GUANGXI. ACKERMANN: «L'UNICO CHE DOVEVO GUARDARE ERA TRENTIN»

PROFESSIONISTI | 19/10/2019 | 10:31
di Carlo Malvestio

Con un po' di ritardo rispetto al previsto, Pascal Ackermann alza le braccia al cielo al Tour of Guangxi. Il velocista della Bora-hansgrohe, nella tappa finora più selettiva (sono arrivati in 49 a giocarsi lo sprint), ha messo tutti in fila con discreta facilità.


Il successo, però, è stato più complicato di quanto potesse sembrare a prima vista: «Sapevo che l'unica cosa che dovevo fare era resistere sulle salite del circuito - spiega il tedesco dopo l'arrivo - Nell'ultima stavo davvero soffrendo, guardavo Trentin che invece saliva facile e sapevo che una volta finita la salita avrei potuto lottare per la vittoria. Proprio per questa salita è stata una tappa diversa dal solito».


Che sia lo sprinter più forte qui in Cina ci sono pochi dubbi, ma anche un corridore da 12 vittorie stagionali può sbagliare qualche volta: «Ieri e l'altro ieri ero abbastanza arrabbiato per non aver vinto, perché siamo venuti qua con l'obiettivo di vincere il più possibile. Nella prima tappa sono partito troppo presto perché ero un po' nervoso, mentre ieri sono stato spinto verso le barriere e le ho pure toccate, ma per fortuna ho evitato la caduta».

Ancora leader in classifica generale, domani sarà l'ultimo giorno in cui potrà godersela, visto che l'arrivo in salita di Nongla non è sicuramente adatto alle sue caratteristiche: «Fin che è durata me la sono goduta. Domani dovrò cedere la maglia di leader, lavorerò per Schachmann e Grossschartner dopo quello che hanno fatto per me in questi giorni».

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