DIECI FACCE DA AMSTEL

PROFESSIONISTI | 13/04/2024 | 08:20
di Angelo Costa

Vento, strade strette e strappi a ripetizione: è l’Amstel Gold Race, la corsa della birra, prima prova del trittico delle Ardenne. Non una classica monumentale, ma un appuntamento che per storia (quasi sessanta le edizioni disputate) e distanza (253,6 chilometri) regge il passo delle sorelle più nobili. Si va da Maastricht a Valkenburg, su un percorso per atleti resistenti ed esplosivi, con 33 muri da affrontare, magari non iconici come quelli del Fiandre e della Liegi, ma in grado di metter a dura prova le gambe. Il meglio lo riserva sempre la seconda metà di gara, col doppio passaggio sul popolarissimo nonché popolatissimo Cauberg, dove gli olandesi si assiepano col boccale in mano fin dai metri iniziali in attesa della corsa. Sette le vittorie italiane, quasi tutte nel nuovo millennio, dei big mancano Pogacar e Van Aert, vincitori di due delle ultime tre edizioni: ecco le dieci facce che possono sventolare in cima al podio dei Paesi Bassi.


Mathieu Van der Poel. Vince perché in questa primavera gli riesce facilissimo, perchè questa è la prima classica che ha messo in bacheca cinque anni fa, perché dopo aver dato spettacolo in Belgio e Francia vuol farlo anche a casa sua. Non vince perché vuol risparmiare le batterie per dare l’assalto alla Liegi.


Tom Pidcock. Vince perché è una classica che ha sempre corso davanti, perché tranne il primo i gradini del podio li ha già frequentati tutti, perché dopo l’incidente ai Paesi Baschi ha corso una buona Roubaix. Non vince perché anche quando fa corsa di testa trova sempre qualcuno in grado di metterlo in difficoltà.

Ben Healy. Vince perché c’è andato vicino anche un anno fa, perché percorsi come questi lo esaltano, perché dopo il rodaggio del mese scorso è arrivato il momento di raccogliere. Non vince perché la sua generosità spesso finisce per diventare un limite e corse come questa non te lo permettono. 

Benoit Cosnefroy. Vince perché fin qui la sua stagione è stata buonissima, perché il secondo posto di due anni fa dice che è adattissimo a questa prova, perché con Gregoire è il più indicato a riportare la Francia in cima al podio. Non vince perché nelle classiche essere un buon comprimario non significa esser anche un vincente.

Andrea Bagioli. Vince perché si è preparato per le Ardenne, perché il sesto posto di un anno fa dà fiducia, perché con Velasco, Albanese, Rota e il baby Busatto è fra i pochi che possono regalare un sorriso al ciclismo azzurro. Non vince perché troverà sulla sua strada avversari più esperti e tirati a lucido di lui.

Marc Hirschi. Vince perché queste sono le sue corse, perché fin qui non ha avuto troppe occasioni per mettersi in mostra, perché con McNulty ha la possibilità di non far rimpiangere il capitano Pogacar. Non vince perché lavorare in appoggio al suo leader gli ha tolto un po’ di smalto nei momenti chiave.

Maxim Van Gils. Vince perché nelle classiche delle Ardenne sa come si corre davanti, perché da inizio stagione sta facendo collezione di piazzamenti nei dieci, perché ha le qualità per diventare un vincente. Non vince perché a 24 anni gli manca ancora un pizzico di esperienza per lasciarsi dietro i migliori.

Matias Skjelmose. Vince perché è un altro danese da classiche, perché a 23 anni ha già dimostrato che le Ardenne sono il suo terreno di caccia preferito, perché fin qui ha corso poco e l’ha fatto sempre da protagonista. Non vince perché arrivare in alto è più facile che trasformarsi da protagonista in vincitore.

Michael Matthews. Vince perché è uno di quelli che non soffre sugli strappi, perché qui si è piazzato bene un paio di volte, perché laddove non arriva con la gamba può sempre rimediare con l’esperienza. Non vince perché è da un mese che sta andando molto forte e il serbatoio potrebbe cominciare a presentare il conto.

Matej Mohoric. Vince perché in questa corsa ha sempre fatto bene e può fare benissimo, perché il percorso è della misura giusta per lui, perché è l’occasione migliore per cercare quel risultato al Nord che insegue. Non vince perché la caduta al Fiandre e il successivo stop qualcosa gli ha tolto.

