CIPOLLINI. «ITALIA PAZZESCA, TRENTIN FENOMENALE, MA LA TENSIONE GIOCA BRUTTI SCHERZI»

PROFESSIONISTI | 01/10/2019 | 11:27
di Pier Augusto Stagi

Mario Cipollini ha il ciclismo nel sangue, e ama parlarne. È una passione. Una necessità quasi fisiologica. Lui è fatto così: preciso, puntuale e capace di analizzare tutto nei minimi dettagli come quando era corridore, e adesso che è imprenditore e si occupa di pensare e in certi casi ripensare le biciclette (le Cipollini), beh questo modo di essere gli torna molto utile.


La corsa degli azzurri ha toccato le corde della passione del campione del mondo di Zolder. Lui come ognuno di noi ci aveva fatto la bocca buona. Ci aveva creduto: Matteo l’aveva già visto fasciato con i colori dell’iride. «E se lo sarebbe meritato tutto, perché aveva fatto fino a quei 200 metri finali un mondiale eccezionale – spiega a tuttobiciweb il più grande velocista italiano di tutti i tempi -. Eccezionale lui e tutti i ragazzi azzurri, che hanno interpretato una corsa strepitosa. Nulla da ridire: Davide Cassani ha avuto la forza e l’intelligenza di allestire una squadra che è stata davvero squadra, come nelle migliori tradizioni della nostra scuola».


Però per Mario quel finale ha una spiegazione e non è riconducibile ad un solo un problema di gambe. «Lo ripeto, Matteo è stato pazzesco, ma probabilmente nel momento in cui si è staccato Mathieu Van der Poel – il favorito numero uno – e ha capito che in quel drappello il più forte era lui, probabilmente nella sua mente è subentrata la paura di sbagliare, più che la stanchezza per una corsa al limite della sopportazione. La tensione che l’ha portato a bruciare tutto. Di colpo è entrato in una realtà che l’ha logorato. La consapevolezza di essere super favorito l’ha quasi bloccato: nella volata finale sembrava quasi in trance, poco cattivo e dopo il traguardo nemmeno un cenno di disappunto. Era impenetrabile, come se non fosse lì. Mi ha colpito anche un’altra cosa: a 6 km dal traguardo Marco Velo lo avvicina per dirgli che ormai la corsa è fatta, se la giocheranno loro. Matteo resta impassibile, neanche un cenno. Nulla di nulla. Non voglio fare lo psicologo da tre soldi, ma penso di conoscere discretamente bene certe situazioni. Quante volte Matteo si è trovato in carriera con questa pressione addosso? Ne sono quasi certo: se quella volata la ripete altre 110 volte le vince tutte e 110. Ma quel giorno la tensione, l’ha bruciato. La testa gli ha giocato un brutto scherzo. Un conto è la possibilità di vincere, un’altra la consapevolezza di non poter più perdere. Cambia la vita». Così parlò Mario Cipollini.  

 

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COMMENTI
W Cipollini
1 ottobre 2019 11:52 geo
Cipollini sì sarebbe un bel commentatore in una diretta televisiva. Basta scontatezze e ovvietà, basta commentare quello che tutti vediamo sa soli: ci vogliono commentatori che sappiano vedere oltre, che sappiano capire dai dettagli che sfuggono. Però questi commentatori poi dicono la verità, e allora, a volte, danno fastidio. Il ragionamento dei "vertici" è: "Meglio restare nella mediocrità per non sbagliare".

Per Geo
1 ottobre 2019 13:01 Melampo
Un commentatore così c'è già: è nato tredici anni prima di "Super Mario" a circa 30 km di distanza da dove è nato lui ... Mi spiace per coloro che non seguono le sue telecronache.

x melampo
1 ottobre 2019 13:50 ConteGazza
W il Magro sempre!

Solo loro
1 ottobre 2019 14:56 pagnonce
Magro con al fianco Cipo sarebbe un bel vedere le gare in TV,di sicuro triplicherebbero gli ascolti.

Coppia da Oscar
1 ottobre 2019 16:12 9colli
Il Magro e il Cipo formerebbero una Coppia da Sballo, diciamo pure da Oscar

mah
3 ottobre 2019 08:22 Settembre 60
Non condivido. Cippolini, come lui stesso riconosce, non è uno psicologo. Matteo è una persona che sa assumersi responsabilità, non ha paura delle sfide. Gli sono semplicemente mancate le energie necessarie per percorrere quell'ultimo tratto. E in una corsa corsa al limite, anomala e devastante credo sia comprensibile. Dove erano tutti gli altri super favoriti? Saltati tutti, era presente solo lui. Credo che meriti più rispetto e non solo critiche per aver agguantato "solo" il secondo posto. La stampa un giorno ti adora e il giorno dopo ti lancia da un burrone e ti dimentica. Funziona così, giusto?

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