
Sono tante le idee che si stanno rincorrendo sulla ripartenza del ciclismo e al dibattito porta il suo contributo Giancarlo Brocci, l’uomo che ha “inventato” le Strade Bianche.
«Spero davvero che questa lunga sosta forzata possa servire al mondo dello sport, anche per riposizionarsi su valori veri - ha spiegato Brocci ad Andrea Schiavon che lo ha intervistato per Tuttosport - . Pensare ad esempio a dove nasce lo sport e dove è arrivato oggi. Non faccio il moralista e non invoco un nostalgico ritorno al passato, però è giusto porsi qualche domanda e cercare risposte che ci soddisfino».
E sul ciclismo di domani: «Il mio sogno è un ciclismo in cui non ci sia più questa ossessione per il grasso corporeo e ci sia meno ricorso alla programmazione. Pensateci, l’unico che oggi riesce a vincere i Grandi Giri e le Classiche, come un Coppi o un Merckx, è Vincenzo Nibali».
Un messaggio dalla sua Eroica per il ciclismo che sarà?
«La riscoperta e il recupero delle strade bianche: chiunque vada in bici in mezzo al traffico si rende conto di quanti siano i pericoli e i rischi. Le strade bianche sono il passato e, al tempo stesso, il futuro della bicicletta e del ciclismo. Quando siamo stati ad Aigle, il presidente Lappartient è stato molto interessato: l’Uci è consapevole che il futuro richiede innovazione. E il modello delle strade bianche è una soluzione per innovare senza snaturare questo sport ma, anzi, riscoprendone e valorizzandone le radici».
Se sei giá nostro utente esegui il login altrimenti registrati.