L'ORA DEL PASTO. IL FERVENTE CICLISTA DI GUCCINI

LIBRI | 07/07/2018 | 07:14
di Marco Pastonesi

La prima fotografia, scattata a Arbois, in Francia, lo celebra – in posa – a cavallo di un anticavallo, cioè un velocipede, in maglietta e calzoncini, viso sorridente, fondali finti.


La seconda fotografia, scattata a Scheveningen, in Olanda, lo fissa mentre monta una motocicletta, con un maglione, insieme a due amici più nordici di lui.


La terza fotografia, scattata a L’Aia, in Olanda, lo ritrae accanto a un uomo corpulento, con cappello a larga tesa e un’ampia barba brizzolata lunga fin sul petto, fisarmonicista specializzato in tango.

La quarta fotografia, scattata a Montevideo, in Uruguay, lo documenta vicino alla scaletta di un piroscafo, con un panama in testa, in giacca e cravatta, elegante, invecchiato.

Aveva gambe da corridore e voce da tenore, ma campava come elettricista, e alla ribalta salì come concorrente in una trasmissione radiofonica, probabilmente “Il gambero”, gioco a quiz degli anni Sessanta condotto da Enzo Tortora, dove vinse gettoni d’oro che non gli cambiarono la vita, ma forse lo aiutarono a viaggiare. Di lui si sa che era stato anche in Svizzera, in Venezuela e in Argentina, e che una volta stava per sposarsi a Parigi, tutto pronto, anche la cena di addio al celibato, ma siccome la futura suocera fece un commento che lui non gradì, cambiò idea e rimase scapolo. Per tutta la vita.

“Il ciclista” è uno dei racconti di “Un matrimonio, un funerale, per non parlar del gatto”, un libro di Francesco Guccini pubblicato dalla Mondadori nel 2015, scovato in una cabina del telefono adibita a bookcrossing e da adesso entrato a buon diritto nella Biblioteca della bicicletta Lucos Cozza di Roma. “Ancora una cosa su di lui – scrive Guccini -. Qualche tempo prima di morire aveva scritto il testo del proprio santino funebre, una sorta di epitaffio che, non fidandosi di fratelli o nipoti, i quali avrebbero potuto trovare quelle parole troppo altisonanti o, peggio, ridicole, aveva fatto stampare personalmente e affidato a un esecutore testamentario”. C’era scritto, fra l’altro: “Fu anche fervente sportivo ciclista”. E in quel fervente c’è tutto il suo appassionato pedalare.

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