Miguel Maria Lasa, i 60 anni di un ciclista "chic"

| 31/10/2007 | 00:00
C'è un problema purtroppo irrisolvibile - più del doping, forse -, nel ciclismo di oggi. Ed è la certezza disarmata, dopo aver acquisito l' autoesercizio deloniano di Brunel & c. sul povero Pantani e registrato il dibattito in codice tra Jaksche e Riis, dai tiepidi paralleli dell'Islanda, che nessun “capo”, direttore o redattore di media, possa oggi segnalare con ragion veduta ai suoi discepoli che domani, 1 novembre, Miguel Maria Lasa compirà 60 anni. Prima di Freire, molto prima della Operacion Puerto, di Valverde ed Heras, di Beloki e Sevilla, prima di un insidioso pulcino chiamato Belda e di quel tragico eroe di nome Alberto Fernandez o di quel perenne terzo ai Mondiali che sarebbe invece stato Juan Fernandez, c'era stato ad animare le strade quest'altro atleta spagnolo, gentile “corridore completo“, di quelli senza eccessi che non si trovano più, di nome Miguel Maria Lasa. 77 vittorie in carriera, brillante e veloce, dopo Poblet e dopo Saez, do you know ?, in antitesi allora al funambolico Domingo Perurena, nel solco prima della Casera-Bahamontes e poi della celebre Kas di Fuente, Lopez Carril, Lazcano e Pesarrodona, correva questo ragazzo Lasa, (fratello minore di Josè-Manuel, argento ai Mondiali di Lasarte '65), protagonista di Giri e Vuelta, di mille corse minori spagnole, e pure incredibilmente mai campione nazionale, in evidenza tanto nei traguardi di giornata, ancor più nelle brevi gare in montagna, quanto nelle classifiche finali. Vincitore della sua prima tappa al Tour (1976, Verviers), con la maglia italiana della Scic, Lasa fu l'elegante e civile interprete iberico di un ciclismo allora sempre accattivante. Vittima molto spesso di Maertens e Moser, allo sprint, e di Fuente e Tamames, in salita, Lasa - un atleta “chic”, alla lettera - resta tra l'altro uno dei primi ciclisti della storia ad essersi imposto in una tappa almeno di tutte e tre le grandi corse a tappe: due vittorie al Tour, tre al Giro, sei alla Vuelta di casa, lì dove si sarebbe piazzato due volte secondo ('72 e '77) e due volte terzo ('74 e '75), nella classifica generale. Piccolo campione di nicchia, in uno scenario affollato di monumenti - Gimondi, Merckx, Maertens, Moser, Fuente...-, in sella ad un nome dalla musicalità cara ad Adriano De Zan, di Miguel Maria Lasa, oggi che compie sessant'anni, ricordiamo infine a direttori e redattori capi troppo giovani la sua encomiabile longevità. Al Giro, ad esempio, la sua ultima tappa la guadagnò nel 1981. Ben 11 anni dopo la sua prima, vinta, quasi per devozione allo spirito religioso così proprio degli spagnoli, nel 1970, sul traguardo, sacro alla Madonna, di Loreto. Gian Paolo Porreca
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