L'ORA DEL PASTO. LA CYCLETTE DELLA PERLA NERA

NEWS | 27/01/2023 | 08:12
di Marco Pastonesi

E’ Pelé. La Perla Nera in abiti bianchi. Le mani appoggiate sul manubrio di una cyclette. Nella palestra del Policlinico Italia, una clinica privata in piazza del Campidano, a Roma.


Maggio 1963. Il Brasile in tournée, nove partite in un mese, la settima contro l’Italia, il 13 maggio a Milano, a San Siro, 70mila spettatori. Pelé, maglia numero 10, giocò i primi 26 minuti, poi fu sostituito da Quarentinha. L’Italia – gol di Sormani, Mazzola su rigore e Bulgarelli – vinse 3-0.


Si disse che quella partita fu il capolavoro di Giovanni Trapattoni: il mediano del Milan “annullò” Pelé. Ma Pelé non stava bene. Il 5 maggio il Brasile aveva battuto la Germania 2-1, anche con un suo gol, poi in taxi, ad Amburgo, insieme con i compagni Djalma Santos e Zito, Pelé era stato coinvolto in un incidente stradale. Tant’è che fu costretto a saltare la successiva partita, l’8 maggio, nell’Empire Stadium di Wembley, 92mila spettatori, contro l’Inghilterra, pareggiata 1-1 (e al suo posto giocò Amarildo, sostituito al 40’ da Ney de Oliveira: non ne bastavano due per fare un Pelé).

A Roma, Pelé ricorse a uno specialista della riabilitazione: Mario Urbani. E quella cyclette ne è il simbolo. Origini istriane (Pola), un fratello (Livio) atleta olimpico e poi direttore tecnico della Nazionale italiana nella ginnastica artistica, Mario cominciò la sua attività come preparatore atletico al Flaminio, quindi si mise in proprio, dedicandosi non solo a bambini e adulti, ma anche agli atleti. Da calciatori come Luis Suarez e Pedro “Piedone” Manfredini a pugili come Giulio Rinaldi e corridori come Ercole Baldini. La foto con Pelé (nella foto, Mario Urbani è il primo a sinistra) campeggia nell’ingresso del centro di via Giuseppe Angelo Colini 10, a Roma, in cui le nuove generazioni degli Urbani – Paolo, il figlio di Mario, con Mario e Federica, i figli di Paolo – continuano a predicare la “mens sana in corpore sano”.

Pelé è morto un mese fa. Con i suoi 82 anni, con i suoi 1281 gol, con il suo titolo di “patrimonio storico-sportivo dell’umanità”, e anche con questa foto. Su una cyclette.

 

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