
Era uno di noi, un innamorato della bicicletta che con la sua due ruote aveva grato il mondo. Poi venerdì 20 gennaio è stato travolto e ucciso da un camion su una strada che percorreva abitualmente per allenarsi, praicamente a un passo da casa. Luigi Capellani, ciclista di 76 anni originiario di Locate Triulzi, provincia di Milano, è morto attorno alle 15, vittima di un tragico incidente alle porte di Landriano.
Luigi era un grande amante della bicicletta. Randonneur con un curriculum unico, è stato il primo cicloturista lombardo ad aver superato quota 1.000 montagne scalate. Era iscritto al Gruppo sportivo Corsera dal 1999: prima era tesserato per la S.C. Amatori Locatesi.
Nel palmares di Capellani la conquista delle più importanti vette europee: dallo Stelvio al Galibier, dall'Agnello all'Izoard, dal Pordoi al Block Haus. Con oltre duemila colli scalati, Luigi aveva all'attivo le più prestigiose granfondo: la "9 Colli" , la "Fausto Coppi", la "San Remo", la "Ultrapadum", la "Maratona delle Dolomiti", la "Felice Gimondi", la "Campagnolo" e la "Liegi-Bastogne-Liegi". Aveva più volte partecipato anche a gare di assoluto livello come la "Parigi-Brest-Parigi" di 1.200 km, la "Roma-Bergamo" (650 km) e la "Boston-Montreal-Boston" (1.250 km).
Aveva portato a termine il brevetto dei Cingles du Mont Ventoux, ovvero scalare il Mont Ventoux dai tre versanti nello stesso giorno, era stato più volte protagonista dell'Eroica, nel 2005 aveva affrntato la Lhasa-Kathmandu in Nepal, 1.200 chilometri con un dislivello altimetrico di 10.000 metri, pedalando su strade sterrate ed arrivando sino al campo base dell’Everest.