SALVADOR, IL TESTIMONE DI SAPPADA

STORIA | 29/05/2018 | 07:40
La tappa di Sappada è passata alla storia per un «tradimento», quello di Stephen Roche ai danni di Roberto Visentini, già vincitore di un Giro e capitano della Carrera guidata da Boifava e Quintarelli. Tutto nacque nella discesa dal Passo Rest, quando Ennio Salvador, che già era in fuga, indispettito da fatto di essere stato raggiunto, si lanciò come una furia dal Gpm, portandosi dietro l’irlandese e Bagot.

«Correvo sulle strade di casa - racconta Salvador, che è di Cordignano e ha un bel negozio di bici a Sacile in cui troneggia la foto di quel giorno - Cercavo la vittoria di tappa. Sì. quello che ha provocato il casino sono stato io. Ma mica sapevo che in Carrera stava per scoppiare la guerra... Provai a vincere quella tappa buttandomi come un pazzo in una discesa da pazzi... Pericolosissima perchè non aveva guard rail e ti costringeva a rilanciare dopo ogni tratto a capofitto. E ci cascò pure Roche, che correva agile e non faticava a tenermi la ruota. Uscì di carreggiata, dovette mettere giù il piede e ripartire. L’ho aspettato perchè poi la discesa finiva ed era meglio essere in tre invece che in due quando arriva il momento di pedalare».

Alcuni pensarono che i due avessero concordato l’azione, ma Salvador nega.
«Mannò, i francesi mi avevano raggiunto quasi in cima. Ho scollinato con i primi cinque o sei, mi son buttato giù a tutta insieme a Bagot e Roche e dietro di me hanno iniziato a cadere, è toccato anche a Fondriest. A metà di quella discesa c’è una piccola salita. Bagot lì si è staccato o, chissà, era caduto. Io mi sono ritrovato con 1’20” sugli inseguitori assieme a Roche, mentre, ma l’ho saputo solo dopo, alle spalle succedeva di tutto, specie in Carrera. Tiravo di più io, mentre lui si limitava a fare un centinaio di metri in testa e poi tornava dietro. Non poteva farsi vedere che tirava».

Che in Carrera ci fosse un clima strano si sapeva.

«C’era un po’ di rivalità tra Roche e Visenta. O meglio: Visentini voleva essere il capitano indiscusso e Roche mordeva il freno. Roche mi ha solo seguito in discesa, la Carrera ha tirato per prenderlo. E mica tutta. La squadra era già metà e metà. Quel giorno il suo amico Schepers si è rifiutato di corrergli contro. Con sè Roche aveva anche Millar».

Ma ci fu anche un balletto delle ammiraglie Carrera.
Davanti c’era quella di Quintarelli, ex direttore sportivo della Quarella per cui Salvador aveva corso da dilettante, dietro invece c’era Boifava (che per i casi della vita oggi è il direttore sportivo di Enrico, figlio di Ennio, alla Biesse Carrera Giavardo). «Quintarelli veniva a parlare con Roche, ma tranquillamente. Ve lo potrebbe confermare lui ero io a tirare la fuga ».

Salvador in passato lo ha anche confessato: lui tifava un po’ per l’irlandese.
«Ma solo perchè al secondo Tricolore vinto da Corti mi aveva lasciato intendere che mi avrebbe dato una mano, ma poi non aveva mantenuto la parola. Arrivai quarto per colpa sua. Su Roche non posso dire molto, ma era una persona onesta, tranquilla. Di parola. Ogni tanto lo trovo ancora, in giro. E si parla. Visentini non era uno che si tirava indietro, nessun privilegio, correva il giusto, tirava sempre. Ma Roche è più di parola».

E di lui, Ennio, che si dice tra gli ex colleghi?
«Sono abbastanza amico di tutti, Di più con gli ex compagni di squadra. Io non mi sono mai tirato indietro, al momento di tirare e se sei di parola gli amici non mancano».

Come finì quel giorno? Che la fuga dei due non andò in porto.
«Ci hanno presi nella salita che precede Sappada e in paese è scattato il mio compagno di squadra, Johan Van der Velde, che è andato a vincere anticipando tutti gli altri. Era matto, forte e ha vinto anche il giorno dopo».

Il Giro continuò con Roche in Rosa. Visentini si ritirò alla vigilia dell’ultima tappa, la crono di St.Vincent che fu vinta proprio da Roche. Quell’anno lo scoiattolo irlandese vinse anche il Tour e il Mondiale austriaco di Villach, mettendo insieme il triplete. Ora organizza vacanze a Maiorca, dove accompagna a spasso schiere di ricchi vacanzieri ciclisti. Visentini manda avanti la ditta di pompe funebri di famiglia.

Toni Frigo, da La Tribuna di Treviso
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COMMENTI
Sappada
29 maggio 2018 09:16 Anbronte
Chiediamo anche a Visentini, era ricco e bello, stava sulle scatole a tutti. I tifosi di Moser gli sputavano addosso. Me lo ricordo ancora alla Mariani e Cali, quando vinceva non alzava mai le braccia in segno di giubilo. Garbato e riservato.

Bravo
29 maggio 2018 11:36 Golden Boy
Bravo Anbronte.....hai colto nel segno,chiediamo al Visenta anche....Poi non ho proprio capito Salvador...prima dice che l'Irlandese non fu di parola...della promessa al tricolore e bla bla bla....e poi la risposta dopo dice che era piu' di parola che visentini ?! era tanto di parola che quando venne in Carrera dalla Peugeot rompendo il contratto ai Tacchella restarono piu di 300 milioni di lire di penale da pagare (ricordate anche le scritta Peugeot sui pantaloncini in quegli anni?) era tanto un galantuomo che alla Tonton Tapis a stagione neanche finita lo buttarono fuori facendosi dare indietro anche il vestiario.Il problema è che a alcuni fa comodo far finta di non ricordare

golden boy,svegliati un po'...
29 maggio 2018 14:01 pickett
Salvador si riferisce a Visentini quando parla di un corridore che al Campionato Italiano non fu di parola.Ti risulta forse che gli irlandesi partecipassero al Campionato Italiano???

pickett
29 maggio 2018 15:15 Golden Boy
ovviamente hai ragione....il mio ricordo è andato automaticamente ad associare quella corsa al Giro Di Toscana (perchè quella era) non ho proprio pensato al particolare fondamentale che fosse il CI appunto ,certo è che se chi ha scritto l'articolo avesse messo il soggetto dopo Corti (in questa frase:"al secondo Tricolore vinto da Corti" ) la cosa risulterebbe più chiara....Poco male,il mio pensiero...quel che mi premeva dire è comunque tutto nella mia risposta

Visentini ha parlato
29 maggio 2018 16:42 predaking
È stata pubblicata una sua intervista sulla Gazzetta dello sport 10/15 giorni fa in cui parla proprio di quei fatti.
Io comunque ho sempre pensato che se Visentini era così forte al Giro dell\'anno dopo si presentava con una furia agonistica che lo vinceva con mezz\'ora sul secondo.
Se è bastato questo episodio per fargli perdere mordente...

golden boy
29 maggio 2018 23:21 pickett
Subito dopo aver scritto il mio commento mi sono reso conto da solo di aver usato un tono antipatico,e ti porgo doverose scuse.

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