L'ORA DEL PASTO. LA PRIMA VOLTA DI DINO ZANDEGU'

STORIA | 13/08/2022 | 08:02
di Marco Pastonesi

C’è sempre una prima volta. E la prima volta non si scorda mai. La prima volta che si sale su una bici, la prima volta che si cade da una bici, la prima volta che si sta in equilibrio senza rotelle e senza sostegni, la prima volta che si fa il giro dell’isolato, la prima volta che si partecipa a una corsa e, per i più bravi e fortunati, la prima che si vince una corsa. Quella prima volta in una corsa Dino Zandegù se la ricorda come se fosse ieri.


La premessa: “Abbandonata la carriera scolastica per dedicarmi a quella, ugualmente poco redditizia, di garzone di panificio-panetteria, in cui mio padre era anche il padrone, avevo però il privilegio di poter scorrazzare su una bici solida ma pesante come un trattore. E su quella bici, in una domenica di primavera, all’insaputa dei miei genitori, andai in gita con cinque o sei miei conterranei nonché coetanei. Destinazione: Teolo, sui Colli Euganei, una salita di quattro chilometri al cinque-sei per cento, adatta a tutti – uomini e donne, bambini e nonni, professionisti e dilettanti, anche garzoni -, dove Alfredo Sabbadin aveva costruito la sua carriera, andando e tornando, per anni e anni, da Santa Maria di Sala. Su quella salita io e i miei amici ci dichiarammo battaglia. A un chilometro e mezzo dalla vetta presi l’iniziativa, scattai e li staccai, li staccai tutti. E quando tornai a Rubano, con la forza del solo passaparola – hai saputo di Dino?, Dino li ha staccati tutti, Dino è arrivato da solo... -, la notizia era diventata di dominio pubblico. Ahimè, anche dei miei genitori”.


La svolta: “Mancavo di tutto. La squadra: e m’iscrissi al Gruppo sportivo Rubano. La maglia: e me ne consegnarono una bianca e blu fiammante, così elegante mi era successo soltanto alla prima comunione. La bici: e grazie a una colletta popolare, chi acquistò un manubrio, chi recuperò un telaio, chi portò un paio di ruote, fu assemblata qualcosa che assomigliava a una bici da corsa, ma a me pareva una bellissima principessa da accompagnare al ballo delle debuttanti. E di debutto si trattava. Il mio debutto in una gara”.

Il debutto: “Era domenica 30 marzo, ma potrei sbagliarmi sulla domenica, o sul 30, o anche sul marzo, quando mi schierai alla partenza di una corsa riservata agli esordienti, sul circuito delle rose, tre chilometri, a Vicenza, dove adesso – credo – c’è la base militare americana. Ci andai con Orazio Vecchiato, dell’Azione Cattolica, che del Gruppo sportivo Rubano era il segretario tuttofare, nella circostanza mi fece da autista e da tecnico. Il viaggio da Rubano a Vicenza in vespa, davanti lui, dietro io con la bici in spalla e una sacca non so dove. Poi i consigli, attento, mi raccomando, coraggio, mancava solo che mi dicesse di farmi il segno della croce, ma a quello ci pensai da solo. Al pronti-via mi presentai con la bici modello Arlecchino perché fatta di mille cento pezzi di diversa, misteriosa e perfino sospetta provenienza, un cappellino intonato al bianco e blu della maglia, i calzini di una delle mie sette sorelle e un paio di scarpe che presto nascosi per la vergogna nelle gabbiette dei pedali. In corsa mi comportai da corridore navigato, stavo davanti, controllavo gli avversari, una sessantina, tenevo unito il gruppo, e nella volata finale vinsi con ampio margine”.

La premiazione: “Non stavo più nella pelle, quasi ne uscivo, con tutta la gioia che si possa immaginare, la gioia mia, la gioia delle mie sette sorelle presenti sul posto e la gioia dei miei compaesani, perché l’intera Rubano si era svuotata per riversarsi sul circuito vicentino. Salii sul podio, guadagnai una coppa, piccola, per me, e una coppa, grande, per la squadra, forse ottenni anche salami e bottiglie, ma quelli, come per magia, sparirono subito. E quando tornai a casa, i miei genitori non riuscirono a nascondere la loro soddisfazione”.

