Dopo le nevicate delle ultime edizioni, quest'anno il tempo è stato clemente e così sono stati parecchi i campioni di ieri e dell'altro ieri che hanno risposto presente all'invito dell'appassionato Giancarlo Chiriotti, che ormai da 22 anni chiama a raccolta nel suo Agriturismo, il primo sabato di marzo, le vecchie glorie del pedale del Piemonte e delle regioni limitrofe.
A guidare la nutrita pattuglia piemontese c'erano gli ultimi due big del ciclismo subalpino: Franco Balmamion, l'ultimo corridore italiano capace di vincere due Giri d'Italia consecutivi, e Italo Zilioli, che nella corsa rosa giunse tre volte secondo, ma ebbe la soddisfazione di indossare la maglia gialla al Tour e di vincere una sessantina di gare in quindici anni di professionismo. Con loro, anche Giorgio Zancanaro, coriaceo alessandrino che da dilettante andava fortissimo (vinse anche una tappa e il GPM al Tour dell'Avvenire del 1961) ma che nella sua carriera ha sempre avuto una "bestia nera": proprio il suo coetaneo Balmamion, che da dilettante lo beffò in extremis nella San Pellegrino a tappe del 1960, in una Torino-Valtournanche e in parecchie altre occasioni. Tra i prof Zancanaro vinse un Giro di Toscana e tre tappe al Giro d'Italia e colse un brillante 3° posto al Giro del '63, peraltro vinto, guarda caso, proprio da Balmamion, che si era già imposto nell'edizione precedente.
C'era anche Walter Martin, che nel 1961 vinse a media-record la Milano-Torino e che tre anni più tardi concluse drammaticamente la sua carriera a causa di una rovinosa caduta sul cemento del Motovelodromo torinese di corso Casale mentre disputava un inseguimento a coppie con Valentino Gasparella nel corso di una kermesse su pista.
Nell'anno del Centenario di Coppi non poteva mancare uno dei gregari del Campionissimo, Pino Favero, che alla Milano-Sanremo del 1954, al debutto tra i prof con i colori della Bianchi del grande Fausto, aveva un compito ben preciso: impedire che Loretto Petrucci, che aveva lasciato la squadra in polemica con Coppi, vincesse la Classicissima per il terzo anno consecutivo. Favero non solo si attenne scrupolosamente alle direttive ricevute, ma si piazzò addirittura terzo, davanti al suo capitano cui avrebbe dovuto tirare la volata....
Il campione olimpico Marino Vigna, uno dei "fedelissimi" di questa rimpatriata, era accompagnato da Alberto Morellini, che fu tricolore dei dilettanti del 1967. Immancabile anche Irene Camusso, figlia di Francesco che nel 1931 vinse il Giro nell'anno in cui venne istituita la maglia rosa come simbolo del primato. Folta e qualificata anche la rappresentanza dei giornalisti presenti, capeggiati da Beppe Conti, prima inviato di Tuttosport ed ora opinionista Rai, e da Sergio Meda, storica firma della Gazzetta dello Sport e poi capo-ufficio stampa del Giro d'Italia. Dopo tanti anni si è rivisto con piacere Franzi Bertolazzo, che fu prima corridore, poi valente giornalista sportivo ma, soprattutto, è figlio di quel Pierino Bertolazzo che nel 1929 a Zurigo vinse il titolo mondiale su strada dei dilettanti e poi fu apprezzato Direttore Sportivo della nazionale cadetta e di alcune squadre professionistiche (Frejus, Asborno, Ignis e Cynar) prima di morire prematuramente a soli 57 anni.
Come è ormai diventata una simpatica consuetudine, anche quest'anno ad Agliano Terme c'era un ex-calciatore del Torino e della nazionale: il "poeta del gol" Claudio Sala, capitano della squadra granata nell'anno del suo ultimo scudetto (1975-76).
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