Di Rocco: rammarico per la tempistica del caso Di Luca
| 28/09/2007 | 00:00 Anche il presidente federale Renato Di Rocco è intervenuto durante la conferenza stampa a Casa Italia e ha dovuto subito confrontarsi con domande di dietrologia politica: «La Germania contro l’Italia a causa di lotte politiche? No, non ci ho pensato ma non ci credo. C’è la giusta conflittualità a livello sportivo, ma non esageriamo. E poi qui a Stoccarda noi corriamo quasi in casa visto che qui vivono 160.000 italiani. Disparirta di giudizio con la Spagna? C’è ed è evidente. E soprattutto non la possiamo accettare. Vi spiego una cosa: la federazione spagnola non c’entra nulla, il problema vero è il governo spagnolo. La federazione iberica non ha solo un presidente, ma anche un segretario e un direttore: questi ultimi due vengono nominati direttamente dal governo. Comunque siamo convinti che prima o poi la giustizia riuscirà a trionfare».
Di Luca che resta in ritiro - gli chiedono - è un segno di contestazione alle decisioni del Coni?
«No, non esageriamo. Oltre l’atleta c’è l’uomo e quello vogliamo rispettare. Abbiamo solo il rammarico per la tempistica: non so cosa sia successo dal 23 agosto (quando Torri scrisse a Di Rocco, ndr) ad oggi... Noi non abbiamo preso nessun provvedimento sospensione nei confrnti di Di Luca, abbiamo solo deciso di rispettare la maglia azzurra: Danilo ha capito e ha fatto un passo indietro, noi lo sosteniamo e gli auguriamo di difendersi al meglio. Certo che ci sono differenze tra giustizia ordinaria e sportiva e quest’ultima non è immune da colpe».
Da parte sua, il presidente del CCP Alcide Cerato ha chiosato: «Voglio fare una sola preghiera. Riflettete su quello che sta succedendo in Italia e in Europa. Finita la festa del mondiale resteranno i problemi. In questi giorni è stata declassata la storia del ciclismo, oggi ci sono trenta paesi, che non sanno che cosa sia il ciclismo, che hanno chiesto di entrare a far parte del ProTour, mentre le corse storiche sono state declassate».
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