LI HO CONOSCIUTI E VE LI DIPINGO, MODELLO AMARCORD

TUTTOBICI | 29/12/2022 | 08:10
di Gian Paolo Ormezzano

Mi piace scrivere del ci­clismo in termini forti, di­cendolo addirittura pri­mo sport al mondo (uo­mini e donne, tanti e tante, in tante specialità), e però criticabile nel non sapersi mettere bene in vetrina: anche se ad ogni giorno che passa questo eccesso di mo­destia mi sembra “colpa” me­no gra­ve, con le cosacce a livelli altissimi materiali e immorali che lo sport “moderno”, appunto di grande ve­trina, non solo si permette, ma insegna e impone. Que­sta volta però mi va di am­mollare una sorta di diciamo vacanza nel passato non più tan­to prossimo, per commemorare in allegria quelli che erano certi speciali rapporti fra corridori e giornalisti classici, gli scrivani cioè dell’andare / vedere / raccontare. Salto da un personaggio all’altro, vado su una sorta di mountain bike modello amarcord.


JACQUES ANQUETIL. Francese, io francofono maniacale, lui con al fianco la sua da­ma bianca che invecchia bene co­me solo le francesi: insomma una bella amicizia, e dopo un Trofeo Baracchi, cronometro a coppie che nel Ber­gamasco chiude la stagione, da lui vinto pedalando non so più con chi, mi prende da parte, a cerimoniale concluso, e mi dà una fialetta sigillata: «Ho paura del vostro antidoping che mi tiene nel mirino, se mi accusano di pratiche illecite puoi fare lo scoop delle controprove». Gli dico: «Grazie, torno a casa e mi chiedono cosa ho portato di bello da Bergano, di­co questa pipì del vincitore». Ma ci sto.


EDDY MERCKX. Mi conosce da quando, io da interprete oltre che da giornalista, l’ho incontrato in un hotel di Bruxelles dove ho scortato il grande manager, ol­tre che grande amico mio an­corché juventino Vincenzo Gia­cotto, per far firmare una procura al dilettante già famoso. Siamo amici, avanti con le gare, lui presto fa­moso vince una Roubaix e quando gli arrivo vicino mi fa: “Sei dimagrito” . Gli dico che è per via delle fave di fuca, mi chiede come agiscono, io gli faccio sapere che riguardano l’assimilizzazione e la metabolizzazione dei cibi, funzionano ma ti im­pongono urgenze da mal di pancia che ti costringono a fare del podismo veloce più volte al giorno: sono specialmente queste corse che ti fanno dimagrire. Ri­de con me molto più di quanto ha riso ai fotografi per le foto do­po la vittoria.

VLADIMIRO PANIZZA. Lom­bardo scalatore bravo, con moglie che, maestrina ad Aosta, mi ha letto assai su Tuttosport. Subito amici, e forti. Un Giro d’Italia con il giorno dell’Aprica, “Miro” mi dice al via di stargli vicino con l’auto, perché vuole combinare una cosa e ci terrebbe che io ne scrivessi. Insomma vuo­le ritirarsi sull’Aprica, non grande montagna ma per lui, che sta a pezzi ed è vecchiotto, invalicabile. Non se la sente proprio di andare avanti. Gli sto vicino sulla salita, mi vede eccome, arriva il momento in cui lui rallenta, accosta, si ferma, scende dalla bi­cicletta, la scaglia a terrra. Par­la forte, quasi piangendo. Mi guarda e fa: «Ecco, sono svuotato di forze, ciclismo vuol dire faticare come bestie, scrivilo, bestieeeeee». Non tento neppure il gioco di confortarlo, gli faccio segno di sì, lui grida: «Sì che siamo bestie, maledette e povere e persino miti. E tu sei il pastore di un gregge di pecore furiose». Finisce che lo abbraccio e scoppiamo a ridere insieme (ma si ritira davvero).

ERCOLE GUALAZZINI. Un Giro d’Italia esperimenta subito dopo la conclusione una sorta di tappone supplementare, extraclassifica si capisce, la Gran Fon­do Milano-Roma. La seguo e in auto sta con me con Sergio Va­len­tini, uno dei più intelligenti e ironici giornalisti sportivi conosciuti, un partner ideale per quel lungo andare. Lasciamo Milano un po’ di tempo dopo i corridori, l’Italia ha già buone autostrade, raggiungiamo la corsa sul­l’Appennino Centrale, stanno tut­ti in gruppo, li superiamo, af­fianchiamo un amico pedalatore speciale, l’emiliano sempre allegro Ercole Gualazzini, gran gregario. Pedala in testa al gruppone, non c’è niente dell’elettricità delle corse meno lunghe, tutti sono a pezzi, con il Giro nelle gambe. Gli parliamo, ci dice che comunque sta faticando assai, e ce lo fa notare. Sergio gli dice, dandogli seriosamentre del lei: «Ha fatto male a non seguire i consigli di suo padre che voleva che lei facesse il salumaio». Gua­lazzini urla, a Sergio ma anche a me automaticamente complice: «Andate via sennò mi ammazzo». Giuro, una accelerata per lasciarlo indietro, davvero pensando a quel­lo che sarebbe stato un legittimo omicidio.