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COMMENTI
Dopo le prime
13 aprile 2024 09:56 Bullet
Se nelle prime due classiche ci siamo fatti vedere, anche ben oltre le attese, di qui in avanti iniziano a vedersi i problemi del nostro ciclismo. Sarei però molto felice di essere smentito dalla strada.

@Bullet
13 aprile 2024 11:17 Frank46
Io ci speravo di vedere italiani protagonisti in tutte e 5 le monumento e che alla fine dell' anno tra monumento, mondiali e olimpiadi un colpo grosso poteva uscirci.
Però non mi aspettavo che Ganna non partecipasse alla Roubaix e che Bagioli fosse così poco consistente in questo inizio di stagione.
Non vedo come possa fare il capitano in queste gare se non ha dimostrato nulla nelle gare precedenti, però tutto è possibile.
Poi avrei visto bene potenzialmente Ciccone alla Liegi in quanto lo scorso anno fu protagonista sebbene non ottene un buon piazzamento finale, però per l'ennesima volta deve stare ai box.
Può fare un buon piazzamento Ulissi alla Freccia, non sarebbe la prima volta.

italiani
13 aprile 2024 12:23 fransoli
sarebbe stata corsa per Bettiol, ma come al solito ne ha sempre una e gli anni passano.... Per Bagioli siamo un pò alla resa dei conti o quest'anno svolta dopo aver fatto intravedere cose buone nel finale della scorsa stagione o va ad allungare l'elenco delle promesse italiane mai sbocciate, però se in Trek sperava di avere più possibilità si sbaglia perché Skjelmose parte già un gradino avanti, nei top team WT la concorrenza interna la troverai sempre.

Ganna
13 aprile 2024 14:44 Manu77
...mi sono perso il perchè Ganna non fosse alla Roubaix...mi aggiornate. Per questa Amstel mi stupirei se non vincesse VDP.

Ganna
13 aprile 2024 14:50 Cicorececconi
Ganna non era alla Roubaix per evitare intoppi in vista delle Olimpiadi

@Manu77
13 aprile 2024 17:35 Frank46
Tutti si stupirebbero se non vincesse Vanderpoel.
Per quanto riguarda Ganna so che ha detto anche che non andava alla Roubaix per preparare il Giro in altura.
Non credo che iniziare l'altura una settimana dopo gli avrebbe pregiudicato la possibilità di lottare per vincere una delle due tappe a crono o di aiutare la squadra, oltre al fatto che non baratterei mai una Roubaix per questo.
Ha più senso l' altra motivazione, ma fino ad un certo punto, non mi risulta che ci siano tante più possibilità che venga coinvolto in una caduta alla Roubaix rispetto ad una qualsiasi altra gara.

Diciamo che la gestione di Ganna in Ineos ha sempre lasciato a desiderare.

Un po' come la gestione di Van Aert in Visma. Tutto l' anno a fare l'asino e poi nelle gare a lui più adatte neanche partecipa.
Che senso aveva per Van Aert non partecipare a Milano Sanremo e a Gant Wevelgem che erano le uniche gare aperte anche ad altri nomi rispetto che a Vanderpoel e dove lui sarebbe stata l' alternativa migliore a Vanderpoel?!
Ne hanno approfittato Mads Pedersen e Philipsen mentre lui probabilmente era costretto a vedersele da casa, allenamenti permettendo.

@fransoli
13 aprile 2024 17:41 Frank46
Bettiol aveva già in programma di non fare le Ardenne.
Altro grande mistero del ciclismo.
Mi sembra che in tutta la carriera non ci abbia mai puntato più di tanto, eppure è molto adatto perlomeno all' Amstel.
Hai mai visto Bettiol correre le Ardenne in tutta la sua carriera?

Ayuso
13 aprile 2024 18:43 IngZanatta
Io avrei messo Ayuso tra i possibili vincitori al posto di Hirschi, secondo me sarà lui il capitano della UAE in assenza di Pogacar

@frank46
13 aprile 2024 20:53 fransoli
no, anche perché dopo le pietre doveva sempre fermarsi per qualche malanno, ma in effetti la Amstel mi sembra adatta alle sue caratteristiche, in fondo è una sorta di Fiandre senza pavé. Che non fosse in programma a prescindere dalle cattive condizioni di salute non lo sapevo.

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