TOUR STORY. 1920, LA DITTATURA DI HD, HENRI DESGRANGE

STORIA | 11/07/2020 | 08:05
di Paolo Broggi

Gli anni che terminano con la cifra “0” hanno portato spesso grandi novità al Tour de France, hanno visto scrivere importanti pagine di storia, hanno portato alla ribalta personaggi e aneddoti. Ve li vogliamo raccontare, in attesa della corsa che scatterà il 29 agosto da Nizza. La seconda puntata, relativa al 1920, ha per protagonista Henri Desgrange, il "padre padrone" della Grande Boucle.


Dove posizionare il livello delle difficoltà perché la corsa sia esigente e permetta ai suoi protagonisti di mostrare la loro bravura e la loro resistenza, senza che la prova scivoli nel ridicolo e metta in discussione il valore dei suoi attori? È una domanda che accompagna lo sport sin dalla sua nascita ed è una domanda alla quale è difficile dare una risposta precisa.


Tra i pochi ad avere certezze, nella storia dei grandi eventi, è stato Henri Desgrange, direttore del giornale L’Auto e del Tour nella Francia - del quale era letteralmente il padre padrone -  degli anni Venti: poche storie, il suo obiettivo era organizzare una “prova”, nel senso primario del termine.

La discussione su quale sia stata l’edizione più dura del Tour è aperta, ma sicuramente quella del 1920 si candida perché racchiude in sé tutti gli elementi necessari per essere ricordata come epica.

Da percorrere 5503 km che non ne fanno l’edizione più lunga del Tour, ma che divisi in 15 tappe danno una media di 367 km, seconda solo all’edizione della ripartenza nel 1919. E ricordiamo che quella attraversata è la Francia del pieno dopoguerra, le strade sono piene di di buche, pietrisco, crepe e solchi... non certo il terreno ideale per chi deve pedalare, soprattutto quando la partenza delle frazioni viene data generalmente alle due del mattino.

Come se tutto ciò non bastasse, Desgrange studia una formula nuova con l’obiettivo di spezzare il dominio delle case costruttrici di biciclette e impedire qualsiasi forma di accordo. È un’ossessione, questa, per il patron del Tour che si traduce in un regolamento severissimo: «Il corridore del Tour de France è posto nella stessa situazione di chi parte in allenamento senza aver programmato alcun ristoro lungo la sua strada. Ne consegue che: 1 - non può fornire alcun aiuto a compagni di squadra o avversari e non può accettare nulla da loro; 2 - lungo la strada deve organizzare da solo i suoi rifornimenti, senza accettare nulla da chicchessia e anche pensare da solo a prendere l’acqua alle sorgenti o alle fontane che incontra. Il corridore dovrà affrontare l’intero Tour con la stessa bicicletta a meno di un grave incidente e solo in questo caso potrà cambiarla a condizione di utilizzarne una della stessa marca».

Le lamentele che si raccolgono il 27 giugno al via di Place de la Concorde trovano ben presto giustificazione: dopo sole 4 tappe restano in corsa 48 ciclisti sui 113 partiti. E il malcontento cresce anche tra il pubblico, visto che a dominare in classifica sono i belgi. Certo, Henri Pélissier ha vinto a Brest e a Sables-d’Olonne, ma nella tappa successiva - la più lunga con i suoi 483 chilometri da Les Sables a Bayonne - si ritira. E Desgrange lo attacca sulle colonne de L’Auto: «E allora, Pellissier è meno valido dopo la guerra che prima della guerra? No, ma sono migliorati gli avversari ed è cresciuta l’altezza degli ostacoli da superare. Ecco delle possibili spiegazioni, anche se poi è lo stesso Pélissier che chiarisce: “Ho dei soldi e una situazione che mi permette di evitare certe sfide”. Chi può biasimarlo? Tutt’al più potremmo chiedergli perché abbia deciso di partire, di schierarsi al via. Il suo cervello non è più quello di un tempo, si gode la vita, l’età ha calmato il suo entusiasmo e il suo cuore non batte più come faceva al debutto... Moralmente ha la pancia piena quando invece il Tour de France richiede gatti affamati...».

