Fanini vs Cipollini: domani udienza per l'ammissione delle prove

| 08/11/2007 | 00:00
Domattina presso il Tribunale di Lucca davanti al giudice Francesco Terrusi ci sarà l’udienza per l’ammissione delle prove riguardo alla causa promossa da Ivano Fanini Patron di Amore & Vita McDonald’s contro l’ex Campione del mondo Mario Cipollini. La causa ha come richiesta principale un risarcimento danni a favore di Fanini per un milione di euro a seguito del mancato rispetto di un contratto che imponeva il velocista n°1 al mondo di correre l’ultimo anno della carriera con la maglia di Amore & Vita. La vicenda ha avuto origine addirittura nel 1985: il promettente velocista, campione del mondo juniores del quartetto, firmò un contratto con Fanini, impegnandosi a correre per Amore&Vita per la durata di un lustro. Accadde invece che, dopo aver corso nei dilettanti, Mario raggiunse il fratello Cesare alla Del Tongo. Nessuno lo sapeva, ma era cominciato quel “distacco” che non avrebbe mai avuto più modo di vedere i due di nuovo insieme. «Iniziò successivamente una causa per oltre un miliardo di lire - racconta Fanini -. Per evitare la condanna al pagamento, Cipollini mi venne a trovare in compagnia del suo procuratore Battaglini e del suo avvocato Martini del Foro di Pisa. Si era arrivati al ’98 e mi fu proposto in quell’occasione un nuovo contratto che annullasse e sostituisse il precedente. Cipollini avrebbe corso l’ultimo anno della sua carriera con me e non ebbe riserva alcuna ad accollarsi le spese legali lievitate nel corso del tempo. Cento milioni di lire, di cui 40 regolati tramite assegno ed il resto trattenuti dallo stesso Cipollini a titolo di acconto sul contratto futuro». Fatto sta che Fanini non ha mai goduto di ciò che fu stabilito nero su bianco. Nel 2004 Cipollini ha fatto la sua ultima stagione ufficiale con la maglia Liquigas interrompendo anzitempo l’attività, mettendo a segno due sole vittorie: una al Giro del Qatar, l’altra nella sua terra, al traguardo di Altopascio al Giro della Provincia di Lucca. «Nell’udienza presso il Tribunale di Lucca si discuterà dell’ammissione delle prove ed in ogni caso, nel giro di un anno o due la telenovela avrà termine. Se, come spero, il Tribunale mi darà ragione, investirò il denaro recuperato nel ciclismo giovanile. Farò un pista nella zona di Lucca dove potranno allenarsi i miei ragazzini (oggi sono quasi un centinaio, ndr) che fanno attività e che incontrano infinite difficoltà a svolgere lo sport preferito ingoiati dal traffico o nei parcheggi. Il velodromo sarà di proprietà del nostro gruppo sportivo, ma se avrà piacere lo intitolerò a Mario Cipollini, perché lo considero comunque un mito ed il velocista più forte di tutti i tempi. Per come l’ho visto in forma, se ritornasse in bicicletta, vincerebbe ancora molte volate».
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