ITALO ZILIOLI. Mondiale sul­le strade di Spagna, anno ’73, primo Felice Gimondi, notte di allegrie assortite nell’albergo dei nostri, nessun dorma, si aspetta di partire di primo mattino con l’aereo Barcellona-Milano. C’è anche il mio concittadino torinese Italo Zilioli, gran pedalatore e amico, si è fatto la corsa iridata impegnandosi assai, gli dico che a Milano ho l’auto mia parcheggiata all’aeroporto di Linate, se vuole posso dargli un passaggio fino a Torino. Mi ringrazia, ac­cetta. Ritrovo l’auto e gli dico: «Guida tu per qualche chilometro, io ho bisogno di fare dieci minutini, dieci e non uno di più, di sonno». «Nessun problema». Dopo un’ora e rotti Italo mi sveglia, siamo a Torino sotto casa mia e lui mi fa: «Adesso lasciami almeno prendere un ta­xi».

LUI CHE MI ATTENDE. Nel Trentino hanno varato la Mar­cialonga ed io, che dal 1968 di Franco Nones grande primo nella 30 km di fondo ai Giochi di Gre­noble ho preso la sana abitudine di seguire la Vasaloppet, la sublime gara svedese sugli sci legata ad una guerra contro i danesi invasori, ho fornito ad amici trentini no­ti­zie sull’organizzazione, contribuendo, a loro generoso parere, in maniera assai utile. E così ogni anno vado anche alla Marcia­lon­ga, accolto come un amico, addirittura quasi come un padrino di battesimo. Di solito, anno dopo anno, mi aspettano alla stazione ferroviaria di Trento, per portarmi in auto a Cavalese. C’è quella vol­ta in cui mi dicono: «Nessuno di noi dell’organizzazione può aspettarti quando scendi dal treno, pe­rò mandiamo uno che ti conosce». Mi fido, non voglio neanche sapere come si chiama. È Aldo Moser, il patriarca della grande famiglia di corridori ciclisti, l’ho conosciuto eccome al Giro. Mi dice: «Passiamo a Palù di Giovo, casa mia, voglio presentarti mamma e fratelli e sorelle. Il mio fratellino Francesco promette bene in bicicletta». E così conosco il campione prossimo venturo, Aldo, una bella amicizia, di quelle che durano.

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


Sono stati 61 in totale i ciclisti italiani al via dei Grandi Giri corsi nel 2025, cinque in più rispetto alla scorsa stagione. Tra loro, 15 ne hanno disputati due. Nelle classifiche generali, i migliori piazzamenti sono stati la quinta...


Hayley Preen, nuova campionessa africana di ciclismo su strada, racconta con il proprio excursus sportivo una storia di multidisciplinarietà. E mica solo a pedali, anche se quando si parla del Sudafrica il mix tra attività di stradista, gravel e mtb...


Si è svolta ieri la “Festa del ciclismo bresciano”: il Comitato Provinciale di Brescia, organizzatore della cerimonia, ha celebrato la stagione 2025 dei propri campioni. Teatro della manifestazione l’Auditorium Capretti presso l’Istituto Artigianelli, nel cuore di Brescia.  A fare gli...


Il ‘colpo di mercato’ più interessante di questo lungo periodo autunnale l’ha messo a segno il team Isolmant - Premac - Vittoria. La compagine orobica, presieduta da Nadia Baldi, si è assicurata le prestazioni di Chantal Pegolo, senza dubbio uno...


Tra gli ulivi della collina ai piedi di Monte Morello nel comune di Sesto Fiorentino, presso il Monastero dei Padri Carmelitani di Santa Lucia alla Castellina, sede del Centro Spirituale del Ciclismo nazionale, è prevista questa mattina la cerimonia della...


La Valle di Lanzo ha accolto l’atto conclusivo del Giro delle Regioni Ciclocross con uno scenario che resterà impresso nella memoria di tutti gli appassionati. Dopo la conferenza stampa di ieri, che aveva anticipato le attese e sottolineato il valore...


"Sono passati ormai più di 10 mesi dal Campionato Italiano di Ciclocross organizzato dall'ASD Sportivi del Ponte di Fae' di Oderzo ed è già tempo di scaldare i motori perché il prossimo 14 dicembre si annuncia il gradito ritorno del...


Triplo impegno domenica 23 novembre per l’Ale Colnago Team. Elisa Bianchi e Nicole Azzetti (Juniores 2° anno) saranno al via con la casacca azzurra della nazionale alla prova di Coppa del Mondo a Tabor in Repubblica Ceca. In Piemonte, a San Francesco...


Elia Viviani nuovo Team Manager, Roberto Amadio nuovo Commissario Tecnico della strada categoria élite e Marco Villa responsabile del settore pista femminile (insieme a Diego Bragato) e del settore cronometro: sono queste le novità nell’assetto delle Nazionali Italiane di Ciclismo ufficializzate...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024