REVERBERI: «ALLARME PROFESSIONAL, PER L'ITALIA E PER TUTTI»

PROFESSIONISTI | 29/08/2018 | 07:06
di Pier Augusto Stagi

L’Uci sta pensando da lungo tempo alla riforma del ciclismo. Questa è una notizia, ma suona chiaramente anche come minaccia. Non tanto perché siamo contro il rinnovamento, il futuro, il movimento che contrasta l’immobilismo, ma perché la percezione che si ha è che ad Aigle vogliano cambiare tanto per cambiare, senza un progetto chiaro e definito. Sono mesi che stanno discutendo e la bozza che sta circolando tra i team di World Tour e quelli Professional è semplicemente imbarazzante.


Si prosegue a tentoni, con la chiara sensazione che all’Uci non abbiano compreso una cosa semplice semplice: mancano i soldi. Sono pochi i team che sono veramente in salute. Forse c’è solo il Team Sky che può dirsi sereno, ma già la Quick-Step di Patrick Lefevere, che è chiaramente il team più forte al mondo secondo solo ai britannici, per stessa ammissione del suo team-manager, è in difficoltà.


La Bmc chiude, la CCC esce dal circuito Professional per approdare nel World Tour affiancando Jim Ochowicz che prosegue con una formazione certamente importante, ma meno attrezzata e, sotto l’aspetto economico, sicuramente più leggera. Dal Benelux arriva la notizia che i dirigenti dell'olandese Roompot e della belga Veranda's Willems stanno trattando per unire le forze. Mentre Nick Nuyens, ex corridore ed oggi manager del team belga, ha prima cercato l'intesa con Aqua Bue Sport - trattativa che c'è stata, aldilà delle smentite, e che è tramontata solo negli ultimi giorni - e ora lavora con i dirigenti della formazione olandese.

A proposito, Aqua Blue Sport, prima formazione irlandese a entrare nell'ambito del grande ciclismo, chiuderà i battenti a fine stagione.

«Da anni diciamo che il momento è delicato, ma ora lo è per davvero e sempre di più – spiega a tuttobiciweb Bruno Reverberi, uno dei team manager più esperti a livello mondiale -. Preoccupa il fatto che all’Uci stiano pensando di ridurre le squadre di World Tour (da 18 a 15), e di creare un nuovo circuito di Protour per le formazioni Professional, che avranno sempre più obblighi e doveri, ma nessuna garanzia. Anzi, si prospetta il fatto che il numero delle “wild-card” per i Grandi Giri sia riduca da quattro a due. Insomma, se così fosse, almeno per noi italiani sarebbe la fine. Non avrebbe quasi più senso investire in questo sport».

Il problema, però, non è solo italiano: questo mi sembra evidente…
«Evidente per noi, ma non per chi sta pensando ad un nuovo calendario. Le corse stanno diminuendo in ogni angolo del mondo, soprattutto in America. Il prodotto ciclismo è sicuramente interessante e appetibile, ma al momento è troppo caro. Ma lo ripeto, la cosa più grave è che noi formazioni Professional non abbiamo una sola cosa da poter vendere. Ai nostri sponsor non possiamo promettere assolutamente nulla, e la così non può più stare in piedi. In questi anni la Rcs Sport, prima con Angelo Zomegnan e poi con Mauro Vegni, una mano al movimento italiano l’ha data. La Lega di Enzo Ghigo si è adoperata per cercare di dare un senso alle pochissime corse italiane che sono restate in calendario creando il circuito della Ciclismo Cup, ma con quello che hanno in mente a Aigle tutto questo sarà vanificato. Allora ce lo dicano: facciamo delle Continental e il nostro ciclismo non sarà più nemmeno di serie B, ma di serie C. Poi però non ci si lamenti perché gli italiani vincono sempre di meno e nel grande ciclismo non accedono più».

Credo che il prossimo anno di under 23 che passeranno saranno davvero pochi…
«Nella massima serie assolutamente. Noi come Bardiani CSF ne prendiamo due, ma se le quattro squadre Professional rimaste andranno in crisi, saranno dolori per tutti».

