A SHEFER L'APPENNINO D'ORO

PREMI | 19/09/2020 | 09:24
di Massimo Lagomarsino

La vigilia del Giro dell'Appennino, come sempre, è contrassegnato dalla consegna dell'Appennino d'oro ad una personalità del mondo del ciclismo. Tra i premiati delle precedenti edizioni a farla da padrone sono soprattutto i vincitori del Giro dell'Appennino, ma non mancano nomi illustri  del mondo delle due ruote quali gli indimenticabili Aldo Sassi e Tarcisio Persegona.  Ieri sera a Campomorone è stata la volta di Aleksandr Sheffer vincitore della 62.a edizione svoltasi il 25 aprile del 2001, che rendeva omaggio a Fausto Coppi. Dieci anni di onorata carriera nel mondo dei professionisti dal 1993 al 2003 con due vittorie al suo attivo l'Appennino nel 2001 e il Giro di Toscana l'anno successivo.


L'edizione vinta da Sheffer aveva un fascino particolare in quando rendeva omaggio al Campionissimo, il percorso prevedeva, infatti, l'attraverso sulle colline di Castellania. Fausto Coppi a Pontedecimo esordì già dal 1938, con un sesto posto, dopo essere arrivato in bicicletta da Castellania e che l’anno successivo sale sul terzo gradino del podio. L'edizione del 2001 presentava ai nastri di partenza: Michele Bartoli, in maglia tricolore, Davide Rebellin, Andrea Noè, Cadel Evans, Giuliano Figueras. Come sempre la corsa finì per infiammarsi sulle prime rampe della Bocchetta, Shefer il più lesto di tutti, prima di essere raggiunto in vetta da altri due atleti dell’Est: il vincitore del Giro di Lombardia del 2000 Raimondas Rumsas, e il Campione del Mondo in carica nella prova a cronometro, Serguei Gontchar. 


Nella discesa scivola quest'ultimo, restano così in due a contendersi il successo in volata. Il lituano Rumsas, più veloce di Sheffer, imposta una volata lunga, sin dagli ottocento metri dal traguardo, questo tentativo finirà per essergli  fatale.  Aleksandr è nato ad Alma Ata, oggi Almaty, nel 1971, allora in U.R.S.S., oggi in Kazakistan, in una famiglia di origini tedesche, ma trasferitasi da secoli sul Volga, per tornare a vivere vicino a Dusseldorf alla fine del ventesimo secolo. In qualche modo però lo possiamo considerare italiano, perché dal 1992 risiede a Vezzano, pochi chilometri da Reggio Emilia, con la moglie e due figli.

Candidato già da qualche anno all’Appennino d’Oro, gli viene assegnato quest’anno, con la motivazione: «Professionista per undici stagioni, direttore sportivo dell’Astana dal 2007, si mette in luce in diverse edizioni del Giro d’Italia, del Tour de France e della Vuelta a Espana. Difende i colori del Kazakistan alle Olimpiadi di Atlanta e di Sydney. Vince il 62° Giro dell’Appennino, andando in fuga da solo sulla salita della Bocchetta, si fa raggiungere da Gontchar e Rumsas per battere quest’ultimo in volata. Genova, 18 settembre 2020». Sheffer ha ritirato il premio ricordando quella giornata che rimane uno dei momenti più belli della sua carriera. Oggi l'Astana schiera un gruppo di giovani decisi a fare bene, spera che all'arrivo di via XX Settembre qualcuno dei suoi ragazzi riesca a fargli riassaporare la gioia di vent'anni fa.

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