Pechino 2008. Pista e mountain-bike, un disastro tira l'altro

| 15/09/2007 | 00:00
Dopo il falli­mento del progetto olim­pico Pechino 2008 per la pista, che quasi sicura­mente, dopo le prossime prove iridate su strada di Stoccarda, porterà al li­cenziamento del Diretto­re Tecnico Silvio Marti­nello e del Commissario Tecnico Sandro Callari, un altro settore del no­stro ciclismo vive un mo­mento di grave difficoltà tecnico- atletica, gestiona­le e dirigenziale. Il settore in gravissima crisi, soprattutto in vista del prossimo appunta­mento olimpico di Pechi­no, è quello della moun­tain bike, che in un re­cente passato rappresen­tava un vero "eldorado” di medaglie per la Federa­zione Ciclistica Italiana. Infatti nel 1997, in oc­casione della rassegna iridata di Chateau d’Oeux, in Svizzera, l’Ita­lia conquistò due ori nel cross country con Hubert Pallhuber e Paola Pez­zo, oltre ad un argento con Nadia De Negri ed un bronzo con Luca Bra­mati. Purtroppo, usciti di scena questi grandi spe­cialisti, il gruppo dirigen­ziale preposto dal Consi­glio Federale della Feder­ciclo a guidare il settore fuoristrada e capeggiato da oltre un decennio da Davide Dalto, si è rivela­to inefficiente sotto il pro­filo manageriale ed inca­pace di varare, come ha fatto la Svizzera, un pia­no di rinnovamento atle­tico, finalizzato alla ricer­ca ed alla valorizzazione dei giovani, preferendo favorire le gare di gran fondo, a discapito di quel­le cross country, ed attua­re una politica veramente miope nell’utopica spe­ranza che il rientro ago­nistico della campionessa veronese Paola Pezzo avrebbe garantito il podio alla competizione olimpi­ca di Atene ed al succes­sivo mondiale di Livigno. Invece, il progetto so­stenuto e voluto dal pave­se Davide Dalto si è rivelato un clamoroso flop, poiché, Paola Pezzo, ritornata a correre dopo una mater­nità, ad Atene si è ritira­ta ed a Livigno non ha certo brillato. Non solo, ma l’apice di una crisi ormai palese a tutti, fuorché a Dalto ed ai suoi fedelissimi subal­terni, si è registrato ai re­centi mondiali scozzesi di Fort Williams, dove l’Ita­lia non ha conquistato nessuna medaglia. Un vero disastro, che, se si fosse verificato in Francia, Svizzera o Ger­mania, avrebbe provocato le dimissioni del gruppo dirigente, poiché le Olim­piadi si avvicinano e gli ” azzurri” in gara a Pechi­no nelle prove cross coun­try potrebbero essere solo due. da «Tuttosport» del 15 settembre a firma Gian Marco Corrieri
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