Chicchi, un velocista in piena esplosione

| 17/06/2008 | 12:05
Cinque vittorie – «più una, la cronosquadre, perché anche li ho fatto una gran fatica» sottolinea il ventisettenne lucchese –: a tanto ammonta il bottino conquistato da Francesco Chicchi nella stagione 2008. L’ultima vittoria (dopo il successo nella frazione conclusiva della Tirreno-Adriatico, lo strapotere dimostrato alla Settimana Internazionale Coppi e Bartali con ben due tappe all’attivo, e un centro alla Vuelta a Catalunya) è stata ottenuta sabato, al Giro di Slovenia. Nella volata che ha deciso l’ultima tappa, il corridore di Camaiore ha messo alle spalle Jure Kocjan e Gabriele Balducci: «Non ero mai partito così forte – racconta Chicchi –. Di solito iniziavo a carburare a stagione inoltrata, soprattutto con le alte temperature. Per fortuna qualcosa è cambiato, anche perché se avessi aspettato il caldo quest’anno…». Dopo l’ennesimo sprint disputato alla perfezione «anche grazie all’aiuto dei compagni, che mi hanno tenuto coperto sino all’ultimo sobbarcandosi il grosso del lavoro», ora lo attende la sfida con la pista. Oggi l’esordio a Fiorenzuola: «Sono davvero curioso, l’idea è quella di prender parte alla Sei Giorni». Roberto Amadio, team manager Liquigas, si gode uno dei suoi gioielli: «Chicchi ha trovato in questa stagione la continuità che gli mancava per fare il salto di qualità. Sta sfoderando la maturità che gli vale una collezione di successi importante». La sua vittoria in Slovenia fa il paio con l’ottimo secondo posto nella generale colto da Franco Pellizotti, già secondo nella giornata precedente: «Risultati che parlano di un grande collettivo – prosegue Amadio –. Il bilancio, ad oggi, è più che positivo: i buoni piazzamenti alle classiche ci hanno reso protagonisti a marzo, e il bottino del Giro (che parla di 4 tappe vinte, la maglia ciclamino con Bennati, il quarto posto a Milano - a soli 2’’ dal terzo gradino del podio - e i 4 giorni in rosa di Pellizotti, più la classifica a punti Super Team) è invidiabile. Forse l’unico rammarico è non aver messo il sigillo su una classica, ma usciamo da questa prima parte di stagione con la consapevolezza di aver creato un gruppo solido, affiatato, destinato a crescere ulteriormente». Ora lo sguardo è rivolto verso la Grande Boucle: «Con Pozzato, Bennati, Nibali e Kreuziger abbiamo una squadra competitiva su più fronti, in grado di farsi valere sia in volata sia sulle salite e nelle prove contro il tempo».
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