IL CICLISMO PIANGE CLAUDIO FERRETTI

LUTTO | 22/05/2020 | 08:38
di Pier Augusto Stagi

Claudio Ferretti ci ha lasciato ieri sera a 77 anni. Con lui il mondo del giornalismo perde una voce riconosciuta e riconoscibile, dal timbro pacato e gentile: elegante. È stato uno degli uomini Rai più apprezzati, per la sua competenza e signorilità. Figlio d'arte, di quel Mario Ferretti che, il 10 giugno 1949, aprendo la cronaca radiofonica della tappa Cuneo-Pinerolo, pronunciò la famosa frase «Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi».


Claudio è stato un grande amico del ciclismo, anche se sapeva spaziare da uno sport all'altro con assoluta competenza e facilità. Entrò in Rai nel 1968, quando superò il concorso per tele-radiocronisti che lo portò nella storica trasmissione “Tutto il calcio minuto per minuto”. Ferretti era la terza voce, dopo Enrico Ameri e Sandro Ciotti.


Si occupò anche di piugilato, commentando da par suo il primo match tra Benvenuti e Monzon, a Roma: era il 7 novembre 1970. E poi, tra le passioni, l’atletica leggera e il ciclismo. Nella storia è rimasto il racconto che Ferretti fece dell’ultima tappa del Giro 1975. Un duello tra Fausto Bertoglio e lo spagnolo Francisco Galdos. Si arrivava sullo Stelvio e il bresciano era in vantaggio di 41”. Riuscì a raccontare con rigore e passione, tornante dopo tornante, quella magnifica sfida che si concluse con il trionfo più che meritato di Fausto Bertoglio. Arrivò anche alla conduzione del “Processo alla Tappa”, prima di passare a guidare la redazione sportiva di Rai 3. Fece tutto con assoluto garbo e misura, senza alzare mai i toni. Anche il suo commiato è stato da par suo: in punta di piedi. Ci piace ricordarlo in giro per il Giro, divertito e ironico, con quella sua tuttona azzurra di mamma Rai che ormai aveva stampato sulla pelle. Ciao Claudio.

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COMMENTI
il ciclismo piange claudio ferretti
22 maggio 2020 14:22 vecchione
Sono state di grande valore le sue radiocronache dei finali delle tappe del Giro d'Italia, soprattutto quando la la "sorella cieca della televisione", la radio appunto, nei tre anni dal 1973 al 1975, era l'unico strumento che diffondeva le notizie in diretta a causa delle disposizioni del periodo della prima "austerity". La tv trasmetteva quotidianamente una "registrata". peraltro molto seguita, attorno alle 19,30 per motivi di risparmio energetico.

Di grande e straordinario impatto è stata la sua radiocronaca del finale del Giro 1975 con il testa a testa fra Fausto Bertoglio e lo spagnolo Francico Galdos.

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