Caso Basso: ecco il documento del tossicologo

| 18/06/2007 | 00:00
Ecco il documento redatto dal professor Veniero Gambaro docente di Analisi Chimico-Tossicologica all'Università degli Studi di Milano, che la difesa di Ivan Basso ha presentato alla Commissione Disciplinare della Federciclismo (e scaricabile dal sito del campione di Cassano Magnago: www.ivanbasso.it), un documento nel quale si dimostra come Ivan Basso in carriera non abbia mai avuto problemi con il doping e nemmeno con valori sanguigni "ballerini". CONSULENZA CHIMICO-TOSSICOLOGICA del prof. Veniero Gambaro docente di Analisi Chimico-Tossicologica all'Università degli Studi di Milano OGGETTO: Parere sui controlli antidoping eseguiti da Ivan Basso nel periodo 2004-2007 PREMESSE Il Signor Ivan Basso è un atleta, ciclista professionista dal 1999, anno in cui debutta al Giro d’Italia. Nello stesso anno viene convocato in Nazionale e partecipa al Mondiale su Strada disputato a Verona. Ivan Basso nasce a Gallarate (VA) il 26.11.1977, vive a Cassano Magnano dove studia da geometra e arriva al IV° anno di corso. Inizia a correre, già a 7 anni, nella Categoria Giovanissimi nel G.S. San Pietro di Cassano Magnago. Dopo i primi risultati incoraggianti passa come Esordiente nel G.S. Gornatese, società con la quale, da allievo, vince la Coppa d’Oro nel 1993 e arriva 2° al Mondiale 1995 nella categoria Juniores. Passato dilettante, entra nella squadra Zalf-Euromobil-Fior di Castelfranco Veneto e a Valkenburg in Olanda diventa, nel 1998, Campione del Mondo Under 23. Nel 2001 passa alla Fassa Bortolo di Ferretti e partecipa al Tour, ma è costretto al ritiro alla settima tappa per una grave caduta dove si infortuna fratturandosi la clavicola e la mano destra. Il recupero dall’infortunio è lento, ma riesce a concludere l’anno abbastanza bene con la convocazione in Nazionale per gareggiare ai Mondiali di Lisbona. Nel 2002 partecipa al Tour con ottime prestazioni ma senza conseguire vittorie o piazzamenti. Nel 2003 Basso è a Boston dove continua, nella “galleria del vento” presso il prestigioso MIT (Massachussets Institute of Technology), la ricerca per migliorare la sua posizione in bicicletta iniziata con Ferretti nel 2002 a Dusseldorf in Germania, dove era riuscito a sviluppare nuove idee per dimensionare nel modo più opportuno il telaio della sua bicicletta alle sue caratteristiche atletiche. Nel 2004 corre il Tour con la squadra danese CSC classificandosi terzo, vincendo una tappa e classificandosi secondo in altre due tappe. Nel 2005 vince due tappe al Giro d’Italia e si classifica secondo al Tour. Nel 2006 vince il Giro d’Italia e, alla fine di giugno, viene escluso dal Tour perché implicato nelle inchieste spagnole riguardanti Fuentes e il doping. Nel maggio del 2007 confessa alla Procura Antidoping del CONI di aver tentato un approccio al doping preparandosi ad eventuali autoemotrasfusioni le quali, a detta del Basso, non si sarebbero mai attuate. Potrebbe essere interessante valutare se le dichiarazioni del Basso siano solo banali affermazioni difensive oppure vi siano anche considerazioni chimico tossicologiche atte ad avvalorarne la veridicità. CONSIDERAZIONI CHIMICO-TOSSICOLOGICHE L’atleta Ivan Basso, seppur ancora giovane, ha alle spalle una brillante carriera sportiva maturata con una graduale progressione in tutte le categorie in cui è suddivisa l’attività agonistica dello sport ciclistico. Partendo dai giovanissimi in tenerissima età è passato ai professionisti senza mai volere superare in modo troppo sbrigativo le tappe naturali che uno sport di sacrificio come il ciclismo vuole. Anzi si è soffermato più volte su uno studio tecnicamente sofisticato del mezzo meccanico che sicuramente è stato proficuo per sviluppare le doti naturali dell’atleta, ma che ha richiesto tempi d’attesa lunghi per raggiungere la piena maturità sportiva. La sua carriera ciclistica ha avuto un continuo miglioramento verso il conseguimento di importanti traguardi ma senza impennate di rendimento tali da far pensare ad interventi esterni di supporto. In tale contesto il corridore Basso ha conseguito più di 35 vittorie e 80 piazzamenti che hanno portato ad un numero elevatissimo, almeno cento, di controlli antidoping, che sono risultati sempre negativi. Negativi sono risultati anche tutti i controlli antidoping, su sangue e urina, eseguiti a sorpresa, ai quali il Basso si è sempre reso disponibile, dichiarando scrupolosamente ogni suo spostamento anche durante i periodi di riposo, come dai formulari di reperibilità dell’atleta dal 2004 al 2007 allegati alla relazione. Inoltre dal 