Corriere dello Sport. Rasmussen e Simeoni, gli opposti
| 25/08/2007 | 00:00 Com’era facile immaginare, Danilo Di Luca dovrà aspettare il Mondiale ( Stoccarda, 20 settembre) per poter (forse) decidere il proprio futuro.
Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Pescara, Luca De Ninis, ha fissato per il giovedì 27 settembre l’udienza- stralcio di un’inchiesta che riguarda Aldo Di Luca, fratello di Danilo: in quell’occasione il Gip chiederà a Starnieri ( e ai militari che gli avevano notificato l’informazione di garanzia) di provare l’affermazione messa a verbale il 20 settembre 2006 quando mostrò a due guardie forestali un contenitore termico in cui, a suo dire, c’erano sacche di sangue appartenenti a Danilo Di Luca.
Una sorta di ricatto verso il fratello di Danilo che lo aveva denunciato? Un atto di megalomania? Tanti dubbi e una certezza: se Di Luca non avesse vinto il Giro sicuramente in Abuzzo i giudici si occuperebbero di altro.
RASMUSSEN - Risonanza che certo sta ottenendo Palmiro Masciarelli dopo la sua disponibilità a ingaggiare Michael Rasmussen, il danese cacciato dal Tour perché la sua società, l’olandese Rabobank, ha accertato che, nel mese di giugno, il suo corridore aveva eluso i controlli antidoping. Masciarelli ha rivelato all’agenzia
Dire: « Mi ha espresso il desiderio di correre il finale di stagione con noi: vedremo con gli sponsor, ma non è semplice. Mi ha ampiamente dimostrato la sua innocenza. In realtà si stava allenando un po’ in Italia e un po’ all'estero, il biglietto per partire era stato acquistato dalla stessa Rabobank. Non ha fatto niente e si ritrova in un mare di guai. Mi ha dimostrato di essere un ragazzo a posto: aveva 39 di ematocrito prima e durante il Tour. È stato sempre lineare e questo accanimento non lo capisco » .
SIMEONI - Bene: diamo pure a Rasmussen una seconda opportunità ma prima di darla a lui che comunque suscita tante perplessità sarebbe ora che il mondo del ciclismo dia un’opportunità all’unico corridore che veramente ha dato un contributo importante alla lotta anti- doping: Filippo Simeoni anch’egli senza squadra come Rasmussen. Simeoni che ha 36 anni, vorrebbe chiudere la sua carriera l’anno prossimo correndo il Giro. per ora ha recevuto una sola proposta: dalla Ceramica Flaminia che il Giro non lo farà. Il presidente della federazione Di Rocco, il presidente dell’Associazione corridori italiani Amedeo Colombo, qualche sponsor di squadre Pro Tour non hanno niente da dire?
FANINI - Ha da dire, giustamente, Ivano Fanini che denuncia: « La mia posizione contro il doping dà fastidio. Alla riunione dei direttori sportivi al Trofeo Melinda hanno cercato di emarginare il mio ds Pelliconi e mi giunge voce che alcune società hanno chiesto agli organizzatori delle prossime corse di non invitarci ».
JAKSCHE - Joerg Jaksche verrà ascoltato il 19 settembre dalla Commissione antidoping della Federazione ciclistica austriaca. Il tedesco, che vive a Kitzbuehel ed è tesserato con quella federazione, ha recentemente ammesso di aver fatto ricorso a pratiche dopanti accusando anche Gian Luigi Stanga, suo manager all'epoca della Polti.
da «Il Corriere dello Sport» del 25 agosto 2007 a firma Nando Aruffo
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