La morale: “Anch’io ero soddisfatto, anzi, contento, anzi, quasi felice, quasi felice perché consapevole che in bici, comunque e dovunque, avrei sempre fatto fatica. E così è stato. E io, alla fatica vera e propria, già allora, ero – come dire? – contrario”.

 

Copyright © TBW
COMMENTI
sempre divertente il Dino
13 agosto 2022 12:28 gianni
A carriere finita, Adriano De Zan intervista Dino Zandegù. Domanda: "Ci dica della sua rivalità con Basso". Riposta: "Marino era bravo, ma a volte scorretto. La Giuria non vedeva niente; grandi fette di salame sugli occhi: Basso correva per la Molteni". Da spanciarsi dal ridere.
Gianni Cometti, Cureggio (Novara).

Content de lire cette histoire.
13 agosto 2022 13:37 Merlin1
Merci à vous M. Pastonesi pour mettre en lumière les petites histoires des Champions comme celle racontée aujourd'hui à propos de Zandegu dont je me souviens encore que lorsque j'étais adolescent, je l'admirais pour sa grande vélocité dans ses sprints. J'espère qu'il continue à couler des jours heureux et bien mérités. Zandegu et Marino Basso sont ils devenus amis à la retraite ? 2 beaux Champions ! Encore une fois, Merci à vous Monsieur le journaliste. J'ai toujours grand plaisir à vous lire. Respectueusement. Merlin1

Apprezzati e mai banali
14 agosto 2022 09:45 noel
questi bei momenti di vita, specialmente quando parlano di Zandegù, bravo !!

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Il passista polacco Marcin Budzinski è il 20° corridore del team MBH Bank Ballan CSB Colpack. Nato il 24 aprile 1998, alto 1, 78 m per un peso forma di 70 kg, è un atleta che predilige le gare di...


Tra i giovani corridori che hanno maggiormente impressionato in questa stagione c’è Paul Magnier, il ventunenne della Soudal – Quick Step che nel 2025 ha ottenuto 19 vittorie. Lo abbiamo visto a fine stagione trionfare al Tour of Guangxi, dove...


Si avvicina l'appuntamento con La Notte degli Oscar, che segna la conclusione ideale della stagione 2025 e traghetta verso una nuova avventura. Di scena ci saranno, come sempre, i migliori atleti dell'anno in ogni categoria: ve ne presentiamo uno al...


Piccola spigolatura circa un datato, datatissimo, documento (se vogliamo chiamarlo così…), qui riprodotto, che testimonia il senso d’appartenenza, orgogliosa di un passato quasi remoto, e sempre gelosamente custodito e talvolta esibito negli anni, sempre conservato con cura nel portafoglio, proprio...


La fascetta di sicurezza K-Traz Zip3 XL può essere il giusto alleato per un momento di sosta o per fissare la bici ad un palo in un bel viaggio in bikepacking. Semplice, leggera ed efficace ha tutto quello che serve per...


In un setting e un palco degni di X-Factor per preparazione, attenzione ai dettagli e giochi di luce, la Space 42 Arena di Abu Dhabi oggi ospiterà gli UCI Cycling Esports World Championships 2025. Ad organizzarla è la piattaforma MyWhoosh...


Chi nasce a Novi Ligure, “città dei campionissimi”, in bicicletta è obbligato a ben figurare. Infatti Gabriele Peluso nella stagione su strada 2025 in maglia Ecotek bella figura l’ha fatta più volte: ha vinto una tappa più la classifica finale...


La Israel Premier Tech si prepara a cambiare pelle in vista della prossima stagione e annuncia attraverso i social che ci sono novità in arrivo: «La stagione 2026 è dietro l'angolo e un nuovo capitolo ci aspetta! - ha scritto...


Per il secondo anno consecutivo Abu Dhabi e la Space 24 Arena si preparano ad ospitare le finali degli UCI Cycling Esports World Championships, in programma sabato 15 novembre. I migliori 40 atleti specializzati (20 uomini e 20 donne) si...


Gli indizi si stanno susseguendo e portano tuti in un’unica direzione: Mathieu Van der Poel sta pensando sempre più concretamente al triathlon. Qualche giorno fa vi abbiamo parlato della scommessa con il suo amico e compagno di allenamento Freddy Ovett,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024