L'ORA DEL PASTO. CHE FENOMENO, IL CONTE DEI RECORD...

LIBRI | 09/11/2022 | 08:02
di Marco Pastonesi

Aveva 20 anni quando stabilì il record del mondo prima sul miglio, 1609 metri volati in 2’28”, poi sui 10 chilometri, percorsi in 14’13”. In mancanza di una pista, aveva scelto un tratto di strada pianeggiante, dalle parti di Cormons, in Friuli. E in assenza di giurati ufficiali, aveva chiamato tre autorevoli testimoni: il conte fiorentino e campione italiano di velocipedismo Max de Blumer e i forti corridori udinesi Valentino Ferrari e Alessandro De Pauli. Ma la prestazione non venne mai omologata. Però Carlo Braida, il conte Carlo Braida, o semplicemente il Braida, o meglio Lucio come si faceva chiamare nel mondo delle corse fin dalla prima volta - quando il soprannome gli era indispensabile per sfuggire alle ire del padre e dello zio che lo avrebbero voluto non a cavallo di una bici ma del cotonificio di famiglia -, non era certo il tipo che si smontava per queste facezie burocratiche.


Carlo Braida è stata la prima stella dello sport italiano. Marcello Bolletti ne ha ricostruito la storia in “Carlo Braida – Il conte dei record” (Alba edizioni, 120 pagine, 18 euro, con la prefazione di Carlo Delfino). Quando, a 14 anni, s’innamorò della bicicletta, le antenate della bicicletta, assistendo a una corsa a Udine. Un amore che si poteva permettere: era ricco di famiglia. Quando, a 18 anni, s’iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza a Bologna e intanto fondava il Veloce Club Bolognese. Quando, a 19 anni, vinse la Corsa degli ospiti e si guadagnò medaglia d’oro e spilla, a Gorizia, davanti a 6500 spettatori. Quando, a 22 anni, per celebrare i 20 anni del Club Velocipedistico Milanese, superò grandi avversari come Buni, Cantù e Pasta e vinse davanti al campione anglo-milanese Gilbert Marley, che nel 1909 sarebbe diventato lo starter della prima tappa del primo Giro d’Italia. E quando, sempre a 22 anni, si laureò campione italiano nella prova in linea, sette chilometri in 12’39”, un record imbattuto fino al 1930.


Che fenomeno, Braida. Una rarissima foto d’epoca lo ritrae con berretto bianco, maglietta smanicata bianca, pantaloncini neri al ginocchio, calzini neri e scarpe nere, alto e magro, slanciato, baffi e una barba modernissima, la mano sinistra appoggiata al manubrio, quella destra alla sella, un “bicicletto” da pista senza freni. In un’altra foto è colto di fianco, in azione, arcuato come un punto interrogativo. Lui, invece, aveva una vita esclamativa e ricca di certezze: perché la vita è bella, ed è ancora più bella con lo sport. Perché Braida amava il ciclismo, ma era appassionato – un autentico “gentleman” – di tutte le discipline. Perché tante ne praticò: dall’atletica al calcio, dallo sci al golf, dal tennis all’automobilismo, perfino il bob (che a quel tempo si chiamava guidoslitta). Perché ogni stagione – le stagioni dell’anno, ma anche le stagioni della vita – hanno il loro sport. Un’altra foto lo immortala tennista stagionato e calvo, vestito tutto di bianco, elegantissimo, camicia a maniche lunghe e pantaloni lunghi, racchetta di legno.

