SARDEGNA. QUELLA STRANA ORDINANZA CHE BLOCCA I CICLISTI

NEWS | 08/05/2020 | 07:50

Ordinanza. È una parola magica che abbiamo imparato tutti a conoscere in questi mesi. È una parola che può aprire o chiudere, permettere o vietare e qualche volta anche sorprendere.


Ordinanza comunale, provinciale, regionale, nazionale... Ordinanza anche da interpretare, il più delle volte, e magari difficile da capire. Come quella emanata in data 2 maggio dalla presidenza della Regione Sardegna.


In una delle Regioni che hanno per fortuna un basso numero di casi di coronavirus, l'ordinanza obbliga i ciclisti a svolgere attità esclusivamente all'interno del loro comune di residenza. Si restringe, in pratica, quanto previsto dal DPCM (altra sigla che ormai è diventata di casa) che il 4 maggio ha concesso a tutti i ciclisti la libertà di praticare il loro sport preferito entro i limiti regionali e non comunali.

In Sardegna no. L'ordinanza regionale parla chiaro e disciplina così la pratica sportiva:

ART. 4) Nel territorio del proprio comune di residenza, domicilio e/o dimora abituale, è consentito svolgere individualmente attività motoria all'aria aperta, limitatamente a passeggiate, corse a piedi e in bicicletta, mantenendo la distanza interpersonale di almeno due metri. È altresì consentito, per i soggetti minori o diversamente abili, che tali attività siano svolte con un accompagnatore, preferibilmente convivente, al quale non si applicano gli obblighi di distanziamento personale nella misura strettamente indispensabile al supporto necessario all’accompagnato. In ogni caso, gli accompagnatori hanno l’obbligo di indossare idonei dispositivi di protezione delle vie respiratorie (mascherine).

ART. 5) Nel rispetto delle regole sul distanziamento e con divieto assoluto di assembramento, sono consentiti sul territorio regionale gli sport individuali all’aria aperta (golf, tiro al piattello, atletica, equitazione, tiro a segno, vela, tennis e simili ) nell’ambito dei rispettivi centri sportivi, che dovranno garantire il rispetto di turnazioni tali da impedire il contemporaneo accesso di atleti alle strutture, il loro contatto o la fruizione promiscua di spogliatoi, bagni, docce o spazi comuni al chiuso. I centri sportivi per sport individuali all’aria aperta, in caso di apertura, dovranno garantire altresì la costante igienizzazione e sanificazione degli ambienti al chiuso ed in particolare di spogliatoi, bagni e docce dopo ciascun utilizzo. È fatto divieto assoluto di somministrare alimenti e bevande all’interno di tali centri sportivi.

ART. 6) Per gli atleti di discipline sportive non individuali, riconosciute di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) o dalle rispettive federazioni, è consentito l’allenamento in forma individuale di atleti professionisti e non professionisti nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento in strutture a porte chiuse.

Strano davvero, il caso dei ciclisti sardi. Sani, per loro fortuna, ma costretti ancora a pedalare attorno a casa. Perché?

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COMMENTI
sardegna
8 maggio 2020 20:42 siluro1946
Per fortuna di ciclisti in Sardegna non ne esistono. Ma rimane un'ingiustizia come purtroppo già avvenuto su tutto il territorio nazionale, si immagini chi abita in comuni di 500/1000 abitanti su un territorio di pochi km quadrati ed altri abitanti nelle grandi città di centinaia di km quadrati. Sembrerebbe che chi ci governa venga da altre galassie.

...per fortuna in Sardegna non esistono ciclisti...
9 maggio 2020 15:19 fav1
Siluro... Che fesserie dici? In Sardegna non esistono ciclistici? Cosa pensi che siamo con l'anello al naso? Il movimento ciclistico sardo è sanissimo e vigoroso
Andrea Lovicu

fav1
9 maggio 2020 21:04 siluro1946
Infatti, ne avete uno e per gareggiare doveva recarsi "sul continente". Che c'entra l'anello al naso? In Lombardia non abbiamo il mare e nemmeno il Cannonau ed il mirto quindi... Stia sereno e pedali ... anche quando c'è il vento.

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