2004 al 2007 Basso si è sempre sottoposto a controlli trimestrali su sangue in Laboratori accreditati dall’UCI. Da tutti i dati ematici che si possono prendere in considerazione, e che sono stati allegati alla relazione, non compaiono valori che possano indicare “uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito” per migliorare artificialmente le prestazioni sportive. Ma, se i dati eseguiti in tali Laboratori possono lasciare qualche perplessità, perché fatti in tempi e modi voluti dall’atleta, nulla si può affermare sui controlli ematici, allegati alla relazione, riguardanti i valori di tre parametri molto significativi quali ematocrito, emoglobina e reticolociti rilevati, sotto egida UCI, in un arco temporale molto ampio, dal 1998 al 2006 in competizioni molto importanti fra lequali Giro e Tour. Si può facilmente rilevare che tutti i dati osservati non presentano anomalie significative o variabilità sospetta. I valori assoluti di emoglobina e di ematocrito sono sempre al di sotto dei limiti assoluti dell’UCI (17, 50 e > 0,2% per i reticolociti). La variabilità stagionale è contenuta e il parametro OFF, calcolato secondo il metodo australiano (ora acquisito da diverse federazioni e dalla WADA), è sempre inferiore a 110 e quindi ben al di sotto del valore limite. In definitiva si può affermare che tutti i controlli antidoping, che è stato possibile documentare e che sono stati eseguiti su Ivan Basso negli ultimi anni, portano ad escludere l’eventuale uso di sostanze o di mezzi vietati nell’ambito della sua attività sportiva. Si avvalora in tal modo la tesi, sostenuta dal Basso, di essersi solo predisposto a conseguire dei benefici con preparazione di sacche del proprio sangue da poter utilizzare quando fosse stato in gravi difficoltà atletiche. Le sacche non sono state mai utilizzate e i dati a disposizione, soprattutto i dati ematici relativi al Giro del 2006, non sono dimostrativi di alterazioni determinate artificialmente. Va ancora riferito, come documentato in allegato, che il sangue contenuto nelle sacche attribuite al Basso, è stato analizzato onde evidenziare l’eventuale presenza di sostanze doping utilizzate per migliorare ancor di più i valori ematici ottenibili con il sistema delle autoemotrasfusioni. I dati ottenuti sono stati del tutto negativi a dimostrazione della assoluta estraneità del Basso ad assumere sostanze doping e ad essersi solo predisposto, in caso di necessità, a cercare un eventuale miglioramento delle proprie prestazioni atletiche. Tale negatività appare un dato ancor più interessante e adatto ad avvalorare l’estraneità del Basso ad ogni forma di doping, quando si consideri che non tutte le sacche, fra quelle trovate dagli Inquirenti Spagnoli, sono risultate negative, ma ben 8 di queste sono risultate positive per la ricerca dell’EPO, rilevata ad una concentrazione superiore a quella compatibile con i valori riscontrabili nella normalità. CONCLUSIONI Il corridore ciclista professionista Ivan Basso è stato deferito al competente Organo di Giustizia Federale della Federazione Ciclistica Italiana per aver messo in atto un tentativo di doping mediante autoemotrasfusione. Dai dati a disposizione sui controlli antidoping eseguiti nei diversi anni di attività del Basso, mai si è riscontrata una “non negatività”. Molti sono stati i controlli antidoping normalmente eseguiti sull’urina in occasione delle molteplici vittorie e piazzamenti conseguiti nelle numerose competizioni affrontate e molti sono stati anche i controlli a sorpresa sangue–urina eseguiti dall’UCI per verificare l’attendibilità dei risultati a cui tutti i campioni dello sport devono sottoporsi. I dati ematici osservati negli anni più significativi della carriera del Basso e soprattutto quelli rilevati dall’UCI nelle principali competizioni, Giro e Tour, non presentano anomalie significative o variabilità sospetta. I valori assoluti di emoglobina e di ematocrito sono sempre al di sotto dei limiti assoluti dell’UCI (17, 50 e > 0,2% per i reticolociti). La variabilità stagionale è contenuta e il parametro OFF, calcolato secondo il metodo australiano, è sempre inferiore a 110. Si può concludere, in definitiva, che il Basso debba essere squalificato per il “tentato uso di un metodo proibito” ( art. 2.2 del Codice WADA) ma nella commisurazione della sanzione bisognerà sicuramente tener conto della sua carriera sportiva, in cui mai è emerso un dato “non negativo” nei molteplici controlli antidoping sostenuti. Milano, 13 giugno, 2007 Il Chimico Tossicologo Prof. Veniero Gambaro
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