E dire che in questi team di seconda fascia continuano a crescere e a maturare tantissimi ragazzi molto interessanti che poi passano nel WorldTour…
«Ma è sempre più difficile tenerli. Appena un ragazzo di un certo livello fa vedere qualcosa di buono, immediatamente te lo portano via. Ma se queste squadre “incubatrice” vengono meno, è un problema serio per tutto il sistema. Questo è un problema che deve essere preso in considerazione anche dall’Uci, non è solo un guaio nostro, ma di tutto il movimento. Come nel calcio milionario la SPAL ha un senso, così come ce l'hanno il Sassuolo o l’Atalanta, non vedo il perché nel ciclismo chi ha team più piccini non debba avere una dignità e delle garanzie. Chiedeteci anche più soldi, fateci fare un ciclismo sempre più di alto livello e sempre più vicino a quello di World Tour, ma dateci delle garanzie».

Si è parlato non tanto tempo fa anche di “paga per correre”: ormai per andare a correre si deve pagare quasi tutto. Gli organizzatori sono in crisi e i rimborsi non ci sono quasi più.
«Chiedetelo ad Aqua Blu, che ha deciso di lasciare il ciclismo, in questi anni quanto ha speso. Ha dovuto sborsare più soldi per andare alle corse che in stipendi per i corridori e il personale. Questo è semplicemente folle. Non ho visione? Sono superato? Può darsi, il problema è che io parlo con i anche team manager del World Tour e non mi danno assolutamente del matto. Il problema c’è ed è serio per tutti. Spero che le persone deputate a legiferare se ne rendano conto».

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COMMENTI
Reverberi
29 agosto 2018 08:50 siluro1946
Come può pensare il signor Reverberi che le stesse persone che hanno affossato tutto il movimento possano trovare delle soluzioni. E' evidente che queste persone non vedano oltre il loro naso preoccupati solo di incassare a breve. Molte colpe le hanno anche i vari "manager" che si sono lasciati scappare sponsorizzazioni importanti, fare un elenco ci sarebbe da piangere per le occasioni mancate.

incompetenza
29 agosto 2018 09:02 ERIO
Fin quando ad Aigle ci saranno degli assoluti incompetenti, che partoriscono genialate tipo Giro e Vuelta di 2 settimane, ci saranno poche speranze di tornare ai bei tempi. mi associo a Reverberi nella protesta. Meno male che noi ciclisti appassionati amiamo questo sport. Ma ormai anche in tv si sonnecchia...

BHEEE, MA CHE DIRE IN AGGIUNTA
29 agosto 2018 10:25 geom54
e gradirei essere pubblicato:
semmai urge da ora lavare le mani untuose dei CattoFrancesconDEMenzialPDocchiLiberi e Urticanti con l'acido muriatico che serve per ben altri scopi, ma tanto è la fogna;
ma dover stiamo è chiaro che il ciclismo agonistico in ITALIA diventerà SOLO AMATORIALE;
statemi bene.

x geom54
29 agosto 2018 14:46 siluro1946
Vorrebbe tradurre per favore, così per curiosità.

traduco in breve
29 agosto 2018 15:38 geom54
questa è la condizione economica a cui l'Italia tutta è giunta per essersi persa in generis in filosofie SINISTRE strappalacrime strappa uri, ma soprattutto BUCATASCHE.

@geom54
29 agosto 2018 16:46 bertu
Immagino si riferisca alle filosofie sinistre portate avanti fin dal lontano 1994 dal Sig. Berlusconi ed eredi.
Alberto Vico

Ci mancava giusto questo
29 agosto 2018 17:14 marcodlda
Ci mancava giusto questo.... L'UCI, e lo ripeto per l'ennesima volta, è fatta da miopi incompetenti mangiasoldi che vivono alle spalle di un movimento che si regge sulle gambe degli atleti e spolpa loro e gli sponsor per mantenere il proprio carrozzone di nullafacenti con nani e ballerine al seguito. Le ultime vicende (Caso Froome e accorciamento di Giro e Vuelta) sono solo la punta dell'iceberg. L'UCI è irriformabile, è il cancro del ciclismo: va eliminata.

