
Nonostante l'incertezze e le difficoltà del periodo, anche quest'anno la Società Ciclistica Olimpica Dossobuono ha organizzato, domenica 21 febbraio, nella chiesa parrocchiale di Dossobuono, la messa del ciclista, classico appuntamento che prelude all'apertura delle attivitità agonistiche della provincia veronese.
Nel saluto fatto all'inizio della cerimonia, Diego Zoccatelli, presidente provinciale della FCI, ha ricordato come l'anno che si è da poco concluso sia stato difficile e complicato, sia per lo sport che per la vita civile, e che gli atleti che, nel pieno rispetto delle regole imposte per contrastare la pandemia, sono riusciti a svolgere l'attività sportiva, attraverso il ciclismo hanno compiuto un vero percorso di vita, imparando l'importanza dello sport, dell'aggregazione e dello stare insieme, seppur con le dovute distanze e cautele, e ha auspicato che il 2021 possa essere un anno di sport spensierato e sano, grazie al lavoro di dirigenti preparati, volontari e appassionati del settore.
La messa, che ha visto nelle letture, nell'offertorio e nelle preghiere dei fedeli il coinvolgimento di alcuni degli atleti presenti, è stata officiata dal parroco don Andrea Mascalzoni, che nella sua omelia ha effettuato alcuni richiami e paragoni alle fatiche e ai pensieri che i ciclisti hanno nell'affrontare le salite, si è chiusa con la tradizionale lettura della preghiera alla Madonna dell'Altarol, protettrice dei ciclisti veronesi.
Esposta davanti all'altare, assieme alle maglie delle formazioni intervenute alla funzione religiosa, c'era anche la maglia con la quale aveva militato nei primi anni '60 nell'allora U.S. Olympica Dossobuono, Severino Andreoli: Andreoli, a cui recentemente il CONI ha deciso di assegnare il Collare d'oro al merito sportivo per la vittoria nel 1964 nella 100km a squadre ai mondiali di ciclismo di Albertvile, ha partecipato alla messa e si è intrattenuto poi per un breve saluto con il presidente della FCI Verona e con gli atleti della squadra di casa, il cui direttivo ha deciso di realizzare anche quest'anno questo tradizionale momento di ritrovo comunitario, sia per ricordare gli amici ciclisti scomparsi, sia per costituire un segnale di continuità e speranza per tutto il nostro settore sportivo, con l'auspicio che ci possa essere al più presto per tutti, un pieno e completo ritorno alla normalità.
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