Il Giro d’Italia oggi torna a Padova con una tappa adatta ai velocisti. Questo pomeriggio la corsa rosa approderà in una città ricca di storia e amore per il ciclismo. Nell’era recente il Giro fece tappa nella Città del Santo il 20 maggio 1978 e Francesco Moser versione velocista s’impose davanti a Pierino Gavazzi e Luciano Borgognoni. Due giorni prima era arrivata dal Belgio la seguente comunicazione: “Eddy Merckx ha deciso di cessare l’attività agonistica”. Invece nella volata della San Marcello Pistoiese – Padova (253 chilometri) del Giro d’Italia 2000 l’estroso Ivan Quaranta vinse davanti a Jan Svorada, col favorito Mario Cipollini al 3° posto. Era il 23 maggio, sono trascorsi esattamente 24 anni da quella vittoria di Ivan a Prato della Valle, l’enorme piazza di Padova. In quell’epoca Quaranta era diventato la bestia nera del grande Mario, imperatore dei velocisti.
Il Giro 2000 era scattato con un cronoprologo a Roma dopo la benedizione di Papa Wojtyla a Marco Pantani e agli altri protagonisti. Già nella prima tappa in linea, Roma – Terracina ( 14 maggio 2000) di 129 chilometri il cremasco Quaranta trionfò allo sprint davanti a Zanotti e a De Jongh. Nelle successive tappe per velocisti s’imposero Re Leone Cipollini e Jan Svorada.
La lunga San Marcello Pistoiese – Padova era successiva alla vittoria di Francesco Casagrande sull’Abetone. Il fiorentino aveva conquistato la maglia rosa spodestando Josè Gutierrez. Tutti pronosticavano vincitore Cipollini nella piazza Prato della Valle, anche perché la sua Saeco-Valli & Valli era una corazzata per la preparazione degli sprint. Re Leone disponeva di apripista dello spessore di Pavel Padrnos, Biagio Conte, Giuseppe Calcaterra, Mario Scirea. Erano le “Guardie Rosse” (soprannome identico a quello degli scudieri di Rik Van Looy negli anni ‘60).
Invece Ivan Quaranta apparteneva alla Mobilvetta e non disponeva di un treno altrettanto attrezzato. “Competere col treno di Cipollini – assicura Ivan, nato a Crema il 14 dicembre 1974, per molti anni residente a Vaiano Cremasco – era impossibile per qualunque squadra, non solo la mia Mobilvetta. Io avevo in particolare due uomini che mi consentivano di stare nelle prime posizioni, a ridosso del treno Saeco senza eccessivo dispendio energetico: Mario Manzoni e Alberto Ongarato. In caso di fuga da neutralizzare per garantirsi la soluzione allo sprint la Saeco metteva disposizione almeno due corridori a fare l’andatura in steta al gruppo. Noi della Mobilvetta all’epoca mettevamo a disposizione Mirko Gualdi o Domenico Gualdi”.
Ongarato era molto motivato nella San Marcello Pistoiese – Padova, essendo della provincia di Sant’Antonio. “A circa 5 chilometri dall’arrivo - continua Quaranta, che per i successi ottenuti al Giro si guadagnò il soprannome di “Ghepardo” – ci fu un rallentamento brusco in prossimità di una rotonda. Io mi ritrovai attorno alla trentesima posizione, praticamente troppo indietro per sperare di vincere. Ongarato rallentò e con grande caparbietà mi riportò nelle prime posizioni all’ altezza della curva successiva al ponticello a 800 metri dall’arrivo. Grazie ad Alberto mi ritrovai oltre il ponticello in ottava posizione, Cipollini era sesto, in scia ai suoi formidabili gregari. Davanti a noi c’era Svorada molto pericoloso per lo sprint”.
Il gruppone affrontò un’altra curva per entrare in Prato della Valle. “Quella curva causò rallentamento e giocò a mio favore. All’uscita scattai deciso, Svorada e Cipollini non riuscirono a rimontarmi. Una vittoria bellissima, in uno scenario fantastico”.
Cipollini in particolare non ci rimase benissimo. “Mario – aggiunge Ivan – nelle volate in cui poteva uscire dal treno a velocità molto elevata a 200 o 250 metri dall’arrivo era praticamente imbattibile. Se invece il rettilineo era preceduto da qualche rotonda o con situazioni di rallentamento , essendo più macchinoso per esprimere il massimo della potenza poteva anche essere battuto, benchè sia accaduto poche volte”.
Nella storia del Giro d’Italia Ivan Quaranta vanta sei vittorie di tappa. Al Giro d’Italia 1999 trionfò nella prima tappa , la Agrigento – Modica, il 15 maggio. Primo Ivan, secondo Jeroen Blijlevens, terzo Cipollini.
"Indimenticabile - sottolinea Quaranta, che nel 1992, da junior, si laureò Campione del Mondo della velocità ad Atena - il giorno più bello della mia carriera. Prima di schierarmi al via del Giro ’99 avevo vinto diverse corse fuori dall’Italia. Non mi aspettavo di trionfare al Giro il primo giorno. Per me quello del ’99 è stato il primo Giro della carriera. Il giorno dopo la vittoria di Modica andammo a Noto per la partenza della seconda tappa. Le vetrine erano tutte rosa, e io ammiravo la bellezza della maglia da leader. Non mi rendevo contro che il leader ero io ! Non credevo ai miei occhi e alle mie orecchie”.
Al Giro 1999 il “Ghepardo” si aggiudicò anche la tappa di Cesenatico, nella tana del Pirata Pantani. Negli anni ’99 e 2000 gareggiò per la Mobilvetta, e nel 2001 all’ Alexia Alluminio. Al Giro 2001 vinse le tappe Avellino – Nettuno ed Erbusco – Parma. Ivan Quaranta attualmente è responsabile dei velocisti in seno alla Nazionale della pista. E’ stretto collaboratore del ct Marco Villa. Ivan è papà di Samuel, promettente velocista, con ogni probabilità professionista da gennaio 2025 alla MBH-Colpack. Relativamente alla città di Padova, al Giro 2009 ospitò la partenza della quarta tappa con arrivo a San Martino di Castrozza (1° Stefano Garzelli).
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