Un incontro fra due vecchi amici. Un pranzo, come tanti ce ne sono stati nelle loro vite e nella loro avventura sportiva, di campioni del ciclismo, ma questa volta con un significato in più. Ercole Baldini ha ricevuto la visita del suo grande amico Vittorio Adorni, di passaggio a Forlì diretto a Imola per un servizio tv sul circuito dove il 1° settembre 1968 diventò campione del mondo (e dove domenica 27 settembre si disputerà una nuova competizione iridata). Una sosta nella villa di «Ercolino» è stato un passaggio per rinnovare un’amicizia che dura da quasi 70 anni. Per rinsaldarla ulteriormente, attorno a una bella e autentica tavola romagnola insieme alle persone più care, su tutti Mino e Riziero, i figli del ’Treno’ (questo il soprannome di Baldini), e Vanni, il primogenito dell’iridato imolese.
Adorni pochi mesi fa era intervenuto pubblicamente sulla vicenda che ha riguardato il patrimonio di Baldini, un caso finito anche in tribunale: i figli da una parte, la compagna del campione dall’altra. Adorni aveva detto: «Mi spiace che sia andata così, ho dovuto però metterlo in guardia su quella relazione. Ercole non mi ha voluto ascoltare, ho desistito».
Momenti di tensione che l’altro giorno a Villanova sembravano superati: non si è parlato di quella vicenda, che sembra riassorbita da una ritrovata armonia. Al suo posto sono riaffiorati i ricordi, le battute, le corse epiche vissute un’epoca fa. Flash che sono tornati alla mente visitando il bellissimo museo dedicato a Ercole Baldini con le coppe, i trofei, le maglie, le biciclette, le fotografie e gli articoli dei giornali sulle imprese del grande corridore forlivese. Episodi ricordati come quello in cui, nei giorni che precedettero il Mondiale del 1968, Vitaliana, la signora Adorni, fu ospite alcune notti a casa Baldini. O come quando Ercole prestò a Vittorio le sue maglie di campione del mondo, perché l’amico ne potesse utilizzare alcune dopo l’esaltante trionfo imolese: «Lo ringrazio ancora, il problema era che nelle maglie di Ercole ci stavo due volte!», scherza Adorni, mentre l’amico sorride.
Così come fa Riziero, il secondogenito di Baldini ricordando che «quando a casa passava a salutarci Vittorio, noi mandavamo via la tata e restavamo con lui, ci divertivamo tanto. È sempre stato uno di famiglia».
Poi, complice una splendida foto in bianco e nero che li ritrae assieme – «qui tiro io come ho sempre fatto», dice Adorni – il pensiero torna a quel giorno di novembre del 1964 quando Adorni e Baldini gareggiarono insieme nell’ultima competizione del grande Ercole: il trofeo Baracchi dove arrivarono secondi. Al termine il forlivese annunciò l’addio all’attività agonistica. Ma non certo alla reciproca conoscenza. Di nuovo insieme, ancora e sempre vicini, con un’armonia familiare ritrovata che è la giusta cornice al loro rapporto. E alla loro vita.
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