La passione per il ciclismo trasformò Carlo Braida in un ribelle. Fu ribelle in famiglia, tant’è che, diseredato, all’inizio si manteneva soltanto grazie ai premi conquistati nelle gare. Fu ribelle sulla strada, tant’è che, colpevole, ricevette una multa stratosferica per guida pericolosa. Fu ribelle nella politica, tant’è che, socialista per quanto aristocratico, era guardato con stupore e qualche imbarazzo. Andò anche in prigione per aver sparato (e colpito: forse tra i suoi sport c’era anche il tiro) un uomo che stava introducendosi furtivamente nella sua villa. Il capo di accusa non era aver usato un’arma da fuoco, ma possederla: eppure aveva il porto d’armi. Nelle sue passioni sportive Braida trovò un’alleata nella moglie Teodora Strassoldo, brava soprattutto nello sci e nel tennis. La ribellione di Carlo continuò anche quando il padre Gregorio, ormai novantenne, gli voleva affidare la gestione delle proprietà di famiglia: e Carlo, la prima decisione presa, fece sistemare il campo da tennis nel parco della villa di Bagnarola.

Bolletti ha scavato negli archivi di giornali e riviste, nel libro delle memorie della figlia Scilla e nei ricordi della nipote Olga Alexandra Weigelsperg. Infine ha composto un elenco dei ciclisti italiani e stranieri attivi in Friuli e nella Venezia Giulia tra il 1884 e il 1906. Un favoloso pianeta popolato di pseudonimi (Eolo, Ciupucietto, Fabio Severo...), avventure (la Trieste-Vienna, il Derby d’Austria...) e sfide (comprese “le continue vessazioni e gli incidenti” commessi dai corridori francesi...). Un’epoca in cui, come scritto sul “Corriere della Sera” nel 1905, “si correva per l’onore, non per il denaro”.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Annullata la terza tappa del Giro d'Olanda, la Sittard-Watersley di 149. I corridori si sono rifiutati di proseguire per motivi di sicurezza dopo che diverse erano sul percorso e ostacolavano il passaggio del gruppo. Il Giro riprenderà domani con la...


Terzo posto di Lorenzo Cataldo nella prima semitappa della prima tappa del Giro di Serbia che oggi ha preso il via da Mali Bosut per concludersi a Vrdnik. Il toscano del Gragnano Sporting Club ha chiuso alle spalle del vincitore...


Si sta guadagnando sempre più spazio e attenzioni internazionali il nome di Paul Magnier. Con il quarto successo consecutivo ottenuto oggi al Tour of Guangxi, il velocista francese della Soudal Quick-Step ha infatti aggiornato il conto delle vittorie stagionali...


Una vita a Samarate, vicino Busto Arsizio, i primi passi nel calcio col Vanzaghello, l’inizio col ciclismo da Esordienti, biennio Juniores nella Bustese Olonia (con cui la società di Ivan Basso, Fran e Alberto Contador ha un rapporto di collaborazione)...


Come accaduto in Croazia e Slovacchia nelle scorse settimane, anche al Tour of Guangxi il poker di vittorie di Paul Magnier diventa in realtà. Con un irresistibile sprint da seduto, il velocista transalpino ha infatti imposto il suo sigillo per...


Era nell’aria, lo sapevamo, ma la notizia di una squadra che chiude non è mai bello darla: il Proteam belga Wagner Bazin WB chiude i battenti e non sarà più in gara il prossimo anno. Non è stata infatti presentata alcuna...


La Nazionale italiana di paraciclismo apre con un successo i Campionati del Mondo su pista di Rio de Janeiro grazie a Claudia Cretti, che conquista l’oro nel chilometro da fermo (categoria WC5) e stabilisce il nuovo record mondiale con...


Il più giovane vincitore di un Oscar tuttoBICI nel 2025 è il romagnolo Alessandro Bellettini del Pedale Azzurro Rinascita: dopo aver dominato la classifica per l'intera stagione, coglie ufficialmente il successo nel Gran Premio Mediolanum riservato agli Esordienti del primo anno, nati nel 2012....


Se vogliamo sapere il nome del corridore che ha guadagnato di più, indovinare sarà molto semplice perché, come lo scorso anno, Tadej Pogacar con le sue vittorie può vantare il guadagno più alto del World Tour. I corridori che vincono...


Il mercato dei giovani talenti è molto attivo, con diverse squadre WorldTour che lavorano in prospettiva per le loro Development. L'eccellenza è data dalla categoria juniores come si evince dagli esempi di Lidl Trek che in primis si è assicurata...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024