaltare le sue doti di attaccante. Non vince perché a cronometro non è un gallo e alla lunga questo finisce per pesare su chi ha ambizioni di podio.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
@ costa
28 giugno 2024 17:15 Cicorececconi
le faccio i complimenti, visto che se sue rubriche sono quantomeno imparziali e mai polemiche....d'altro canto c'e' chi ha definito i fiorentini fermi ai tempi di Batistuta e ha visto una Firenze disinteressata al Tour. Ottimo inizio

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Si è da poco concluso il Giro d’Abruzzo ed il Presidente della Lega del Ciclismo Professionistico, Roberto Pella, ha voluto esprimere un sentito plauso a tutti i protagonisti, a partire dal Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio: “Dobbiamo fare un...


Tifosi belgi pazzi di entusiasmo per una Freccia del Brabante che ricorderanno a lungo per il duello tra Wout Van Aert e Remco Evenepoel che si è concluso con una volata a due che non ha avuto storia ed è...


Filippo Fiorelli, classe ’94 e portacolori della VF Group Bardiani-CSF Faizanè, conquista la maglia ciclamino al Giro d’Abruzzo. Il corridore siciliano ha brillato durante i quattro giorni di gara, centrando due secondi posti, un settimo e un quarto posto proprio...


Assolo di Guillaume Martin nella Classic Grand Besançon Doubs, con arrivo in salita a Montfaucon dopo 168, 5 chilometri. Prima vittoria in maglia Groupama FDJ per il 31enne francese di Caluire-et-Cuire, nella regione Alvernia-Rodano-Alpi, che spicca il volo a 2500...


Ancora Ivo Oliveira a far festa in Abruzzo! Il portoghese della UAE Emirates XRG ha conquistato il suo secondo successo personale nella quarta tappa del Giro, corsa da Corropoli a Isola del Gran Sasso per 166 km. Secondo posto sul...


Un ritorno in grande stile, una straordinaria prova d'autrice per Elisa Longo Borghini che ha dominato la Freccia del Brabante Ladies. La campionessa italiana - tornata alle corse oggi dopo la caduta al Giro delle Fiandre e la conseguente ripresa...


Grandi nomi davvero quelli attesi mercoledì 23 aprile alla 89ª edizione de La Freccia Vallone che celebra il 40º anniversario del primo arrivo al Mur de Huy, conquistato nel 1985 dall'eroe locale Claude Criquielion. Da allora, lo Chemin des Chapelles...


Non mancano certo le candidate per salire sul trono della 28ª edizione de La Fleche Wallone Femmes: basta solo pensare che al via ci saranno le ultime quattro vincitrici e cioè Kasia Niewiadoma (2024), Demi Vollering (2023), Marta Cavalli (2022)...


Remco Evenepooel finalmente riattacca il numero sulla maglia oggi nella Freccia del Brabante e ieri ha incontrato la stampa ripartendo dall'incidente in allenamento dello scorso mese di dicembre: mentre stava pedalando si è scontrato con un furgone delle poste, del...


Alla vigilia del lungo weekend pasquale e di una settimaan che corre poi via fibno al Liberazione, Mattia Negrente èconserva la leadership della classifica dell’Oscar tuttoBICI Gran Premio ACM Asfalti, riservato alla categoria Under 23. Il ventenne veneto della XdS...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024