Balducci: una vittoria figlia dell'esperienza

| 03/04/2008 | 00:00
“Però i corridori sono delle bestiacce…” Così si era conclusa l’intervista a tuttobiciweb.it di Gabriele Balducci prima del via della terza tappa della Settimana Lombarda a Dalmine. Circa quattro ore dopo il toscano dell’Acqua & Sapone era sul gradino più alto del podio. La caduta, l’operazione alla clavicola, e due sole corse (di cui una cronosquadre) nel motore. Ma come si suole dire “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”. E così, quando nel finale di tappa il vento ha scompigliato non solo i capelli degli spettatori, ma anche il gruppo, la Lpr si è mossa per cercare il colpaccio e togliere il traguardo ai velocisti, ecco che Balducci ha fiutato l’aria e si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto. La volata sul lungo e largo rettilineo di Dalmine è stata una lotta dura, ma il trentatreenne corridore di Pontedera alla nona vittoria da professionista, ha giocato di forza, astuzia ed esperienza rimontando Loddo, partito da troppo lontano, ed evitando il ritorno dell’olandese Dennis Van Winden, un’altra scoperta della nidiata Rabobank che alla “Settimana” aveva già lanciato corridori come Robert Gesink vincitore dell’edizione del 2006. “Ragazzi è stato un finale da corse in Belgio, da Giro delle Fiandre – ha raccontato ancora col fiatone Balducci già vincitore alla Lombarda nel 2006 nella tappa di Brusaporto -. Con ventagli e tutto il resto, è stato bellissimo. La condizione non c’è questo è sicuro, domani con le salite mi staccherò, però dopo dodici anni di professionismo un po’ di esperienza ce l’ho anch’io. Dopo un’operazione subita ho fatto passare solo 5 giorni prima di rimettermi in sella senza pensare né al braccio, né ai dolori vari: e questi sono sacrifici che poi pagano. Questo è segno che Gabriele ha ancora voglia di correre, di lottare. E’ stato un finale bellissimo, esaltante. C’erano tanti ventagli, la Lpr si è organizzata, ha fatto un bel ventaglio ma ha avuto la sfortuna di trovare Balducci che è rimasto a ruota”. Ci racconti la volata? “Loddo è partito lunghissimo altrimenti avrebbe vinto. Io sono rimasto al centro della strada e ho dato tutto quello che avevo. E’ andata bene, non me lo aspettavo ed è ancora più bello. La vittoria la dedico a me stesso e alle persone che mi sono state vicine nel momento difficile, e devo dire che sono tante”. Alberto Loddo mantiene il primato in classifica generale ma colleziona un terzo posto, dopo il secondo del giorno prima.. Ce n’è davanzo per essere rabbuiati, ma il sardo della Tinkoff non lo dimostra. “Ho dovuto chiudere io l’attacco della Lpr ai 500 metri. E così mi sono ritrovato davanti troppo presto, ho lottato fino a che ho avuto forze, poi ho visto Balducci alla mia ruota e non avendone più mi sono spostato. C’eravamo messi d’accordo noi della Tinkoff e la Lpr per attaccare, il problema è che noi eravamo in 3 mentre loro in 5 o addirittura 6 davanti. Quando prima dell’ultima curva Contrini ha chiuso su un altro attacco, è toccato a me intervenire e quindi è uscita la volata che ho raccontato. Non posso tenere una così alta velocità per 500 metri, sono Loddo non il Bugno che ha vinto il Mondiale!”. Piazza d’onore per il ventenne Dennis Van Winden, altro prodotto della pregiata ditta Rabobank, secondo lo scorso anno al Giro delle Regioni, battuto per soli 3 secondi dal portoghese Rui Alberto Fazio da Costa, ma vincitore della maglia verde come miglior Under 21. La sua progressione negli ultimi metri dell’olandese ha impressionato, solo l’esperienza di Balducci ha rintuzzato il suo tentativo di dare scacco matto. “Ho tentato fino in fondo di rimontare – ha raccontato il corridore “orange” -, ma Balducci è andato fortissimo e c’era anche poco spazio per rimontare. Sono un corridore abbastanza completo, anche lo scorso anno ho corso qui alla Lombarda, per me questo è un ottimo piazzamento”. Savoldelli, Di Luca, Pietropolli, Lpr all’attacco quindi e quando meno te lo aspetti. Mario Manzoni, il diesse del team di Bordonali, spiega il motivo dell’azione finale dei suoi corridori. “Non avendo il velocista in grado di vincere la volata di gruppo e visto che si era alzato il vento, abbiamo cercato di creare l’opportunità per una fuga dove poter giocarci il successo. E’ stata una bella azione di squadra, abbiamo avuto anche una quarantina di secondi di vantaggio; poi a 6 km dal traguardo ha forato Pietropolli che era l’uomo più veloce che avevamo davanti e si è un po’ roto il meccanismo anche perché le chance di vittoria con gente come Loddo e Balducci sono calate di molto. Avevamo speso molto per portare fuori la fuga e quindi era difficile anche trovare le forze per anticipare la volata”. Resta il fatto che tutti si sono chiesti: come mai questo attacco in massa della Lpr in una tappa non fondamentale per la classifica? “E’ giusto provarci sempre se ci sono le opportunità. E’ giusto pensare alla classifica ma è importante anche tentare ogni giorno di raccogliere il meglio possibile. Io penso che così si fa onore alla corsa e ci prepariamo per il futuro”. Valerio Zeccato
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