| 16/12/2004 | 00:00 Un elogio dell'umilta' e del buonsenso non solo sportivo: la premiazione - col riconoscimento dedicato alla memoria di Alberto Coffani, dirigente della Federciclismo scomparso nel 2000 - di Riccardo Magotti, da oltre mezzo secolo organizzatore di gare mantovane e factotum della societa' sportiva ''Francesco Gennari'' di Schivenoglia, ha fatto riemergere i valori di cui il ciclismo deve continuare ad alimentarsi per non tradire la sua natura di immediatezza nel dispensare emozioni.
''Portare avanti l'impegno nel nostro sport che mi accomunava ad un amico come Alberto e' il minimo che possa continuare a fare anche ora, a 80 anni. Non credo di meritare il Premio Coffani: lo prendo come sprone per proseguire ancora sulla scia dell'entusiasmo il compito che mi sono scelto. Il ciclismo, almeno nelle categorie minori, ha bisogno di organizzatori disinteressati non animati dal bisogno del guadagno a tutti i costi: e' questa la chiave per trasmettere validi valori ai giovani che si cimentano in ogni disciplina'': ha spiegato Magotti con grande concretezza.
Tra applausi convinti e promesse di potenziare l'impatto del Premio Coffani, gli organizzatori del riconoscimento guardano gia' al 2005 per trovare un valido successore a Magotti nel segno di vetrina consolidata per chi raramente appare all'attenzione dei media.
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