NO
29 agosto 2018 19:26 geom54
sono essenzialmente ed esclusivamente le filosofie sempre che si possono chiamare così dei mentecatti trinariciuti CATTOCOMUNISTI, le è finalmente chiaro ora o no!!!!!???????;
e si ricordi che ogni volta che Lei ogni mattina mette piede giù dal suo giaciglio, tutto ciò che inizia a pensare, a dire, a fare è comunque politica e neanche tanto spicciola;
il mio nome, posto che la mia professione a abbreviata prima dell'età lo chieda al direttore che ha sin da ora il mio ASSOLUTO consenso a fornirglielo, ma solo dopo sua personale richiesta sottoscritta con allegata C.I.;
mi stia bene, magari.

Ha ragione
29 agosto 2018 22:49 AleC
L'idea di ridurre il WT da 18 a 15 squadre è ottima, se poi diamo 3 posti in più alle Professional nei GT e nelle classiche. Le Professional, per il loro ruolo di incubatrici, devono poter fare le corse importanti... Penso a quanto Colbrelli, pur meritoriamente lanciato da Reverberi abbia patito i troppi anni passati con la CSF facendo poche corse importanti all'anno.
Professional che però non possono avere un calendario obbligato, se non al più quello nazionale (che mai si sognerebbero di snobbare).
Ci vorrebbe una luxury tax sulle squadre WT più ricche, per ridistribuire qualche milione di euro tra le più povere e/o le professional (magari sulla base dei risultati). Nella terra del liberismo, gli Usa, lo sport professionistico è pieno di meccanismi perequativi di questo tipo, per evitare che uno squadrone domini rendendo tutto noioso...

Scusate
29 agosto 2018 23:23 verita
Qui siamo fuori strada.... Fino a quando le società ciclistiche non parteciperanno alla suddivisione dei diritti tv non ce via di uscita. I grandi eventi che incassano milionate grazie ai team devono finire. Quella per me è l'unica via di uscita.

Ciclismo
30 agosto 2018 09:01 siluro1946
Che l'UCI debba essere riformato è dato per scontato da tutti, tranne coloro che ricavano utili. Ma secondo me il problema vero è un problema d'immagine o come dicono di marketing. Anziché regalare bici al papa o al prefetto sarebbe meglio regalarle ai giornalisti ed invitarli, con telecamere al seguito nei giorni delle gare, promuovere la pista rendendo così tranquilli i genitori dei ragazzi che volessero pedalare, pubblicare foto di giovani e persone per bene che praticano questo sport e tralasciare di pubblicare foto di epoche per fortuna andate. I soldi per tutto ciò? Tagliare i fondi ai talebani dell'antidoping e girare i soldi per l'iscrizione al pro tour, basterebbe un piccolo salutare taglio.

Situazione ciclismo
30 agosto 2018 18:48 lischimarco
Il ciclismo mondiale e soprattutto italiano ha quello che si merita …. vedi tutti i fatti di doping . Tutto il carrozzone sa ( ma non sa) che ,
quasi tutte le squadre vogliono corridori pronti a tutto e nell'omertà e soprattutto che sappiano curarsi o farsi preparare senza farsi beccare e se vengono beccati o trovati i responsabili sono solo loro … punto .
Se si vorrà sopravvivere si deve ritornare almeno al ciclismo degli anni 80/90 con quelle regole e con solo la categoria dei professionisti.
Se questo non sarà capito presto il ciclismo sarà morto e sepolto …. almeno in Italia … punto .

Bravissimo Lischi
30 agosto 2018 19:24 dansim
Tutto giusto e corretto sicuramente sei anche te un toscano tifoso delle iniziative e di come la pensa Ivano Fanini. Quanto hai detto è farina solo del suo sacco ed è la verità

x lischimarco
31 agosto 2018 09:38 siluro1946
"tornare agli anni 80/90"! di chi pensa sia figlio questo andazzo? Conconi, Ferrari, Fuentes ecc. da dove pensa siano venuti e quando? I giovani di oggi sono migliori dei loro padri ciclisticamente parlando.

x lischimarco
31 agosto 2018 17:39 siluro1946
Lei ha la memoria corta, su chi erano gli "stregoni" che imperavano in quell'epoca e come sono stati fatti certi record. I giovani d'oggi sono meno ipocriti e sicuramente migliori dei loro padri, ciclisticamente parlando.

ripetizione
1 settembre 2018 09:34 siluro1946
Mi sono ripetuto in quanto ho pensato che non pubblicassero il primo commento contenente alcuni nomi.

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