LE STORIE DEL FIGIO. MARCELLO OSLER E QUELLA SUA UNICA VITTORIA CHE IO RACCONTAI DA SPEAKER

STORIA | 22/07/2023 | 08:14
di Giuseppe Figini

La penna o, meglio, la tastiera, unica per molteplici e riconosciuti motivi, di Marco Pastonesi ha prodotto un grande e partecipato ricordo, non un “coccodrillo” di maniera, del compianto e rimpianto corridore trentino Marcello Osler, su questo sito. E lo merita appieno Marcello Osler, un signore in bicicletta ma anche, e soprattutto, nella vita con una lunga malattia affrontata con coraggio e serena accettazione sempre presenti nell’ambito familiare.


Chi scrive, suo coetaneo, lo ricorda e lo ricorderà sempre con affetto ed ammirazione anche per un “fatto personale” ben fissato ancora nella memoria che lo ha visto interpretare il ruolo di speaker (speaker di complemento ovviamente) in quanto... assente lo speaker titolare, il titolatissimo Carlo Proserpio, con la sua voce “tonitruante” così definita da un giovane Gianni Mura che scriveva come Proserpio – voce del ciclismo e del Vigorelli, anche per il pugilato allora assai in auge - ogni mattina facesse esercizi di gargarismi con le puntine da disegno per esercitare la voce.


Era successo che dopo essersi espresso al ritrovo di partenza, a Potenza, per una serie di disguidi, Proserpio fosse stato lasciato a piedi dal suo abituale pilota, Ermete Guallini, un ex della Polizia Stradale di lunga militanza (era stato già nella Polizia coloniale), istriano d’origine, fisico imponente, personalità forte e decisa che nel finale della sua carriera di collaboratore delle corse rosa, coordinava le operazioni di sicurezza sia in partenza, sia all’arrivo per l’organizzazione.

Pur essendo amici Guallini e Proserpio erano, assai sovente, in vivace polemica. L’arrivo della tappa, con traguardo nella splendida e centralissima piazza Tasso di Sorrento, era coordinato da Carmine “Elo” Castellano, nome e cognome che non necessitano certamente d’ulteriori spiegazioni per colui che sarebbe poi succeduto, e a lungo, al “patron” Vincenzo Torriani.

Quell’anno, era il 1975, dopo qualche stagione difficile in tema, segnava l’esordio al Giro e alle altre corse Gazzetta dell’ARI – Associazione Radioamatori Italiani – nella funzione di Radiocorsa e, nel nucleo originale, era già presente un giovane studente di medicina, Enrico Fagnani poi, e ancora oggi, noto, riconosciuto, capace fulcro e collante del servizio di Radioinformazioni sotto l’egida di FCI e LCP.

Il flusso informativo ai tempi era maggiormente limitato rispetto a quello attuale e pure i telefonini erano di là da venire. Passano le ore e lo speaker “deputato” non arriva sulla tribunetta del giudice d’arrivo e del fotofinish, accanto alla tribuna che ospitava postazioni tv e premiazioni. Intanto giunge Guallini all’arrivo che conferma che era saltato l’appuntamento in partenza con il suo “passeggero” Proserpio e lui, Ermete Guallini, si è preoccupato d’essere presente in tempo per l’arrivo visto anche che le strade non erano molto agevoli e non consentivano “tagli” per abbreviare la distanza.

Per farla breve è toccato al sottoscritto esordire quale speaker, d’emergenza ovviamente, per proporre alla folla presente all’arrivo le fasi finali della corsa con l’impresa solitaria sciorinata quel giorno dal trentino Marcello Osler in uno scenario di grande bellezza come quello della costiera campana che prevedeva pure la scalata al Faito prima dell’arrivo a Sorrento. E non è stato facile colmare o coprire i quasi 9 minuti trascorsi fra l’arrivo di Osler e quello di Giovanni Battaglin e Tino Conti, nell’ordine.

È andata però, così come qualche altra volta. A mia giustificazione devo dire che sono stato letteralmente costretto e obbligato dal “Pasto” a ricordare con uno scritto il mio trascurabile episodio personale legato a una rimarchevole e amata figura di corridore e uomo vero.

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COMMENTI
Avresti dovuto
22 luglio 2023 13:04 canepari
annunciare al microfono....: "Nell'attesa degli altri concorrenti trasmettiamo musica da ballo...."

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