Il Tour 1920 prosegue quindi senza Henri Pélissier (che comunque nel 1923 si prenderà una grande rivincita nei confronti di Desgrange, vincendo la Grande Boucle davanti a Ottavio Bottecchia) e continua a perdere pezzi, visto che al termine della prima tappa pirenaica restano in corsa solo 31 ciclisti.

Nella sua filippica contro Pélissier, il patron del Tour definisce ancor meglio la sua idea di campione ideale per il Tour: «E poi, che nervosismo da signorina! A Morlaix dice di no, a Brest dice di sì, alle Sables-d’Olonne dice ancora di sì, ma cento chilometri più avanti dice ancora di no. Paragonate voi questo “piroettare” con la volontà di resistere mostrata da Christophe...».

Peccato che Eugène Christophe, il cocco di Desgrange, sia costretto lui pure a lasciare la corsa a causa di fortissimi dolori nella zona renale...  Comunque alla fine a trionfare, per la gioia di Desgrange, è davvero un duro, il belga Philippe Thys che diventa il primo capace di vincere il Tour per tre volte (le prime due riaslgono al 1913 e al 1914). Thys guida una classifica con sette belgi ai primi sette posti e chiude le 15 tappe con il tempo di 228 ore 36'13", vale a dire quasi il triplo del tempo impiegato da Egan Bernal per vincere l’ultimo Tour. A proposito, per la cronaca a Parigi il 25 luglio arrivarono solo 22 corridori. E chissà come avrebbe raccontato, il mitico «HD», il primo trionfo di un corridore colombiano al Tour de France...

GIA' PUBBLICATI

TOUR STORY. 1910, IL GRANDE BLUFF DI ALPHONSE STEINÈS

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Primoz Roglic questo Giro d’Italia numero 108 vuole vincerlo e oggi, nella cronometro con partenza e arrivo a Tirana, ha dimostrato la sua superiorità. Per il campione sloveno è arrivata la maglia rosa, mentre la vittoria di tappa è andata...


Avremmo voluto scrive della Liegi Bastogne Liegi Juniores solo per darvi conto della vittoria del britannico Harry Hudson sul belga Leander De Gendt e Max Hinds,   ma purtroppo ciò che è successo in prossimità della linea d’arrivo in cima alla...


Joshua Tarling ha solo 21, ma oggi ha vinto la cronometro al Giro d’Italia confermando la sua classe in questa specialità. «E’ un'emozione speciale per me: è la mia prima vittoria di tappa in un grande giro ed è sicuramente...


Joshua TARLING. 10 e lode. Erano giorni che andava in giro a dire che pensava alla crono di Lucca, ma visto che c’era ha pensato bene di portarsi a casa anche quella di oggi, a Tirana. Joshua è un magnifico...


Sono bastati 13, 7 chilometri a Primoz Roglic per mettere le cose in chiaro per la classifica generale del Giro d'Italia. Niente di definitivo, come è naturale che sia, ma segnali già importanti inviati ai suoi avversari. Per chiarire la...


L'identikit ideale del campione che viene al Giro dovrebbe partire da un connotato principale: la serietà. Uso questo termine in disarmo, ormai quasi offensivo, ma potrei usare un sacco di altri sinonimi. L'importante è capirsi. E intendere il significato. Il...


Novità e sorprese, conferme e pronostici rispettati. Col fiato sospeso fino all'ultimo istante. Le emozioni non sono mancate nemmeno nella seconda tappa del Giro d'Italia 2025: la cronometro individuale di 13, 7 km - con partenza e arrivo a Tirana...


«Rispetto a una settimana fa avevo un’altra gamba» (Francesco Busatto, maglia bianca del Giro, conferma i grandi passi avanti fatti nel settore delle protesi). Dopo la lunga serie di piazzamenti raccolti da Van Aert negli ultimi anni, la Visma ha...


Volata vincente di Benoit Cosnefroy al Grand Prix du Morbihan di Plumelec prova della Coppa di Francia. Il transalpino della Decathlon AG2R La Mondiale ha regolato i connazionali Kevin Vauquelin e Clement Venturini, entrami della Arkea B&B Hotels, e l'uruguaiano...


Dopo il Grand Prix Herning e il Fyn Rundt-Tour of Funen di settimana scorsa, il calendario di gare in area scandinava è proseguito quest’oggi con la prima gara Elite della stagione in terra norvegese, il GP Sundvolden, che ha...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024