L'ORA DEL PASTO. QUANDO HITLER FECE UN REGALO A COPPI...

STORIA | 12/10/2020 | 07:48
di Marco Pastonesi

Il Giro d’Italia. Ma di 80 anni fa. Quando, nella Firenze-Modena, come scriveva Orio Vergani sul “Corriere della Sera” il 30 maggio 1940, “vedevo qualcosa di nuovo, aquila, rondine, alcione, non saprei come dire, che sotto alla frusta della pioggia e al tamburello della grandine, le mani alte e leggere sul manubrio, le gambe che bilanciavano nelle curve, le ginocchia magre che giravano implacabili, come ignorando la fatica, volava, letteralmente volava su per le dure scale del monte, fra il silenzio della folla che non sapeva chi fosse e come chiamarlo”. Era Fausto Coppi.


Eppure, per la vittoria – la prima delle sue cinque vittorie al Giro – Coppi non dovette ringraziare solo Bartali, il capitano che gli lasciò via libera e che sulle Alpi lo aiutò a vincere, ma anche Adolf Hitler. Ne scrive Claudio Gregori in “Coppi contro Bartali” (Diarkos, 560 pagine, 19 euro). “La mattina del 30 maggio, mentre i tifosi leggono le celebrazioni di Coppi, il Duce consegna al ministro degli Esteri Ciano, perché la mandi a Hitler, la data prescelta per l’entrata in guerra dell’Italia: è il 5 giugno”. Ma era previsto che il Giro si concludesse a Milano il 9 giugno. “Il messaggio cifrato è comunicato a Berlino all’ambasciatore Alfieri, che lo porta a Hitler”.


Hitler ci ripensò due volte. La prima volta chiese che la data venissse spostata di alcuni giorni, “e ciò perché intende nei prossimi giorni fare un attacco a fondo contro gli aeroporti francesi – come riportato nel “Diario” di Ciano -. Teme che l’inizio dell’azione italiana determini uno spostamento delle forze aeree francesi e sventi il suo piano di distruzione”. Allora Mussolini comunicò che la data dell’entrata in guerra sarebbe stata l’11. “In serata, però, von Mackensen – svela Gregori – chiese un incontro urgente e avvertì che Hitler ritirava le riserve e gradiva l’anticipo dell’intervento dell’Italia. Questo non era più possibile, perché le divisioni erano in movimento”. Tutto quello che si poté fare fu l’anticipo dall’11 al 10. Così la conclusione del Giro e la vittoria di Coppi furono salvi.

 

 

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