
Giorni e settimane senza allenamenti, senza lavoro, senza gare nè partite. Dai grandi club della serie A alle piccole associazioni sportive di paese, la pandemia ha azzerato il presente e rischia di cancellare il futuro. Pochi fortunati hanno le spalle abbastanza larghe per farcela da soli e la grande paura ha un nome: sponsor.
Le aziende chiuse che faticano a pagare i dipendenti ci penseranno due volte, se non subito alla prima occasione, prima di investire su una maglia o un cartellone, abbattendo gli introiti di migliaia di società e atleti, dal basket alla pallavolo, dal ciclismo al calcio fino a tutte le realtà che che si accontentano di un minibus, un contributo per il riscaldamento o l'attrezzatura.
"In tempi come questi il caos non risparmia nessuno e lo scenario è tutt'altro che roseo: se non si gioca, se viene meno il prodotto che giustifica gli investimenti degli sponsor, crolla tutto. Tante piccole società rischiano di essere spazzate via dallo tsunami ma anche i grandi club, autori di altrettanto grandi investimenti e dunque di debiti importanti, devono temere il contraccolpo", spiega l'avvocato Carlo Rombolà, esperto di diritto e marketing sportivo. "Fa ben sperare - sottolinea - la presa di posizione del presidente del Coni, Giovanni Malagò, che ha promesso aiuti a tutto il movimento sportivo senza distinzioni, a patto di avere al fianco il Governo".
Da giorni, federazioni, associazioni sportive e singole società lanciano appelli per non essere lasciate indietro e per evitare che vengano meno gli stimoli agli sponsor di sostenere la stagione. In un panorama economico che stava lentamente recuperando dalla grande crisi, il settore delle sponsorizzazioni sportive aveva ritrovato slancio.
Secondo gli ultimi dati dell'European Sponsorship Association, il volume totale era cresciuto in Europa per il settimo anno consecutivo, superando per il 2019 i 30 miliardi di euro, quasi due dei quali per la sola Italia (+ 15%). Rinviati i grandi eventi, dall'Europeo di calcio alle Olimpiadi, sospese tutte le attività sportive, il crollo rischia di essere drammatico.
Secondo l'Esa, la pandemia avrà un impatto forte nel breve e medio termine, ma nel 2021 lo sport sarà un catalizzatore per il ritorno del mondo alla normalità. Il problema è sopravvivere nel frattempo, in un panorama devastato. C'è allarme ovunque. Il presidente di Lega Pro, Francesco Ghirelli, ha espresso le sue preoccupazioni prendendo come esempio il presidente del Feralpi Salò: "E' il 're degli altoforni' ma se dovrà scegliere tra l'azienda di famiglia, che da' lavoro a tanti operai - spiega - e il calcio mollerà quest'ultimo". Se addirittura un colosso assoluto come Amazon ha deciso di mettere nel cassetto il contratto col club brasiliano del Flamengo per diventare il nuovo sponsor di maglia (per otto milioni di euro l'anno) a causa dell'emergenza sanitaria, ogni speranza per gli altri diventa solo illusione.
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